Da un anno il disegno di legge del movimento 5 stelle che dovrebbe cambiare una legge regionale truffaldina e' bloccato. A parole si invocano 'rivoluzioni' e 'trasparenza'. Nei fatti, la politica siciliana continua a depredare le risorse pubbliche. Gli unici a mettere un argine a questo schifo sono i magistrati
La grande ‘Mangiuglia’ che Governo e Ars non vogliono toccare: i rimborsi col trucco dei consiglieri comunali
DA UN ANNO IL DISEGNO DI LEGGE DEL MOVIMENTO 5 STELLE CHE DOVREBBE CAMBIARE UNA LEGGE REGIONALE TRUFFALDINA E’ BLOCCATO. A PAROLE SI INVOCANO ‘RIVOLUZIONI’ E ‘TRASPARENZA’. NEI FATTI, LA POLITICA SICILIANA CONTINUA A DEPREDARE LE RISORSE PUBBLICHE. GLI UNICI A METTERE UN ARGINE A QUESTO SCHIFO SONO I MAGISTRATI
(In calce il testo integrale del disegno di legge)
Altri rinvii a giudizio richiesti a Catania e sequestri di beni. I rimborsi col trucco per consiglieri comunali continuano a spuntare come funghi in Sicilia.
Dopo Siracusa qualche mese fa è ora il turno di Catania: è di queste ore la notizia della richiesta di tre rinvii a giudizio per altrettanti consiglieri della Provincia regionale etnea per il reato di truffa aggravata e falso.
Al centro delle indagini ci sarebbero rimborsi ottenuti indebitamente dall’amministrazione provinciale attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle reali.
Un fatto che non stupisce il Movimento 5 Stelle che, da sempre, sollecita indagini in questo senso e che ha chiesto le carte ai principali Comuni dell’Isola per poterle spulciare.
E’ la prova – dice il deputato grillino, Stefano Zito – che avevamo visto giusto. Ora si punti al cuore del fenomeno, portando immediatamente in aula il nostro disegno di legge che punta a disinnescare le potenziali truffe.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e i capigruppo dell’Ars – afferma Zito – hanno l’obbligo morale di portare al più presto il disegno di legge in aula. A maggior ragione visto che le casse della Regione sono quasi vuote e che per l’attività legislativa rimangono pochi spiccioli. Il disegno di legge consentirebbe grossi risparmi ai Comuni.
Ma lascerebbe a piedi tutti i consiglieri comunali che fanno la cresta con i rimborsi (dal gioco, ormai, sono esclusi i consiglieri provinciali perché gli organi elettivi delle Province sono stati aboliti: altrimenti continuerebbero pure lì).
Insomma, fino a che punto è ‘morale’ chiedere alla vecchia politica siciliana – compresa quella ‘rivoluzionaria’ di Crocetta e compagni – di porre fine alla ‘cresta’ sui rimborsi ai consiglieri comunali? I voti, i deputati regionali, non li raccolgono anche con i consiglieri comunali con la ‘cresta’?
Il disegno di legge che Zito mira a portare subito a Sala d’Ercole prevede sostanziali modifiche alla legge regionale 30 del 2000, sull’ordinamento degli Enti locali.
Queste le principali modifiche:
abbattimento della somma rimborsabile, che passerebbe dagli attuali due terzi della retribuzione del sindaco a un quarto;
istituzione di controlli costanti;
elargizione del rimborsi solo alle ditte in regola con il Durc (il Documento di regolarità contributiva) ed iscritte alla Camera di Commercio;
erogazione dei rimborsi solo a consiglieri che non abbiano ricoperto il ruolo di titolare o amministratore unico nellazienda da cui sono stati presi in carico nei cinque anni precedenti allassunzione o a coloro che non abbiano fatto improvvise ed immotivate progressioni in carriera.
Campa cavallo…
Anche se siamo ‘olimpicamente convinti che mai e poi mai l’attuale Assemblea regionale siciliana eliminerà questa ‘greppia’ (gli unici che la possono eliminare, a colpi di arresti e condanne, sono i magistrati, non certo la ‘truffalda’ politica siciliana), riportiamo, per completezza d’informazione, il disegno di legge presentato dai parlamentari dell’Ars del Movimento 5 Stelle e ‘insabbiato’ da Governo e Ars:
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
DISEGNO DI LEGGE
presentato dai deputati: Stefano Zito, Cancelleri Giovanni Carlo, Cappello Francesco, Ciaccio Giorgio, Ciancio Gianina, Ferreri Vanessa, Foti Angela, La Rocca Claudia, Mangiacavallo Matteo, Palmeri Valentina, Siragusa Salvatore, Trizzino Giampiero, Troisi Sergio, Venturino Antoni, Zafarana Valentina
Revisione della LR 30 del 2000 sugli oneri per permessi retribuiti
di consiglieri di enti locali
RELAZIONE DEL DEPUTATO PROPONENTE
Onorevoli colleghi, ai consiglieri degli enti locali che sono lavoratori dipendenti, la legge regionale n.30 del 2000 attribuisce il diritto di assentarsi dal luogo di lavoro per lintera giornata quando partecipano alle assemblee (consigli, commissioni, etc..). Questa legge (e successive modifiche/integrazioni) assicura inoltre ogni mese, alle società che hanno assunto uno o più consiglieri, il rimborso per le giornate di assenza dei propri dipendenti, di un importo non superiore ai 2/3 dellindennità percepita dal sindaco o dal presidente di provincia. Questo meccanismo è stato purtroppo in passato ampiamente abusato, con società (anche fantasma) che tramite assunzioni fittizie, avvenute in seguito allelezione del dipendente consigliere, hanno richiesto ed ottenuto risarcimenti cospicui.
In molti casi la magistratura è stata costretta ad indagare su detti illeciti, come lo scorso 14 dicembre, data che ha visto gli ufficiali della Digos recarsi presso gli uffici del consiglio comunale di Siracusa per acquisire atti e documenti relativi ai rimborsi percepiti dalle società che hanno assunto dipendenti consiglieri. Dalle prime informazioni trapelate tramite stampa locale, gli inquirenti avrebbero ravvisato vari illeciti nel sistema dei rimborsi e sarebbero già pronti svariati avvisi di garanzia nei confronti di un numero imprecisato di consiglieri comunali siracusani.
Tutto ciò ci impone una seria riflessione anche in funzione del particolare periodo di crisi economica che sta attanagliando numerose famiglie siciliane. Di fronte a questi accadimenti la società civile ci chiede delle risposte. Il presente disegno di legge mira quindi ad abbattere il rimborso massimo da 2/3 ad 1/4 dellindennità di sindaco/presidente di provincia e ad 1/5 nelle città metropolitane, introducendo infine delle limitazioni nelle modalità di elargizione dello stesso, volte proprio a contrastare i fenomeni di frode tipici, fino ad oggi scoperti grazie alla magistratura, appresi attraverso i notiziari online o la stampa tradizionale, che notoriamente ruotano attorno al sistema dei rimborsi regolati dalla LR 30/2000.
DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE
Art. 1
Oneri per permessi retribuiti di consiglieri di enti locali
1. Al comma 5 dell’articolo 20 della legge regionale 23 dicembre 2000, n.30 e successive modifiche e integrazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
le parole “a due terzi” sono sostituite dalle parole “ad un quarto (1/4) e ad un quinto (1/5) nelle città metropolitane
alla fine del comma 5 sono aggiunti i seguenti periodi:
Prima di provvedere al rimborso, l’Ente istituisce dei controlli volti a comprovare l’effettiva presenza dell’impresa che lo richiede nel territorio di sua competenza. In nessun caso inoltre può essere elargito il rimborso a:
Impresa che non risulti iscritta alla CCIAA o che risulti inattiva;
Impresa che non abbia il DURC in regola per un importo pari o superiore al 10% della somma che deve essere rimborsata dall’Ente;
Impresa che non sia in possesso del certificato antimafia;
Impresa in cui il dipendente che eserciti funzioni pubbliche di cui ai comma precedenti, abbia ricoperto nella stessa il ruolo di titolare, amministratore unico o collegiale nel corso dei cinque anni antecedenti all’acquisizione della carica pubblica, o sia stato promosso ad un ruolo dirigenziale novanta (90) giorni prima dell’acquisizione della carica pubblica.
In nessun caso l’Ente può elargire rimborsi in favore di società appartenenti a parenti o affini fino al terzo grado del dipendente che eserciti funzioni pubbliche di cui ai commi precedenti, qualora egli non sia stato assunto almeno un anno prima rispetto all’acquisizione della carica pubblica.”
Art. 2
1. La presente legge non comporta copertura di spesa.
Art. 3
Norma finale
1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.
2. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.