Forconi, dalla Sicilia con furore alla conquista dello Stivale

L’8 DICEMBRE BLOCCHEREMO L’ITALIA DA PORDENONE ALLA SICILIA”. CHE QUESTE PAROLE ARRIVINO IN CIELO. PERCHE’ NON SE NE PUO’ PIU’ DI UNIONE EUROPEA, DI ANGELA MERKEL, DI FICAL COMPACT, DI ‘STABILITA’, DI LETTA, DI ALFANO, DI BILDERBERG!

Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani, è un sognatore impenitente. Un uomo che sogna ad occhi aperti. Un uomo che sogna la rivoluzione. Quella vera, non la farsa da ‘Vicerè’ di De Roberto di Rosario Crocetta.

Ricordare “Fizcarraldo”? il grande film di Wemer Herzog? E’ la storia di un uomo che decide di portare l’opera lirica nella foresta amazzonica. Mariano Ferro è un po’ più concreto, ma non meno idealista: vuole portare in piazza la protesta degli italiani.

A quanto pare, questo battagliero siciliano di Avola ci sta provando. Ed è pure convinto di riuscirci. Oggi, dopo una serie di incontri in mezza Italia, a Verona – stando a quanto leggiamo sul quotidiano on line L’indipendenza – si sono incontrati i rappresentanti di alcuni gruppi e movimenti. Tutta gente che ha deciso di dire basta ai Governi nazionali delle tasse.

“Ci siamo ritrovati – racconta Mariano Ferro – per far nascere un coordinamento che farà partire la ribellione, la rivolta. Capito? Dopo l’esperienza fatta in Sicilia, evitando di ricadere in alcuni errori di inesperienza commessi, siamo giunti alla conclusione che la rivolta è l’unica strada percorribile, non c’è altra alternativa”.

Finalmente una bella rivoluzione contro il Governo Letta-Alfano-Bilderberg?

Ferro conferma: “L’8 dicembre prossimo, alle 22,00 in punto bloccheremo l’Italia, dalla Sicilia fin su a Pordenone”.

Musica per le orecchi delle persone libere! Riusciranno i ribelli a bloccare un Paese al quale il Governo Letta-Alfano – come denuncia la Cgia di Mestre – sta per rifilare un altro miliardo di tasse più o meno nascoste? Vedremo lo Stivale bloccato, così come l’Unione europea e i Governi Monti e Letta-Alfano hanno bloccato l’economia del nostro Paese?

“Può darsi che creeremo qualche disagio alla popolazione – dice Ferro – ma l’unica arma che abbiamo è il popolo che, come accaduto in Sicilia, è sceso con noi per le strade e ci ha sostenuto. Bene, oggi, faremo di più, molto di più. Nel dettaglio dell’azione che porteremo a termine ci stiamo ragionando, ne daremo notizia nei prossimi giorni. Ci diranno che non è legale? Beh, quello che sta facendo lo Stato italiano a tutti noi le pare legale? Qui c’è gente che si uccide, non ce la fa ad andare avanti, gli viene pignorata la casa dopo 50 anni di lavoro, viene massacrata di tasse, le pare regolare tutto questo”?

No, a noi, infatti non pare legale. E quindi siamo ben felici se, finalmente, partirà la rivolta sociale. In Sicilia, grazie al Governo nazionale, l’8 dicembre ci dovrebbe essere già un gran bordello. L’1 gennaio del prossimo anno Roma e il Governo di Rosario Crocetta si vorrebbero disfare di circa 80 mila precari. Sono 80 mila persone che non dovrebbero avere intenzione di recitare la parte dei capponi che festeggiano il Natale. Qundi…

Quindi Ferro e compagni dalla Sicilia partono bene. A meno che nella Capitale, come si dice dalle nostre parti, calino le ‘corna’ e ‘caccino un miliardo di euro per pagare lo stipendio agli 80 mila precari. Ma questo metterebbe in discussione due trattati internazionali firmati dagli ultimi due Governi italiani e avallati dagli ultimi due Parlamenti di ‘nominati’: il Fiscal Compact e il Two Pack.

Insomma a dicembre ci sarà da divertirsi. I ‘Forconi’ nazionali stanno lavorando a un documento. E ci sarà anche chi si occuperà di comunicazione.

“Noi contiamo con il sostegno della gente – aggiunge Ferro – di chi lavora e produce, studia, della gente comune, di chi non ce la fa più per mille motivi legati alle pretese di questo Stato vergognoso, di questo modello di Europa burocratica. L’8 dicembre sarà solo l’inizio e non si tornerà più indietro”.

Quali saranno le richieste “Lo diremo solo quando saranno in ginocchio – afferma il leader dei Forconi – non iniziamo questa rivolta, perché di rivolta si tratta, glielo ripeto, per ottenere un tozzo di pane. Mancano 35 giorni alla data prescelta, il coordinamento si allargherà anche ad altri soggetti, rigorosamente apartitici, nessuna bandiera di forze politiche o sindacato è ammessa. Questo Paese così com’è non va. Adesso, la pazienza è finita, finita”.

Come dargli torto? Basta guardare in faccia Letta e Alfano per capire che hanno ragione da vendere!

Sul quotidiano on line L’indipendenza leggiamo anche i nomi di coloro i quali hanno già aderito. Sono tutti rappresentanti di associazioni. Eccoli:

Lucio Chiavegato, presidente Life; Mariano Ferro, Presidente de “I Forconi” (Sicilia); Giorgio Bissoli, Azione rurale; Augusto Zaccardelli, Segr. naz. Movimento autonomo trasportatori (Frosinone); Umberto Gobbi, NVPP (Non vogliamo più pagare); Paolo Bini, Italia celtica; Eugenio Rigodanzo, Cobas latte veneto; Franco Paoletti, Cobas latte di Pordenone; Danilo Giovanni, Presidente del CRA Diglita sociale (Lazio), Salvatore Bella, presidente Aitras Ass. Naz. trasporti (Campobello di Licata)


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