«Così non si può andare avanti». I titolari delle attività commerciali del centro città, a Catania, attendono dei cambiamenti nel servizio di raccolta rifiuti. Il sistema previsto non tiene conto di quelle che sono le loro esigenze, più volte manifestate pubblicamente ma rimaste inascoltate da palazzo degli Elefanti. Per questo, gli esercenti, chiedono un incontro […]
Raccolta rifiuti in centro a Catania. Tudisco (Mio Italia): «Chi ha stabilito le regole non capisce nulla di negozi»
«Così non si può andare avanti». I titolari delle attività commerciali del centro città, a Catania, attendono dei cambiamenti nel servizio di raccolta rifiuti. Il sistema previsto non tiene conto di quelle che sono le loro esigenze, più volte manifestate pubblicamente ma rimaste inascoltate da palazzo degli Elefanti. Per questo, gli esercenti, chiedono un incontro urgente con il commissario straordinario. Sottolineano le carenze nell’organizzazione del porta a porta davanti alle necessità differenti intrinseche alla tipologia varia dei negozi presenti. «L’umido e il vetro – evidenziano a gran voce – per le attività legate alla ristorazione, va raccolto tutti i giorni della settimana in tutta Catania. Nell’umido ci sono gli avanzi del pesce, della carne o ogni altro materiale che marcisce e si deperisce rapidamente provocando una puzza pestilenziale». A ribadirlo sono i componenti del direttivo e gli associati alla sezione cittadina di “Mio Italia”.
«Non siamo certamente profumerie o famiglie – ha detto il presidente Roberto Tudisco – e quindi creare un sistema di raccolta unico e uguale per tutti è pura follia: con noi bisogna adottare criteri completamente diversi. Non solo, dalle 21 in poi, proprio quando la zona è piena di turisti, le strade del centro storico si riempiono di sacchi da raccogliere. Volete dirci che spettacolo stiamo dando ai visitatori?». Un interrogativo lanciato e che suona tanto da sfottò dopo i cumuli di rifiuti lasciati sulla pubblica via in piena estate. A preoccupare, poi, è la presenza di topi e blatte che trovano, nella spazzatura, il loro habitat. «Stiamo annegando nella spazzatura e nella puzza – continua Tudisco – non possiamo stare sempre attenti a ogni aspetto legato all’igiene nelle nostre attività e, contemporaneamente, essere costretti a tenerci l’umido dentro. Non possiamo uscire i sacchi il mercoledì e il giovedì fino a mezzanotte e la stessa situazione si ripete il sabato e la domenica fino a mezzanotte, quando si può finalmente conferire l’umido: questo vuole dire che a pranzo e a cena la puzza è tremenda e molti potenziali clienti non vogliono nemmeno entrare nelle nostre attività. Ribadisco, quindi, che l’umido va raccolto ogni sera. Chi è che ha stabilito i giorni e gli orari? Sicuramente qualcuno che non ne capisce nulla di pubblici esercizi. Le botteghe del centro storico sono locali molto antichi e ovviamente non hanno spazi adeguati per conservare l’immondizia interno».
Per questi motivi i negozianti, dopo essere rimasti delusi dalla precedente amministrazione, chiedono di rivedere le condizioni previste nell’appalto per il lotto centro e di avviare un confronto, serio e proficuo per tutti, con il commissario Federico Portoghese. «In caso contrario – chiosa Tudisco – siamo pronti a fare la differenziata noi stessi e a nostre spese, creando un consorzio autonomo, piuttosto che pagare la Tari inutilmente».