Sanità, la polemica sulla spesa farmaceutica (ma non si parla, chissà perché, del ‘caso’ della vice Questore di Catania trasferita…)

MARCO FALCONE (PDL) CHIAMA IN CAUSA L’ASSESSORE LUCIA BORSELLINO. E CHIEDE CHE VENGA IN AULA. SI PARLERA’ FINALMENTE DELLA VICENDA DELLA DOTTORESSA MULIERE CHE INDAGAVA SU UN COMMERCIO ILLEGALE DI FARMACI? SI PARLERA’ DELLO SCANDALO OSTEOPOROSI?

La nostra sensazione è che, sulla spesa farmaceutica, sia in corso una speculazione politica tesa a nascondere la verità dei fatti. 

Questa nuova polemica è venuta fuori due giorni fa, in occasione di una seduta – peraltro secretata – della Commissione Sanità dell’Ars.

In quell’occasione sono venute fuori due fatti. In primo luogo, i retroscena del trasferimento repentino, avvenuto qualche settimana fa, del vice Questore di Catania, dottoressa Adriana Muliere.

Era stato detto che la dirigente di Polizia era stata trasferita perché si occupava di cani randagi. In realtà – stando alle indiscrezioni emerse nella riunione della Commissione Sanità dell’Ars – la dottoressa Muliere, a quanto pare, sarebbe stata trasferita perché avrebbe scoperto un commercio illegale di farmaci.

Farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche che, poi, sarebbero stati venduti ai privati. Di fatto, i farmaci sarebbero stati pagati due volte dai cittadini. Una prima volta perché li avrebbe acquistati la sanità pubblica,. una seconda volta perché acquistati dai cittadini. Una truffa.

Una vicenda che coinvolgerebbe la ‘Catania bene’. E che sarebbe stata nascosta per non fare venire fuori i responsabili.

Di questa storia, però, non sentiamo parlare. Sentiamo, invece, parlare di spesa farmaceutica in crescita. Come spiega in un comunicato il vice capogruppo del Pdl all’Ars, Marco Falcone, che chiama in causa l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.  

“Nonostante le continue raccomandazioni per contenere la spesa sanitaria, attraverso una sistematica attenzione e continui monitoraggi, oggi, inaspettatamente – dice Falcone – un nuovo scandalo coinvolge il Pianeta Sanità siciliano. Pare accertato che la spesa per i farmaci abbia raggiunto livelli intollerabili e sicuramente superiori rispetto alle previsioni”.

“Certamente questo sforamento spropositato – aggiunge il parlamentare del Pdl – dimostra che ‘la giusta attenzione e i continui monitoraggi‘ che, come abbiamo detto, dovevano garantire il contenimento e l’efficientamento della spesa sanitaria, o non sono stati fatti o, comunque, non hanno raggiunto l’obiettivo desiderato”.

“Oggi – prosegue Falcone – il Governo è in fibrillazione per il nuovo scandalo e sta cercando a chi dare la colpa. Ma come mai la Borsellino che per tre anni è stata direttore e da un anno assessore alla Sanità non si è accorta di nulla? Ritengo, a questo punto, che la Borsellino, doverosamente, debba venire in Parlamento a spiegare all’Aula i termini della vicenda “.

Non sappiamo da dove l’onorevole Falcone tragga questi dati. A noi risulta che la spesa farmaceutica, in Sicilia, si attesti intorno a un miliardo e 300 milioni di euro all’anno, a fronte di una spesa complessiva della sanità che ammonta a circa 9,6 miliardi di euro.

A noi risulta che, negli ultimi anni, la spesa farmaceutica siciliana si è sensibilmente ridotta. Basti pensare che, nel 2007, ammontava a 2,1 miliardi di euro e oggi, come già accennato, è a un miliardo e 300 milioni di euro circa. 

Se poi l’onorevole Falcone ha altri dati, diversi da quelli ufficiali, farebbe bene a tirarli fuori. Mentre il presidente della Commissione legislativa Sanità dell’Ars farebbe bene ad evitare di convocare sedute ‘segrete’, che servono solo a nascondere la verità ai cittadini e a creare malintesi.

Ci rendiamo conto che, in questo momento, l’Italia è governata da personaggi più o meno riconducibili al gruppo di Bilderberg. Ma trasferire in Sicilia, e segnatamente nella Commissione Sanità dell’Ars, quest’atmosfera ‘carbonara’ da “Nuovo ordine mondiale” ci sembra fuori luogo.

Sempre a proposito di consumi di farmaci, qualche giorno fa è stata segnalata l’iperprescrizione di medicine per curare l’osteoporosi. Questa sì che è un’anomalia, come lo era, qualche anno fa, l’iperprescrizione dei cosiddetti farmaci “inibitori di pompa protonica” (o H 2 antagonisti).

Su questo punto sarebbe bene fare chiarezza. Perché qualcuno ci avrà lucrato un sacco di soldi.

Un’altra anomalia – generale rispetto alla particolarità dell’esplosione di farmaci per curare l’osteoporosi (malattia che in Sicilia, con il nostro sole, non dovrebbe rappresentare un ‘gravissimo’ problema) – è la scarsa presenza di farmaci generici nella nostra Isola.

Con l’acquisto di farmaci generici, infatti, la pubblica amministrazione risparmierebbe un sacco di soldi. E infatti la Sicilia fa l’esatto contrario: ne spende molti di più perché acquista in larga maggioranza farmaci di ‘marca’ e non quelli generici.

In Sicilia l’acquisto di farmaci generici arriva al 20 per cento circa, a fronte di una media nazionale del 40 per cento (ci sono Paesi europei dove la percentuale di farmaci generici è ancora maggiore, con notevoli risparmi per le pubbliche amministrazioni).

Perché in Sicilia i farmaci generici sono così poco ‘gettonati’? Forse perché, dalle nostre parti, le pressione delle grandi case farmaceutiche è ancora fortissima. A fronte di una politica ‘sensibilissima’…

L’onorevole Falcone si riferisce all’osteoporosi, ai farmaci generici e al ‘caso’ della vice Questore di Catania trasferita? O è a conoscenza di altre cose che noi non conosciamo?

Forse la spesa farmaceutica in Sicilia è passata da 1,3 miliardi di euro di nuovo a 2 miliardi di euro? Lo ribadiamo: se l’onorevole Falcone è a conoscenza di altri dati fa bene a chiedere la convocazione dell’assessore Borsellino.

Ma se la spesa farmaceutica siciliana, come a noi risulta, è a quota 1,3 miliardi di euro, l’assessore Borsellino ha fatto un buon lavoro, da dirigente generale prima e da assessore oggi.

lavoro che l’assessore potrebbe ulteriormente migliorare rendendo nota la verità sui fatti di Catania, facendo luce sui farmaci per l’osteoporosi e aumentando l’acquisto di farmaci generici.

La verità – lo ribadiamo – è che le sedute ‘segrete’ non fanno bene né alla verità, né alla democrazia.  

 


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