Sportelli multifunzionali 1: al Ciapi di Priolo per otto mesi i mille e 850 lavoratori. E poi?

IL GOVERNO REGIONALE SI ACCINGE A SMANTELLARE L’ATTUALE SISTEMA PER CONSEGNARE A CONFINDUSTRIA SICILIA LA GESTIONE DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO?

Pronto per i mille e 850 lavoratori degli Sportelli multifunzionali un contratto a tempo determinato al Ciapi di Priolo per otto mesi. È quanto deciso al termine di una lunga riunione a Palazzo D’Orleans tra il Governo regionale e le parti sociali. Stamattina un ulteriore incontro servirà a definire alcune clausole prima della sottoscrizione di un accordo istituzionale.

Cambia lo scenario, il Governo regionale si avvia a spegnere i riflettori sul modello che ha retto per oltre dieci anni il sistema in rete tra Servizi per l’impiego e Servizi formativi. E lo fa rimangiandosi, a distanza di 100 giorni dalla firma dell’accordo trilaterale dei 3 e 7 giugno, l’impegno assunto per la proroga fino al 31 dicembre 2013 delle attività di cui agli avvisi 1 e 2 del 2010 e scadenti al 30 settembre prossimo.

Desta stupore il fatto che, nel ritornare indietro sui suoi passi, l’esecutivo regionale ha disatteso la delibera di giunta n.200 del 6 giugno 2013 che indirizzava l’assessore al ramo a porre in essere gli atti propedeutici per la proroga di tre mesi delle attività erogate dagli Sportelli multifunzionali. Ci chiediamo, a questo punto: che valore ha una delibera di Giunta? Che senso ha sottoscrivere un accordo con il Governo regionale se poi, dopo poco tempo, non viene rispettato dallo stesso Governo? I fatti dimostrano che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e i suoi assessori non perdono tempo a rottamare ogni decisione assunta da loro stessi qualche settimana o qualche mese prima, nell’incoerenza più disarmante.

Quale scenario si presenta? La decisione di trasferire mille e 850 lavoratori al Ciapi di Priolo dovrebbe significare la messa in moto di un meccanismo che può rivelarsi una trappola per il futuro degli stessi lavoratori. L’accordo quadro istituzionale di sistema, che oggi potrebbe essere sottoposto alla sottoscrizione delle parti (ma vale la pena sottoscriverlo se poi lo stesso Governo potrebbe rimangiarselo? È una domanda che lavoratori e sindacalisti dovrebbero cominciare a porsi di fronte a un Governo che cambia opinione ad ogni piè sospinto), dovrebbe contenere una procedura a disciplina del passaggio dei lavoratori dall’Ente formativo, col quale continuerebbero a mantenere il rapporto giuridico, al Ciapi.

I lavoratori dovrebbero richiedere al proprio ente di appartenenza di accedere all’istituto dell’aspettativa contrattuale per 8 mesi. Per sottoscrivere un contratto a tempo determinato per lo stesso periodo con l’ente formativo della Regione siciliana. E dopo? Quali garanzie conterrà l’accordo quadro per salvaguardare il futuro lavorativo dei mille e 850 lavoratori? E poi, con quali risorse sarebbero garantiti gli stipendi?

Entro la fine degli otto mesi il Governo regionale sposterebbe i lavoratori presso le Agenzie del lavoro miste (pubblico/privato). Adesso la partita si sposta sullo scenario che si potrebbe presentare alla fine del periodo di lavoro presso il Ciapi di Priolo.

La posizione degli enti formativi, rispetto a questo scenario, pare critica per via del fatto che, senza un percorso tracciato dall’esecutivo, senza la possibilità di poter partecipare al prossimo avviso pubblico destinato alle Agenzie del lavoro miste, gli stessi enti formativi non potranno garantire il mantenimento del rapporto giuridico con il proprio personale in aspettativa al Ciapi. Questo potrebbe significare che gli enti formativi interessati, entro fine gennaio 2014 potrebbero avviare i processi di mobilità, esercitando l’istituto contrattuale del preavviso di licenziamento. Con l’aggravio che, avendo la Regione siciliana compiuto un passo indietro, proprio a qualche giorno dalla scadenza dei citati avvisi 1 e 2 del 2010, sottraendosi al dovere assunto nei confronti delle associazioni degli enti formativi di prorogare le attività e garantire la continuità della rete degli Sportelli multifunzionali per il futuro, potrebbe configurarsi la fattispecie del “procurato fallimento”.

Eppure il Governo regionale avrebbe potuto accelerare dal 7 giugno in poi il monitoraggio delle attività, la rendicontazione e certificazione delle spese con il contributo dell’assistenza tecnica. L’amministrazione regionale avrebbe potuto valutare in maniera più approfondita la proposta elaborata dallo Snals Confsal in merito all’utilizzo del “contratto di rete” che prevede l’utilizzo dell’istituto del distacco temporaneo senza alcuna trasformazione del contratto per i lavoratori, che resterebbe a tempo indeterminato e ancorato all’ente formativo. E invece si registra una inversione di rotta verso il Ciapi con la precarizzazione del lavoratore che si troverà a sottoscrivere un contratto a termine. A cosa è servito, allora, pagare a suon di milioni di euro le società di assistenza tecnica se poi nessuna accelerazione si è registrata?

È anche possibile, come faceva rilevare qualche presidente di ente, che la volontà politica fosse proprio quella di spingere enti formativi e lavoratori in prossimità della scadenza del 30 settembre, togliendo fiato come si fa con il topo in trappola. Strozzare i tempi per costringere le parti sociali a negoziare, si fa per dire, o la Cassa integrazione o il Ciapi di Priolo.

In buona sostanza, il Governo Crocetta pare essersi assunto la responsabilità di staccare la spina ad un’esperienza di oltre dieci anni, un sistema che chiude e che è costato decine di milioni di euro come preciseremo più avanti. Il segnale in tal senso è stato quello delle resistenze da parte dell’amministrazione a mettere per iscritto i motivi del cambio di programma da parte del Governo regionale, così come richiesto espressamente dalle associazioni degli enti formativi.

E i lavoratori che cosa dicono? Ieri, fino a tarda sera, davanti la sede del Governo regionale di Palazzo d’Orleans, hanno gridato ripetutamente: “Ciapi, Ciapi, Ciapi”, plaudendo alla notizia del passaggio per otto mesi al Ciapi. Abbiamo raccolto diverse testimonianze tra i manifestanti. Una voce unanime, quella dei lavoratori, stanchi di masticare amarezza e instabilità lavorativa.

Gli operatori hanno percepito quella del Ciapi come l’unica possibile soluzione nell’immediato per proseguire l’attività lavorativa e percepire con regolarità mensile il proprio stipendio. Cosa che non accade oramai da anni. Lavoratori stanchi del continuo rimbalzo di responsabilità tra amministrazione regionale e enti gestori. Lavoratori disperati e provati da tanti mesi di lavoro senza aver percepito alcuna retribuzione. La prospettiva del Ciapi potrebbe restituire serenità almeno per otto mesi. E dopo?

Lo ripetiamo, chiusa l’esperienza della rete degli Sportelli multifunzionali e terminato il periodo lavorativo presso l’ente formativo di proprietà della Regione siciliana, i mille e 850 lavoratori cosa troveranno nel dover ritornare presso i propri enti di appartenenza? Una volta cessata l’aspettativa i lavoratori troveranno il proprio ente di formazione ancora in vita? Quali strumenti saranno individuati dall’esecutivo regionale per garantire e salvaguardare i livelli occupazionali? Le nuove Agenzie del lavoro saranno obbligate ad assumere prioritariamente i lavoratori provenienti dal Ciapi e magari licenziati nel frattempo dagli enti formativi che hanno chiuso i battenti?

Tutte riflessioni che non mirano di certo a minare la serenità dei lavoratori ma, semmai, a fornire spunti per la definizione di un percorso serio, concreto e garantista per la salvaguardia dei posti di lavoro. La preoccupazione è che il Governo regionale, chiudendo l’esperienza della rete degli Sportelli multifunzionali, possa raggiungere tre obiettivi. Primo: liberarsi di un buon numero di enti formativi. Secondo: precarizzare e quindi controllare elettoralmente i lavoratori. Terzo: consegnare nelle mani di Confindustria la filiera dei Servizi formativi.

In tanti sono pronti a giurare che nella formulazione dell’Agenzia del lavoro mista, il partner della Regione siciliana potrebbe essere proprio Confindustria. Sono ovviamente considerazioni raccolte tra i rappresentanti di diversi enti formativi, ma anche tra gli osservatori del settore. tutto da verificare, per carità, ma nulla si può escludere in questa fase confusa e caotica nella gestione politico-amministrativa delle emergenze nel sistema formativo regionale.

E pensare che i costi sostenuti per la riqualificazione e l’implementazione dei nuovi Servizi per l’impiego, a partire dal 1999, in Sicilia ammonterebbero a circa 88 milioni di euro ai quali aggiungere oltre 210 milioni di euro finanziati attraverso gli avvisi 1 e 2 del 2010 per lo svolgimento dell’attività nel triennio 2010/2013.

Cifre e numeri che approfondiremo in altro articolo, ma fanno impressione atteso che il Governo del presidente Crocetta, attraverso la dismissione dell’esperienza degli Sportelli multifunzionali e la possibile precarizzazione degli operatori dei Servizi formativi, rischia di disperdere la professionalità acquisita dai lavoratori e bruciare gli enormi investimenti in risorse. Oltre 300 milioni di euro in spesa comunitaria, nazionale e regionale per riqualificare gli operatori degli sportelli multifunzionali e per mantenere in rete i Servizi per l’impiego che verrebbero spazzati con un colpo di spugna. Una pesante responsabilità politica assunta dall’esecutivo che potrebbe pesare sulla futura gestione delle politiche attive del lavoro in Sicilia.

 


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