La Rai insulta il Sud Italia: “Intervenga la Commissione Vigilanza”

DUE PARLAMENTARI NAZIONALE DEL PD, DAVIDE FARAONE ED ERNESTO MAGORNO, STIGMATIZZANO LE PAROLA OFFENSIVE NEI CONFRONTI DEI SICILIANI E DEI CALABRESI PRONUNCIATE DAL CONDUTTORE DELLA TRASMISSIONE “UNO MATTINA ESTATE”

Mamma Rai torna colpire. Con il suo atteggiamento culturalmente razzista nei confronti del Sud Italia. Tanto da provocare una forte reazione: “La commissione di Vigilanza Rai acquisisca la registrazione della puntata del 4 settembre di ‘Uno Mattina Estate’, durante la quale il conduttore ha insultato interi territori del Sud Italia”.

E’ quanto chiedono i deputati del Partito democratico Ernesto Magorno (sindaco di Diamante in Calabria) e Davide Faraone, eletto in Sicilia.

“Nel corso della puntata – spiegano i deputati Pd – a proposito del delitto della giovane Marilia a Gambara, in provincia di Brescia, il conduttore Duilio Giammaria, commentando un servizio che aveva mostrato una certa reticenza nelle risposte degli intervistati nel paese lombardo, ha detto testualmente che ‘sembra un paesino, più che del bresciano, dell’Aspromonte o del siciliano'”.

“Appare sorprendente che un conduttore del servizio pubblico radiotelevisivo – aggiungono Magorno e Faraone – possa generalizzare in maniera così superficiale e ingiuriosa. In ogni località possono esserci persone omertose, ma pensare che tutti i cittadini dell’Aspromonte o della Sicilia siano omertosi è una semplificazione che la tv pubblica non può permettersi. E’ opportuno che la commissione di Vigilanza acquisisca la registrazione e valuti se sia necessario intervenire nei confronti della Rai, che a distanza di alcuni giorni non ha ancora fatto pervenire le scuse ai cittadini calabresi e siciliani”.

Sorprendente non è. E’ la storia di sempre. Basta guardare i suoi canali ogni giorno per scoprire una pubblicistica intrisa di pregiudizi e un servizio pubblico dimezzato: quante volte avete visto approfondimenti sulla questione meridionale? Sempre la solita solfa e un sacco di bugie storiche,  come hanno denunciato anche gli economisti della Svimez. parlando in generale della stampa nazionale.

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