Formazione, i 9 mesi di Crocetta: ‘radiografia’ di un fallimento

Oggi si celebra un altro incontro tra l’assessore regionale per la Formazione professionale e le parti sociali per discutere (solo?) di esuberi, attività formative in provincia di Caltanissetta e finanziamento della filiera “Formazione continua e permanente).

Si deciderà qualcosa, finalmente? L’occasione è ghiotta per fermarsi a riflettere sul quanto (non) fatto dal Governo del presidente Rosario Crocetta.

A che punto è la riforma del settore della Formazione professionale? Quali misure sono state apportate dal Governo del presidente Rosario Crocetta? Quali benefici sono stati introdotti con l’approccio ‘rivoluzionario’ alla soluzione delle tante incongruenze che hanno caratterizzato la crisi strutturale del sistema formativo? Quali punti di debolezza sono stati superati? Quale ricognizione delle fonti di finanziamento è stata effettuata? Quali risorse sono state messe in campo? Quale approccio di politica economica è stato attivato per riorganizzare il settore?

Fare il punto sul settore della Formazione professionale che ricomprende anche la filiera dell’orientamento e delle politiche del lavoro (Servizi formativi) oggetto di odierno confronto-scontro. Filiera che in Sicilia è stata gestita negli ultimi dieci anni attraverso un sistema misto. Un modello operativo che ha visto in pista i Centri per l’Impiego operare a stretto gomito con professionisti del settore (orientatori) per rispondere alle esigenze del cittadino-utente in continua evoluzione.

Dicevamo che fare il punto sui risultati ottenuti dall’azione politico-amministrativa degli assessori regionali per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, e per il Lavoro, Ester Bonafede, non deve sembrare gesto eroico. Sono proprio gli stessi assessori che, con il loro operato, spesso inconcludente, hanno spianato il lavoro di analisi critica, contribuendo al raggiungimento di un risultato pessimo. Questo almeno sino ad oggi.

Sono mille e 850 gli operatori degli Sportelli multifunzionali che rischiano la mobilità entro fine settembre. Sono circa 600 i lavoratori degli Interventi formativi già licenziati e altri 600 potrebbero essere oggetto di processo di mobilità per effetto del taglio del 10 per cento sul finanziamento della seconda annualita’ dell’Avviso 20/2011 (oggi finanziato con le risorse del Piano giovani).

Sono circa duemila i lavoratori impegnati sull’obbligo formativo che rischiano di perdere il posto di lavoro allo scadere, il prossimo 31 dicembre, dell’Avviso 19/2011.

Non comprendiamo, in tal senso, le parole dell’esponente del Megafono ( il partito del presidente Crocetta), il parlamentare Antonio Malafarina che, nel rilasciare un’intervista a difesa del Governatore siciliano, parla a sproposito della Formazione professionale. A riportare la dichiarazione del presidente dell’intergruppo “Lista Crocetta-Democratici riformisti, è il quotidiano on line Livesicilia. Malafarina ha affermato che il presidente “ha denunciato corrotti, ha salvato precari e formatori … e provato ad avviare riforme”. Sull’azione investigativa, da sceriffo, da cavaliere templare del presidente Crocetta, già ieri abbiamo detto la nostra. Ciò che non ci convince è l’affermazione che avrebbe salvato i formatori. Salvato da cosa? Dai mostri? Dalla mafia? Dai corrotti? Dai malfattori?

Attenzione, però: i lavoratori se non si salvano dal licenziamento muoiono di fame e stenti. I dati sui processi di mobilità cominciano ad essere allarmanti. Di quale salvataggio parla l’esponente crocettiano? Non è che anche Malafarina si stia adeguando allo strumento della dichiarazione ad effetto tanto caro al suo amico/leader?

Ciò che non è mai mancato a questo Governo, ed al presidente Crocetta in particolare, è l’approccio con l’informazione. Sono oramai consueti gli appuntamenti del presidente Crocetta con le sue conferenze stampa, sempre colorite e ricche di effetti scenici, ma anche intrise di contenuti operativi. Per il settore della Formazione professionale, invece, il presidente, in questi mesi di governo, ha concentrato le sue attenzioni verso gli Enti malati, cosiddetti “canaglia”, riuscendo, con l’aiuto dell’autorità giudiziaria, a stanare diversi casi di malaffare ed illegalità. Fin qui ci siamo. Quello che invece manca è il resto.

Smascherare casi di “cattiva gestione”, sacche di illegalità e malfattori è fondamentale per ripulire il settore della Formazione professionale da speculatori senz’anima. L’affondo critico è teso, invece, a far emergere la scarsa incisività nell’azione politico-amministativa degli assessori Scilabra e Bonafede. Chiariamo il punto.

Dall’atto dell’insediamento, il presidente Crocetta ha deciso di farsi affiancare in Giunta non da politici, ma da ‘esperti’ di settore. Bene, proprio su questo punto si muovono feroci le critiche. Gli assessori Scilabra e Bonafede sono veramente esperte nelle deleghe assegnate dal governatore? Da quanto si è visto finora, beh, non sembra proprio.

Il settore della Formazione professionale è stato ereditato con due piani triennali, Avviso 20/2011 (interventi formativi) e Avvisi 1 e 2 del 2010 (Servizi formativi) e un piano biennale, Avviso 19/2011 (Oif) con le relative dotazioni finanziarie. Con l’avvento del nuovo Governo, l’indirizzo politico è stato quello di non proseguire con l’esperienza precedente e quindi il proposito di smantellare l’impalcatura che reggeva le attività. In politica ci può stare tutto e il contrario di tutto. Ad ogni scelta ne può corrispondere una uguale e contraria. Ci saremmo aspettati dal Governo regionale una duplice e contemporanea azione, smantellare il vecchio sistema e sostituirlo con uno nuovo, magari funzionante.

Per farlo servivano due approcci avvolgenti: il primo di denuncia, di controlli volti a smascherare i malfattori; il secondo operativo-funzionale, finalizzato a dare un nuovo volto efficace ed efficiente al funzionamento delle attività riguardanti gli Interventi formativi, i Servizi e l’Obbligo formativo (Oif). Sul primo, l’impatto è stato ampiamente positivo, grazie alla chiarezza di azione ed alla dinamicità messa in campo dal presidente Crocetta nel contribuire, in maniera profonda, a smascherare una parte del marcio. Sul secondo si è registrato, ad oggi, il fallimento dell’intera linea.

Troppo poco esperte nelle materie oggetto di riforma, le due donne assessori alla Formazione professionale ed al Lavoro. Quindi, un Governo regionale a due velocità nel settore. Per cui, il giudizio nel suo complesso dei nove mesi di attività non può che essere negativo.

Per salvare e riformare il settore della Formazione professionale non basta reprimere, serve anche un’ampia azione di respiro che delinei un nuovo approccio di settore e tracci il moderno percorso a cui attenersi.

Invece no! Si è distrutto e basta. Idee nuovo messe in campo? Poche e confuse. Quale il risultato? La fine del tanto criticato, e noi siamo tra costoro, Avviso 20, e un pasticcio nel tentativo di sostituirlo con le finalità del Piano di azione e coesione (Pac), attraverso una specifica priorità contenuta nello strumento “Piano giovani” (peraltro messo in campo dall’allora dirigente generale Ludovico Albert).

Ancora peggio è andata ai mille e 850 operatori degli Sportelli multifunzionali. In nove mesi il Governo non è riuscito a tracciare un percorso verosimile per prorogare le attività dal primo ottobre 2013 (al 30 settembre scadono i termini previsti dagli Avvisi 1 e 2).

È stato prodotto un atto amministrativo vincolante per gli organismi formativi che fa acqua da molte parti. Si tratta delle nuove regole dell’accreditamento che, ricordiamo, contiene un discutibile ‘codicillo’ che vieta agli Enti formativi di avviare liti o contenziosi contro l’amministrazione, pena l’esclusione dal settore. Un passaggio palesemente incostituzionale.

Anche dal punto di vista operativo sono stati commessi errori macroscopici come la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (Gurs) del decreto sull’accreditamento privo dei tre allegati che avrebbero dovuto farne parte ed integrante, senza possibilità di ulteriori modifiche in corso d’opera. E invece, l’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello, dirigente generale al ramo, hanno pensato di pubblicare gli allegati solamente sul sito istituzionale. Cosa che ha fatto pensare a possibili cambiamenti di alcune parti.

Sul versante sociale il pasticcio è continuato. Si è messo mano al un nuovo approccio con i lavoratori. L’assessore Scilabra ha incontrato tutti, anche singoli lavoratori, cercando magari di sminuire i quattro sindacati firmatari di contratto, non riuscendovi. Una modalità di gestione delle relazioni sindacali che ha fatto slittare i tempi di un accordo sulle cose da fare, ed ha creato aspettative ai lavoratori poi disattese, perché non seguite da atti giuridicamente vincolanti per l’amministrazione regionale.

È stata rispolverata la circolare n.10/94 che evita i licenziamenti del personale posto in mobilità, ma non si è data l’efficacia a causa del mancato rifinanziamento del capitolo relativo al Fondo di garanzia. Per cui oggi un lavoratore posto in mobilità con la citata circolare non percepirebbe alcun reddito sostitutivo. È stato aggiornato l’Albo dei lavoratori assunti a tempo indeterminato al 31 dicembre 2008, ma non è stata data efficacia, perché l’elenco non risulta ancora pubblicato in Gurs. Non si capisce che effetti potrà produrre visto che oltre 600 lavoratori, nel frattempo, sono stati oggetto di provvedimento di licenziamento e ancora oggi non percepiscono nulla e non conoscono il futuro lavorativo, perché il Governo regionale e l’amministrazione nulla ha fatto.

Sembra essere di fronte ad interventi pensati per risposte del momento, ad effetto, buoni per qualche inutile conferenza stampa, ma non collegate da un unico progetto di governo.

Esuberi di personale, lo sblocco delle attività a Caltanissetta e provincia, il finanziamento della filiera Formazione continua e permanente, il ricollocamento dei lavoratori licenziati, la gestione dei mille e 850 operatori degli Sportelli multifunzionali ad un passo dall’ingesso nei benefici previsti dagli ammortizzatori sociali in deroga. Il futuro dello strumento principe per contrastare la dispersione scolastica, i corsi in obbligo scolastico (Oif) è in balia alla disorganizzazione dell’amministrazione regionale.

Un settore formativo che non funziona è lo specchio di una società che stenta e riemergere. Il Governo regionale, prima di stringere accordi strategici con il mondo delle imprese (Confindustria), faccia bene a fertilizzare il territorio restituendo fiducia e mezzi all’istruzione e alla Formazione professionale, facendola gestire a professionisti ed a lavoratori pluri professionalizzati che costituiscono un patrimonio indispensabile per le giovani generazioni. Dal presidente Crocetta ci aspettiamo un gesto “magico”, di quelli che illuminano la nostra amata Sicilia, che dia fiducia e speranza a lavoratori e famiglie.

 


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