Sportelli multifunzionali: Governo in confusione, lavoratori a rischio licenziamento

Il Governo fa retromarcia , pronti mille e 850 licenziamenti? Sembrerebbe di si, o almeno questo potrebbe essere il risultato dell’inadeguatezza dell’azione politica del presidente Crocetta e dei suoi rappresentanti in Giunta regionale, certificata dall’ennesimo nulla di fatto emerso dall’incontro di ieri. Cosa è successo di così grave da far saltare dalla sedia i rappresentanti dei sindacati confederali? Quale novità ha costretto l’esecutivo al dietro front?

A detta del Governo regionale non vi sarebbero più i presupposti per garantire la proroga al 31 dicembre 2013 delle attività finanziare dagli Avvisi n.1 e 2 del 2010. Così come non vi sarebbero più i margini per pubblicare, entro il prossimo giugno, il bando triennale che avrebbe dovuto, in una visione di modello cosiddetto misto (pubblico-privato), garantire il governo del mercato del lavoro in Sicilia agganciato alla programmazione comunitaria 2014/2020.

Una sorta di tsunami si abbatterebbe, quindi, sul sistema formativo regionale, con mille e 850 operatori degli Sportelli multifunzionali, a rischio licenziamento, con indubbie ripercussioni sull’intero assetto del sistema formativo regionale. Perché? Come mai soltanto a fine luglio, e cioè a poche settimane dalla scadenza del triennio di attività dei Servizi formativi, si scopre che il documento del Governo regionale sulla riorganizzazione del mercato del lavoro in Sicilia sia stato già bocciato in sede di Conferenza Stato-Regioni?

Facciamo un passo indietro per raccontarvi la giornata, al limite dell’inverosimile, che ha visto ieri protagonisti da un lato la delegazione di FLc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola e dall’altro l’assessore al lavoro, Ester Bonafede, e il dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello. Il Dopo un letargo lungo 9 mesi pareva essersi finalmente svegliata Ester Bonafede. E così è stato, dopo tanto tempo si è destata dal sonno con effetti speciali ha raggelato il settore. Perché?

Ve lo diciamo di seguito. L’assessore al Lavoro, li avrebbe preso di petto la delicata questione degli sportelli, comunicando ai sindacati che non c’è più “trippa per gatti”, scaricando su Roma e sullo scontro tra diverse ipotesi di modello gestionale del mercato del lavoro. Poi ha pensato ad un’altra genialata, lasciare i lavori in corso al dirigente generale, Anna Rosa Corsello, per raggiungere il presidente Crocetta a Palazzo D’Orleans per una delle tante conferenze stampa del Governatore siciliano. Il dirigente generale, forte degli indirizzi politici, è uscita allo scoperto gelando le aspettative di lavoratori e rappresentanze sindacali. Dopo mesi di trattative sindacali sfociate negli accordi trilaterali dello scorso 3 giugno tra Governo regionale, Snals e sindacati autonomi, e del 4 e 7 giugno con le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil, l’Esecutivo regionale, adesso, sembrerebbe rimangiarsi tutto.

Niente proroga per gli Sportelli multifunzionali e niente bando entro il mese di giugno 2014? Il rischio è paventato, non fosse altro che per la grande confusione che ancora oggi regna il assessorato al Lavoro. A far saltare l’accordo proprio la comunicazione della stessa Bonafede, approfondita poi negli aspetti tecnici dalla Corsello, con la quale, avrebbe rassegnato ai rappresentanti dei lavoratori, che l’indirizzo in Conferenza Stato-Regioni sull’organizzazione del mercato del lavoro farebbe propendere per un modello pubblico e non misto. Potrebbe saltare, in tal modo, la più volte annunciata proroga dell’attività degli Avvisi 1 e 2 del 2010 (con i quali si sono finanziate le attività del precedente triennio) e lo stesso bando indirizzato agli enti formativi, titolari, ad oggi, in Sicilia, di oltre 252 Sportelli. Se fosse confermata la notizia il settore della Formazione professionale piomberebbe nel buio assoluto. Anche questo scenario però, lo sottolineiamo, è appeso ad un filo. La confusione mista alla pochezza di idee da parte della Bonafede, frenano anche lo scenario più macabro. E allora che fare? Non resta che affidarsi ai Santi… Si, quelli romani tanto per cambiare. Vi diciamo perché.

Tutto avrebbe origine dalla presa di posizione dell’Esecutivo del presidente del Consiglio Enrico Letta orientato alla creazione di un’Agenzia nazionale volta a surrogare i compiti degli uffici regionali del lavoro e di quelli periferici. Salterebbe, quindi, l’autonomia per le singole Regioni di organizzare i propri uffici sul territorio (a meno che non lo si faccia con risorse proprie, ma in Sicilia la cosa appare ardua visto il buco di bilancio). Cos’è oggetto, allora, di scontro politico a Roma?

Ad alzare lo scontro tra i due partiti di maggioranza che appoggiano Letta e i suoi ministri la scelta del modello operativo. Quello sponsorizzato in Conferenza Stato-Regioni dagli esponenti del Pd, Tiziano Treu e Gianfranco Simoncini, Presidente, quest’ultimo, del Coordinamento delle Regioni in seno alla Conferenza Stato-Regioni, punterebbe proprio all’Agenzia nazionale su un modello pubblico composto solamente da Italia Lavoro e Isfol con l’aggiunzione, su scala regionale e provinciale dell’Inps che si aggiungerebbe al partenariato regionale che prevederebbe la costituzione di apposite Agenzie territoriali. Le sedi regionali Inps sarebbero deputati ai controlli. Resterebbero fuori, così, anche le amministrazioni regionali oltre ai soggetti privati. In contrapposizione a tale scenario il modello privato difeso in Conferenza da Maurizio Sacconi e dal Pdl.

Praticamente, Il futuro del settore è appeso ad un filo e solamente il prossimo 31 luglio si saprà l’esito dalla Conferenza Stato Regioni. Il documento presentato dalle Regioni Lombardia e Sicilia che prevedeva un approccio misto pubblico-privato è stato, come dicevamo, bocciato dalla nona Commissione in seno alla Conferenza Stato-Regioni. Oggi, dopo mesi di sollecito, richieste di incontri, chiarimento, i sindacati non ci stanno. I lavoratori non sono interessati alle beghe politiche. Irresponsabilmente il Governo regionale starebbe giocando con il futuro di mille e 850 lavoratori della filiera dei Servizi formativi. Le rassicurazioni circa i 19 milioni di euro disponibili dal Piano giovani e le economie di gestione liberate dai rendiconti dei citati Avvisi 1 e 2 che fine faranno. Salta l’accordo? Il sistema formativo rischia di rivoltarsi come un calzino perche gli effetti di una debacle dei 1850 lavoratori si estenderebbe trasversalmente anche alle altre filiere del sistema formativo, Interventi e Oif.

Sulla delicatissima vicenda che a doppio filo coinvolge i lavoratori degli enti formativi che operano negli oltre 252 Sportelli multifunzionali e la corretta scelta di un modello funzionale/operativo che governi il mercato del lavoro in Sicilia nei prossimi anni, riportiamo alcune dichiarazioni.

Per Giovanni Lo Sciuto, parlamentare del Partito dei Siciliani (PdS/Mpa) e componente della Commissione legislativa Cultura e Lavoro dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), sul futuro dei lavoratori degli Sportelli multifunzionali bisogna fare chiarezza. “Non è più tempo per le parole, adesso servono i fatti, ha dichiarato Lo Sciuto, martedì prossimo in commissione Lavoro mi auguro che il Governo regionale possa trovare la quadra, anche se la dottoressa Corsello, con la sua alta professionalità, si sta spendendo per trovare la soluzione migliore per la proroga degli sportelli. E poi l’affondo sull’Esecutivo e sui limiti dell’azione di governo in materia di lavoro. “È la politica, sottolinea il parlamentare autonomista, che deve dare il giusto indirizzo all’amministrazione”.

Critica la Cisl sul Governo regionale per come finora è stata gestita l’intera materia del lavoro. “Emerge l’incapacità di programmazione e di governo da parte del presidente Crocetta e dell’assessore Bonafede – ha dichiarato Giovanni Migliore, responsabile regionale di Cisl Scuola – poche idee e tutte confuse mettono a serio rischio e repentaglio il posto di lavoro di mille e 850 operatori degli Sportelli multifunzionali”.

E giù l’affondo sul mancato rispetto degli impegni politici. “Dopo mesi di rinvio – ha tuonato Migliore – dicendoci che il Governo era in possesso della soluzione, oggi ci ritroviamo senza risposte concrete, con una burocrazia inefficace ed inefficiente, e l’eredità del mancato rispetto dell’accordo dello scorso 7 giugno sottoscritto ai massimi vertici, dall’assessore Scilabra in rappresentanza del presidente Crocetta”.

La Cisl sottolinea che nessuno degli impegni ad oggi è stato mantenuto. “È l’ennesimo atto, ha precisato Migliore, di un Governo incapace di produrre azioni per i siciliani e per il settore in particolare. L’idea di utilizzare temporaneamente i lavoratori presso il Ciapi di Priolo sembra antica nei tempi per alimentare carrozzoni nella Regione siciliana”.

Abbiamo raccolto anche la posizione della Uil sull’argomento. “Evanescente la Bonafede su tutta la materia – ha dichiarato Giuseppe Raimondi, responsabile regionale della Uil Scuola formazione professionale -. Non possiamo avere come riferimento solamente la parte amministrativa, abbiamo la necessità di confrontarci con chi può assumere le scelte politiche e rappresentare le ragioni della Sicilia in un complicata materia come il lavoro nei tavoli nazionali, perché il sospetto è che fino ad ora chi ha rappresentato lo ha fatto male, dimostrando di non avere cognizione della materia”.

Arriva quindi la proposta. “Chiediamo al Governo regionale di monitorare con le parti sociali, in un apposito tavolo concertativo, quello che accadrà in conferenza Stato-Regioni, per meglio collaborare alla definizione della vicenda e auspichiamo che a partecipare ai lavori romani siano le migliori intelligenze che al Sicilia ha a disposizione.”

Raimondi si sofferma poi sui due livelli di discussione: il presente legato alla proroga degli sportelli per la quale sarebbero state individuate le risorse, pari a 36 milioni provenienti dal Piano di azione e coesione (Pac), che coprirebbero almeno 6 mesi di attività ed il futuro. In tal caso, la questione è quella del “come fare” per assicurare continuità delle attività degli Sportelli senza interruzione di servizio erogato ai cittadini, questione che va approfondita al tavolo tecnico. “Sul dato di prospettiva – ha sottolineato Raimondi – dopo la bocciatura da parte della nona Commissione della conferenza Stato-Regioni, del documento sul modello misto (pubblico-privato) presentato dalla Regione Siciliana, tutto si rimette in discussione”.

La Uil è sulla stessa posizione critica dalla Cisl Scuola in merito al dato politico. “Sull’emergenza stipendiale – ha precisato Raimondi – dobbiamo registrare un ritardo del Governo non più sostenibile, entro il 15 luglio scorso si sarebbero dovute evadere tutte le pendenze in favore dei lavoratori, ciò non è avvenuto, mostrandosi (l’Esecutivo regionale e la Bonafede) inadempiente rispetto agli accordi sottoscritti a giugno”.


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