Esplode una nuova querelle giuridica in questa calda estate siciliana. Il casus belli, riguarda il decreto legislativo n. 39, entrato in vigore il 4 maggio scorso. E il provvedimento che, tra le altre cose, introduce un nuovo termine: linconferibilità di alcuni incarichi. Il decreto, in particolare, fa divieto alle amministrazioni pubbliche di conferire incarichi ai propri dirigenti presso enti o società controllate dallamministrazione pubblica presso la quale lavorano. Il divieto si estende anche agli uffici di diretta collaborazione: è il caso degli uffici di gabinetto.
Irfis: Cda illegittimo, Basile incluso. Almeno secondo la legge…
Esplode una nuova querelle giuridica in questa calda estate siciliana. Il casus belli, riguarda il Decreto legislativo n. 39, entrato in vigore il 4 Maggio scorso. E il provvedimento che, tra le altre cose, introduce un nuovo termine: linconferibilità di alcuni incarichi. Il decreto, in particolare, fa divieto alle amministrazioni pubbliche di conferire incarichi ai propri dirigenti presso enti o società controllate dallamministrazione pubblica presso la quale lavorano. Il divieto si estende anche agli uffici di diretta collaborazione: è il caso degli uffici di gabinetto.
In queste ore afose ci si interroga se il Provvedimento del Governo Monti si applichi anche in Sicilia. Abbiamo sentito il parere di un paio di giuristi, i quali, un po’ sorpresi dalla domanda, ci hanno confermato che la risposta è affermativa: si applicherebbe anche qui sull’Isola.
Eppure qualcosa non quadra. Basta guardare a quello che sta succedendo all’Irfis (e non solo), la società finanziaria specializzata nel credito agevolato e nella erogazione di Fondi, partecipata dalla Regione siciliana al 100%. Dove, se il Decreto si applicasse, tutto il Cda, ad occhio e croce, non supererebbe l’esame di legittimità.
A partire dal neo Presidente (nominato dopo mesi di patemi), Rosario Basile, noto a Palermo per essere il titolare della Ksm.
Cosa c’è che non va? Sembrerebbe che l’articolo 4 del Decreto in questione dica che: “ Gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali e gli incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale e locale non possono essere conferiti a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati dalle suddette amministrazioni o enti o che abbiano svolto in proprio attività professionali, se regolate, finanziate o comunque retribuite dalle suddette amministrazioni o enti”.
Ora, Basile, sembra abbia svolto qualche attività professionale retribuita dalle ‘suddette amministrazioni’. Come apprendiamo anche dal sito della sua Ksm, società che fornisce servizi di sicurezza, tra i suoi clienti c’è anche la Presidenza della Regione siciliana.
La nomina di Basile, ovviamente è stata decisa dal Governo regionale di cui la Presidenza è la massima espressione.
Tutto a posto? Qualche dubbio c’è negli uffici della stessa amministrazione regionale.
Stesso discorso varrebbe per gli altri due componenti del Cda: Patrizia Monterosso, attuale segretario generale della presidenza della Regione, e Salvatore Parlato, capo della segreteria tecnica dellassessore all’Economia, Luca Bianchi.
Il Decreto 39, infatti, all’articolo 9, prevede che “gli incarichi amministrativi di vertice e gli incarichi dirigenziali, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, che comportano poteri di vigilanza o controllo sulle attività svolte dagli enti di diritto privato regolati o finanziati dallamministrazione che conferisce lincarico, sono incompatibili con lassunzione e il mantenimento, nel corso dellincarico, di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dallamministrazione o ente pubblico conferente”.
Lo stesso Decreto specifica lincompatibilità “tra i titolari di incarichi amministrativi di vertice (segretario generale, capo dipartimento, direttore generale e similari) nelle amministrazioni regionali e gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale”.
Qualcuno potrebbe obiettare che sia Monterosso che Parlato sono dirigenti esterni. E qui le cose si complicano. Basta leggere il parere de al Commissario straordinario dellAran, Claudio Alongi (marito della Monterosso). Secondo il quale, per molti aspetti, il ruolo di dirigenti interni e di quelli esterni, vanno equiparati.
Le norme del Decreto 39 rientrano in questi aspetti? E se no, perché?
Siamo certi che i giuristi di Palazzo d’Orléans, in queste calde ore di un Luglio palermitano, si stanno arrovellando sulla diatriba.
E siamo anche certi del fatto che, tra un po’ di tempo, partoriranno un trattato giuridico degno della scuola di Carnelutti.
Di certo non possiamo pensare che un Presidente della Regione come Rosario Crocetta, che continua ad affermare di essere sotto attacco “perché fa applicare le leggi”, e che continua a parlare di legalità e trasparenza, sia, nello stesso tempo, uno che le leggi non le applica.
Irfis, Basile è il nuovo presidente
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Sui dirigenti esterni la Regione non vede, non sente e non parla
Regione: il dirigente esterno che si pronunciò su se stesso
Così è se mi pare
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