Turismo, l’Ars diserta l’albergo diffuso. Meglio i precari…

Mentre la Sicilia brucia, senza soldi, senza lavoro, senza prospettive, a Sala D’Ercole, sede del Parlamento siciliano,si respirerebbe già aria di ferie. E pensare che il grande disagio sociale amplificato dalla generalizzata crisi economica avrebbe dovuto costituire una leva per una massiccia azione politica all’Assemblea regionale siciliana (Ars). E’ in questo quadro poco edificante che si colloca la mancata approvazione del disegno di legge sull’albergo diffuso.

A sparare a zero contro l’immobilismo dell’Ars è la parlamentare del Movimento 5 Stelle, Claudia La Rocca. Per lA parlamentare del Movimento dei grillini sarebbero “pretestuose le argomentazioni che hanno impedito di approvare una delle pochissime leggi di questo poverissimo scorcio di legislatura”.

In pratica, il disegno di legge sull’Albergo diffuso, dopo aver acquisito i pareri delle Commissioni legislative ed essere transitato in Aula per la discussione e approvazione finale è stato, invece rispedito indietro.

Furente Claudia La Rocca: “Basta con le ipocrisie, sul disegno di legge per l’Albergo diffuso c’è un vero e proprio boicottaggio. Vorremmo capire cosa c’è dietro”.

E’ un fiume in piena l’esponente del M5s all’Ars che ha apposto la firma su quella che avrebbe dovuto essere la prima legge targata Movimento Cinque Stelle. “Sarebbe stata – precisa – una delle pochissime leggi approvate dal Parlamento siciliano in questo poverissimo scorcio di legislatura. E invece no!”.

Il ritorno in Commissione del testo di legge per pretestuose argomentazioni, secondo quanto sostenuto dalla parlamentare grillina, che non tengono in alcun conto le esigenze dei siciliani le ha lasciato l’amaro in bocca e dato la stura al suo sfogo contro l’immobilismo dell’Assemblea.

“Quanto è accaduto ieri in aula – ribadisce – è un fatto gravissimo, poiché è l’emblema dell’immobilismo dell’Assemblea regionale siciliana. Il disegno di legge ha percorso un iter regolare, i problemi sollevati non esistono”.

A parere della parlamentare grillina, il testo si atterrebbe perfettamente alle caratteristiche basilari dell’Albergo diffuso, quali la distanza breve fra le unità abitative e l’edificio centrale, o come la collocazione in centri e borghi abitati e di valore. Non ci sarebbero, inoltre, problemi “urbanistici” o “fiscali”. Nulla di diverso dalle altre leggi regionali o rispetto alle altre strutture extralberghiere.

“Cosa c’è dietro al boicottaggio avvenuto in Aula? – chiede e si chiede Claudia La Rocca – Noi abbiamo già un’idea, basta con le ipocrisie”. Altro la parlamentare non vuole dire.

Ma cos’é l’albergo diffuso? Il termine ha origine in Carnia, nel 1982, all’interno di un gruppo di lavoro che aveva come obiettivo quello di recuperare turisticamente case e borghi ristrutturati a seguito del terremoto degli anni ‘70. Il modello di ospitalità “albergo diffuso” nasce in Italia. E’ stato messo a punto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico, ed ha una storia che affonda le radici nello specifico dell’ospitalità italiana, calda e relazionale. Il citato modello è stato riconosciuto in modo formale per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica che risale al 1998.

In estrema sintesi, si tratta di una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico di una città o di un paese, potendo contare su tutti i servizi alberghieri. Si tratta, in buona sostanza, di usufruire dei servizi di accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, potendo alloggiare in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni, l’area ristoro.

L’albergo diffuso è anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale. Per dare vita ad un albergo diffuso infatti non è necessario costruire niente, dato che ci si limita a recuperare/ristrutturare e a mettere in rete quello che esiste già. Inoltre un albergo diffuso funge da “presidio sociale” e anima i centri storici stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali considerati come componente chiave dell’offerta.

L’albergo diffuso è fortemente destagionalizzato, può generare indotto economico e può offrire un contributo per evitare lo spopolamento dei borghi. E la Sicilia, anziché dotarsi di uno strumento di sviluppo, preferisce andare in ferie anticipate?


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