Formazione/ Sindacati di base: pronto esposto alla magistratura contro il Governo regionale

Mentre il Governo regionale promette, assume impegni e li disattende, i sindacati autonomi della Formazione professionale diffidano e mettono in mora la Ragioneria Generale della Regione siciliana. E questa volta pare facciano sul serio, anticipando il deposito di una denuncia.

Infatti, in una nota congiunta le rappresentanze dei lavoratori: Unione Lavoratori Liberi (Ull), Asilfop, Gli Irriducibili della Formazione professionale, Cobas Formazione professionale e Cub Formazione professionale, hanno assegnato ai rappresentanti dell’esecutivo regionale un tempo limite di 20 giorni, trascorsi i quali, procederanno a depositare un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo per omissione di atti d’ufficio (articolo 328 del Codice Penale).

Il motivo della denuncia é sempre lo stesso: il mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori del settore della formazione professionale. Nella citata nota, del 10 luglio scorso, trasmessa al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, all’assessore regionale dell’Economia, Luca Bianchi e al Ragioniere Generale della Regione Siciliana, Mariano Pisciotta, gli “autonomi” chiedono l’attivazione delle procedure previste dall’articolo 4, titolo III del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 5 ottobre 2010 e dal decreto legislativo n.163 del 12 aprile 2006. Il citato articolo 4, recante“ Tutela dei lavoratori e regolarità contributiva”, disciplina l’intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza contributiva dell’esecutore e del subappaltatore.

Nello specifico, i sindacati autonomi contestano l’operato della Ragioneria Generale, la quale, stante a quanto indicato nella lettera, in diverse occasioni, in merito alla problematica del DURC presente nel comparto della formazione professionale, ha disatteso metodicamente l’applicazione delle norme previste dal citato articolo 4 del dpr n 207/2010 e dal D. Lgs. n.163/2006.

Un comportamento diverso rispetto a quello tenuto nel comparto della Formazione professionale che non trova riscontri in altri segmenti della pubblica amministrazione regionale. Proprio in altri rami dell’amministrazione regionale la normativa richiamata è, invece, regolarmente applicata dagli altri uffici decentrati della Ragioneria generale presso altri assessorati regionali, operando l’intervento sostitutivo nei casi oggetto della disciplina.

Una disparità di trattamento che sembrerebbe sottendere una compressione del diritto di una parte di lavoratori siciliani. Uno stato di cose, in buona sostanza, che farebbe emergere un diverso trattamento tra cittadini siciliani. Un fatto grave che, se dovesse trovare riscontro così come peraltro rimarcato dai sindacati autonomi nella nota, meriterebbe particolare attenzione da parte degli organi di controllo e vigilanza sull’operato dell’amministrazione regionale.

Per la verità, il settore della Formazione professionale attraversa un momento di tensione che rischia di alimentare forme di protesta eclatanti e incontrollate. Eppure il Governo regionale sembrerebbe non dare il giusto risalto alla questione sociale che rischia di esplodere e che ha registrato un caso di cronaca “pesante” nella scorsa settimana. Nella richiamata lettera le rappresentanze dei lavoratori contestano il mancato rispetto degli impegni assunti dal presidente Crocetta e dai rappresentanti del suo Governo (Nelli Scilabra, Ester Bonafede, Luca Bianchi) attraverso la sottoscrizione, lo scorso 3 giugno, di un apposito accordo.

Promesse sbandierate anche attraverso pubbliche conferenze stampa annuncianti provvedimenti in merito all’accelerazione dell’iter amministrativo per consentire il pagamento degli stipendi ai lavoratori del comparto. Promesse e impegni sistematicamente disattesi se è vero che il personale degli enti formativi continua a non percepire gli stipendi mediamente da 10 a 23 mesi.

Quali i motivi di questa “strafottenza”? A parere dei sindacati autonomi diverse sarebbero le cause. Riportiamo il passaggio sull’argomento. “Tra le cause che generano tali ritardi registriamo quotidianamente moltissime incongruenze e scollature tra gli uffici del dipartimento regionale all’Istruzione e Formazione professionale e la Ragioneria generale della Regione Sicilia la quale, a nostro avviso, parla un linguaggio e si comporta come se appartenesse ad un’altra nazione con leggi e regolamenti diversi anche se si trova ed opera in Sicilia, e quindi in Italia, dove si presume che la legge sia uguale per tutti i suoi cittadini”.

Accuse pesanti quelle rivolte al governatore della Regione, mentre il settore della Formazione professionale scoppia, ripiegando pericolosamente su se stesso. Un quadro desolante che rischia di indebolire ulteriormente la tenuta dell’impalcatura amministrativa e la già scarsa credibilità del sistema nel suo complesso. Un contesto operativo che potrebbe allarmare sia i funzionari dell’Igrue (Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea presso il ministero dell’Economia e delle Finanze) che quelli dell’Unione europea, cioè i gestori delle uniche risorse disponibili per il finanziamento delle tre filiere formative.

In tutto questo soffrono anche gli Enti formativi e soprattutto le associazioni senza scopo di lucro che non possono più assicurare la regolare erogazione degli stipendi con cadenza mensile al proprio personale. Cosa accadrà? Se si guarda indietro a quanto detto e non fatto dall’esecutivo regionale, c’è da aspettarsi poco o nulla. La speranza è l’ultima a morire. Vedremo.

 

 


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