Bankitalia: nel 2012 in Sicilia persi 38mila posti di lavoro

E’ un quadro a tinte fosche quello tracciato dalla sede siciliana della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia nell’Isola nel 2012. Anche se non mancano un paio di note positive: l’export che cresce del 8 per cento, al netto dei prodotti petroliferi, soprattutto in settori di eccellenze (dall’agroalimentare ai prodotti farmaceutici) e il turismo straniero che mantiene il trend positivo. 

Il resto è un bollettino da guerra: 38 mila posti di lavoro persi, che significano circa 3 mila nuovi licenziati ogni mese. Record per la disoccupazione giovanile che tocca il 51 per cento (8 punti in più rispetto al 2011). Giù nel baratro il Pil che scende del 2,7 per cento.

“Dal 2008 l’occupazione nell’isola si e’ ridotta del 5,8%, ma solo nel 2012 la contrazione e’ stata del 2,7 con un’espulsione dal mercato del lavoro di 38 mila persone, “la contrazione piu’ ampia dall’inizio della crisi” si legge nel report. A soffrire maggiormente sono stati i settori dell’industria in senso stretto (-4,2%) e delle costruzioni (-10%), mentre si sono mantenuti stabili gli addetti del comparto commercio, alberghi e ristoranti (0.2%). La contrazione ha riguardato sia i lavoratori autonomi che dipendenti, interessando maggiormente la componente maschile (-4%), le persone con un basso livello di istruzione (-6,3%) e i giovani fino a 24 anni (-9,8%).

“Il tasso di disoccupazione in Sicilia -si legge nel rapporto Bankitalia- e’ tra i piu’ elevati tra le regioni italiane e si confronta con un dato per il Mezzogiorno pari al 17,2% e con un tasso nazionale del 10,7%”. 

Il ricorso alla cassa integrazione in Sicilia raddoppia nel 2012. Le ore autorizzate aumentano del 37,8% rispetti al 2011, e galoppano le componenti straordinaria e in deroga, cresciute rispettivamente del 65,4%e dell’80,2%.

In questo contesto, la conferma della chiusura dei rubinetti delle banche, soprattutto quelle grosse. Tengono i vita le erogazioni le Bcc : 

“Il dato e’ dello 0,8% su base annuale mentre i finanziamenti erano cresciuti del 5,3% nel 2011 sull’anno precedente. Calano sia i prestiti a famiglie consumatrici sia alle imprese, in particolare quelle di piccola dimensione (-2%). La contrazione del credito e’ seguita anche nel primo trimestre dell’anno in corso (-0,6% a marzo, -1,4% solo per il settore privato).
I prestiti concessi dalle banche appartenenti ai primi cinque gruppi nazionali si sono ridotti del 2,2% mentre il tasso di crescita dei finanziamenti concessi dalle altre banche (seppure in deciso rallentamento) si e’ mantenuto positivo dello 0,7%.

Il rialzo dei tassi di interessi, iniziati alla fine del 2010, e’ proseguito anche nel 2012. Il tasso di interesse sui prestiti a breve termine praticato alla clientela regionale e’ salito al 7,8% a dicembre in aumento rispetto al 7,4% della fine dell’anno precedente ma con un ripiegamento rispetto al picco registrato a giugno 2012 (8%). Il costo medio dei nuovi finanziamenti a medio e lungo termine e’ aumentato nel primo trimestre del 2012 ed e’ tornato sui livelli dell’ultimo trimestre 2011: 4,9%”.


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