Formazione, il Governo Crocetta abbandona i minori a rischio

Governo regionale al bivio. Giunto alle ultime battute per l’approvazione del Bilancio e della Finanziaria, l’esecutivo mostra incertezza sul futuro della formazione professionale. Sindacati degli Enti formativi, lavoratori e maggioranza dell’Ars, compatti, chiedono il finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. Ma il Governo rinvia. Promettendo che far tutto dopo l’approvazione della manovra.

Nelli Scilabra, giovane assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, spinge per ‘scolarizzare’ i circa 8 mila e cinquecento lavoratori, chiudendo il settore per almeno 7 mesi e, naturalmente, chiudendo, forse per sempre, gli Enti. Ciò che invece sfugge ai più è l’inspiegabile silenzio del presidente Rosario Crocetta, e della sua giunta, in merito al finanziamento della prima annualità 2013/2014 dell’Istruzione e Formazione professionale (Oif). Dove sono i soldi del Capitolo di bilancio, 371401, necessari al finanziamento del settore? Quello dell’obbligo scolastico è un settore che il Governo ha totalmente lasciato allo sbandi.

Eppure l’istruzione e la formazione professionale, erogate a ragazzi in obbligo scolastico (età inferiore ai 17 anni), non rappresentano una libera e arbitraria scelta dell’esecutivo. Contrastare la devianza giovanile, la dispersione scolastica, la micro criminalità sono priorità indifferibili. Come irrinunciabile è la creazione di percorsi educativi, di istruzione e preparazione a una professione. In sintesi, si tratta del triennio di obbligo scolastico con l’opzione per il quarto anno di specializzazione per l’acquisizione di un mestiere.

In Sicilia, anche questo delicatissimo settore della società è stato relegato a una mera formula matematica. Il perché? Durante il precedente Governo, per opera del famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino), anche il finanziamento previsto per il triennio di obbligo scolastico è stato trasferito per intero su fondi comunitari. Ed ecco svelata la formula matematica. Cioè più soldi, più corsi, più “amici degli amici” da soddisfare. Per essere ancora più precisi, la prima annualità è stata finanziata interamente con le risorse statali, anziché con il cofinanziamento regionale.

Come funziona? Il Ministero del Lavoro eroga ogni anno una quota di risorse statali per contribuire al cinquanta per cento alla spesa prevista per il triennio. Stessa quota stanzia la Regione. O almeno così dovrebbe essere. Quello che è successo invece, in Sicilia, è il finanziamento per intero con fondi statali della prima annualità e lo spostamento, sul Fondo sociale europeo, della copertura del secondo, terzo e quarto anno. Operazione che si è concretizzata con l’Avviso 19/2011.

Altro aspetto che lascia perplessi è che, mentre il Ministero del Lavoro ha ridotto, negli ultimi anni, lo stanziamento per le regioni, i corsi in Sicilia sono aumentati vertiginosamente e, con essi, la spesa totale. La cosa ancora più strana è che si è ampliata la forbice tra gli Enti sul finanziamento dei corsi Oif.

In pratica, mentre Enti formativi meno fortunati hanno ricevuto 67 mila euro per coprire il costo complessivo di un corso di obbligo scolastico, altri, più fortunati (amici degli amici), hanno ottenuto fino a 320 mila euro per un corso. È il caso di certi piani finanziari presentati con l’inserimento di 25 allievi disabili e in convitto. Poi, però, le cose non sono andate proprio come descritto nel citato piano finanziario, e allora il maggior finanziamento ricevuto si perde nelle maglie di una gestione magari “allegra”. Storie incredibili sulle quali la Giustizia farebbe bene ad accertare tutti i passaggi (di denaro). Se non altro perché si tratta di minori.

Tutto questo accadeva durante il regno del ‘Viceré’ Raffaele Lombardo. E oggi? Crocetta ha cambiato tutto nel nome della rivoluzione? Macché! Tutto è rimasto come prima. Anzi, le cose sono peggiorate. Ritardi sui pagamenti, ritardi sulle rendicontazioni, mancata previsione di spesa per la prossima prima annualità. Sembra assurdo, ma anche il settore dell’obbligo scolastico è stato trasformato in campo di battaglia per contrapposizioni politico-clientelari. Tuto questo – sembra incredibile! – sulla pelle dei minori!

Non è bastata la spartizione avvenuta con la macchina infernale chiamata Avviso 20/2011. Non è bastata la spartizione con gli Avvisi 1 e 2 relativi agli Sportelli multifunzionali e Scuola/Lavoro. Adesso anche l’Istruzione e Formazione professionale. Basti pensare che la spesa per il triennio dell’Oif è passata da 35/40 milioni a circa 88, più che raddoppiando l’impegno finanziario. Un verso sollazzo. Chi ne ha beneficiato?

iversi, tanti, probabilmente anche Enti formativi in forma societaria. Di tutto e di più. Senza il benché minimo controllo. Come nel caso di decine di famiglie, della provincia di Messina, pronte a iscrivere in un Ente cattolico i propri figli a causa del ritiro per definanziamento dell’Ente in cui frequentavano i minori. Dopo mesi di attesa e ritardi autorizzativi, l’amministrazione regionale, guidata dalla dottoressa tuttofare Anna Rosa Corsello, ha dato il via libera a un altro Ente, di proprietà dell’onorevole Francantonio Genovese, politico di spicco del Pd siciliano che appoggia il governo di Rosario Crocetta, a subentrare all’associazione sospesa. Come mai la dottoressa Corsello ha privilegiato un Ente anziché un altro di ambiente cattolico?

Non si sa! È scandaloso come il presidente Crocetta, il presidente della “Rivoluzione” (mancata!), della legalità, del contrasto alla criminalità e della giustizia sociale non abbia ancora compreso che sull’Oif non si può arretrare. Il ritardo nella programmazione mette a serio rischio intere famiglie: sono oltre 9 mila, infatti, gli allievi in media iscritti ai corsi di formazione professionale realizzati dagli Enti formativi i Sicilia in questi delicato settore. Ma sono molte di più le nuove iscrizioni.

Un settore che non soffre la carenza di allievi, che risponde a precise previsioni normative, ma che non riesce a realizzare percorsi triennali e quadriennali a causa del mancato avvio di molti secondi e terzi anni per fallace gestione amministrativa da parte dell’assessorato regionale alla Formazione che, negli ultimi mesi, è stato gestito malissimo. Con responsabilità politiche e amministrative enormi e gravissime.

Un settore, ripetiamo, allo sbando senza rilevazione del fabbisogno delle professioni, senza specializzazione. Un settore lasciato al libero arbitrio degli Enti formativi che decidono quale domanda locale soddisfare. Un caos istituzionale che si riversa sulla scarsa qualità del servizio erogato. Un settore che il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra hanno erroneamente accantonato. Un settore finito nella mani di speculatori.

La Sicilia non può permettersi un tasso di abbandono della scuola dell’obbligo che aumenta, in un contesto di profonda crisi economica: un abbandono della scuola dell’obbligo che accresce le sacche di povertà dove, con estrema facilità, si annida la mafia.

La criminalità organizzata si combatte giorno dopo giorno,non con parole, ma con fatti, nei quartieri difficili e senza tante belle parole ma trovando soluzioni ai drammi quotidiani: quelle soluzioni che il Governo di Crocetta non è riuscito a trovare.

 


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