In difesa del Parco ornitologico di Palazzo d’Orleans

Quando si fanno le rivoluzioni, si sa, si possono commettere errori. Uno di questi errori, a modesto parere di chi scrive, è stato commesso con la tempesta pseudo-morale mediatica che si è abbattuta sul giardino ornitologico di Palazzo d’Orleans.

Dopo che si scoperto che la vita di 800 specie di uccelli costa 500 mila euro all’anno, anche chi non ha mai preso un libro di zoologia tra le mani, anche chi non sa nemmeno cos’è l’ornitologia (e cos’è stata in Sicilia l’ornitologia ai tempi della famiglia Whitaker), anche chi, prima di parlare, avrebbe dovuto documentarsi un po’ meglio, insomma un sacco Soloni si sono messi a fare la morale a una “spreco di risorse pubbliche”. (a sinistra, un esemplare di volatile di villa d’Orleans: foto tratta da flickr.com)

Ebbene,anche a rischio di apparire impopolari, diciamo che non siamo affatto d’accordo con la criminalizzazione del Parco ornitologico di Palazzo d’Orleans. Non vogliamo prendere le difese della famiglia Lauricella, che da oltre 50 anni si occupa con passione e dedizione dei volatili custoditi in uno dei giardini più belli di Palermo. Così come non entriamo nel merito degli esemplari di uccelli – in buona parte di proprietà privata – sui quali altri ben più competenti di noi potrebbero discettare.

Quello che ci preme sottolineare è che, la città di Palermo, nel corso dei decenni, si è dotata di un Parco ornitologico di grande valenza scientifica e naturalistica, con esemplari provenienti da tutto il mondo. Prima di trovare esorbitante il costo del mantenimento di questo Parco ornitologico, chi ha sollevato questo polverone si è informato su quanto costa il mantenimento di una struttura così complessa?

Tanti cittadini, oggi, tengono in casa cani e gatti. Quando un animale di casa sta male ci precipitiamo dal veterinario e non badiamo a spese. Ed è anche logico: perché i cani e i gatti che vivono in casa fanno parte della famiglia.

Bene. Pensate per un attimo cosa significa allestire un giardino ornitologico con specie provenienti da tutto il mondo. Per ogni specie va previsto un opportuno ricovero che dovrebbe riproporre l’habitat dove l’animale è abituato a vivere. Poi il cibo, che potrebbe cambiare da specie a specie. Quindi gli interventi sanitari, preventivi e curativi quando le condizioni lo richiedono. E, naturalmente, il personale impegnato 365 giorno all’anno.

Non sappiamo se il costo pari a 500 mila euro all’anno per il mantenimento di un Parco ornitologico – costo che ha suscitato scandalo – sia esagerato. Ma sappiamo che Palermo, a Villa d’Orleans, aveva a disposizione – a disposizione di tutti, soprattutto dei bambini – un Parco ornitologico con specie bellissime e rarissime. Che adesso rischia di chiudere.

Per la gioia di chi? Del Governo Monti e dell’Europa Unita che stanno riducendo l’Italia ad Paese di morti di fame? Quando finirà quest’ondata di stupidità generale che risparmia le cose inutili (di cui ora accenneremo) e colpisce le cose belle?

Nell’occhio del ciclone è finito – in questo caso giustamente – il Cerisdi. Un centro di ‘eccellenza’ che di eccellente, negli ultimi anni, ha solo i soldi che ‘inghiotte’, in questo caso senza assicurare alcun servizio alla collettività, a parte le chiacchiere. Il fatto che questo ‘carrozzone’ sia molto amato dalla Massoneria non migliora, ma semmai aggrava il tutto.

Nella polemica sugli sprechi, chissà perché, non abbiamo visto inserito il Coppem. In tanti anni non abbiamo mai capito a cosa sia servito e a cosa serva. Si occupa di un improbabile partenariato euro-mediterraneo. Con un costo annuo che oscilla da un milione e un milione e mezzo di euro all’anno.

Qualcuno ci dovrebbe spiegare perché i ‘moralisti si sono tanto accaniti contro il giardino ornitologico di Palazzo d’Orleans – realtà ornitologica di grande valenza scientifica e culturale – mentre nessuno si stupisce del Coppem che, a nostro avviso, è solo uno sperpero di denaro pubblico.

Forse perché il Coppem è protetto dal Pd? A noi, detto con franchezza, delle clientele del Pd non ce ne può fregare di meno. Sappiamo che questo partenariato euromediterraneo ha portato in Sicilia, in tanti anni, solo costi e chiacchiere. Tant’è vero che tunisini, libici ed egiziani sequestrano i nostri pescherecci. Nonostante i soldi che spendiamo per questo ‘partenariato. Eppure, rispetto agli sprechi del Coppem, nessuno ha proferito parola. Chissà perché.

Detto questo, sia il Coppem che il Cerisdi vengono omaggiati da ricchi contributi nella tabella H, che qualcuno vorrebbe abolire. Un errore.

La tabella H – paradossalmente – è stata una conquista democratica. Perché, alla fine, sappiamo quali somme vengono erogate a questi centri, enti, associazioni, fondazioni e quant’altro. Eliminare la tabella H significherebbe tornare agli anni in cui le elargizioni ai centri studi dei politici di tutti i Partiti venivano nascoste tra e pieghe del bilancio.

Resti in piedi la tabella H. Anche per vedere, quest’anno, quanti soldi finiranno al Cerisdi e al Coppem. La vogliamo proprio vedere tutta.

Tutto le foto sono trate da lickr.com

 


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