Approda a Economia il progetto del nuovo piano regolatore di Catania

Si è svolto ieri pomeriggio nell’Aula Magna della facoltà di Economia il seminario “Il nuovo piano regolatore generale di Catania: metodologie urbanistiche ed economico-finanziarie”, nell’ambito degli insegnamenti di Politica Economica e di Economia del turismo.

“Il seminario – come ha affermato il prof. Nino Greco, organizzatore dell’incontro – cerca di avvicinare l’economia al territorio. Solo negli ultimi anni si è cominciato a sciogliere l’handicap dell’economia: applicare modelli scientifici che, però, non consideravano né il tempo, né lo spazio”.
I relatori dell’incontro, l’ing. Angelo Greco, direttore del Dipartimento Urbanistica del Comune di Catania e il prof. Stefano Stanghellini, docente di Estimo presso la Facoltà di Architettura dell’Università IUAV di Venezia, hanno evidenziato, quindi, quei metodi economico-urbanistici utilizzati per la redazione del PRG di Catania, attualmente al vaglio del consiglio comunale.

 

Il nuovo piano regolatore, una volta approvato, sostituirà il vecchio strumento urbanistico redatto nel 1963 dal prof. Piccinato.

“Il piano Piccinato oltre ad aver avuto il merito di dare un’immagine alla città – ha affermato l’ing. Greco – per quei tempi era un piano all’avanguardia; solo che è stato realizzato in parte. Di quel progetto ad esempio, non furono realizzate le opere di urbanizzazione, il verde e i servizi più elementari, perché sono mancati gli espropri da parte della pubblica amministrazione”.

Perché individuare il motivo per cui non sono state realizzate proprio le opere basilari, per lo sviluppo di qualsiasi città, è necessario capire le caratteristiche stesse del piano Piccinato.

“In passato i piani regolatori generali venivano realizzati secondo un’impostazione dicotomica pubblico-privato – come affermato dal prof. Stanghellini – al  privato era riservato, in un certo senso, il compito di edificare in quelle zone previste nel piano regolatore, al pubblico invece era riservato l’onere di realizzare le opere di urbanizzazione e i servizi attraverso lo strumento dell’esproprio”.

 

L’esproprio rappresenta quindi un’ingiustizia sociale perché, se da un lato certi terreni, quelli adibiti ad edificazione da parte dei privati, vedranno accrescere il loro valore divenendo quindi, una possibilità di rendita per i proprietari, dall’altro terreni di analoghe caratteristiche, da espropriare per realizzare opere pubbliche, vedranno un netto ribasso del proprio valore, con danno considerevole per i proprietari.

Ogni esproprio era quindi accompagnato da ricorso alla giustizia amministrativa, con procedimenti lunghi anni e anni (anche decenni); un motivo che giustifica la ritrosia delle pubbliche amministrazioni, in tutta Italia, ad espropriare terreni. Ecco perché i piani regolatori venivano realizzati solo in parte.

“A Catania – ha continuato Stanghellini – fu presentato nel 1998 un progetto di Piano Regolatore Generale. Ma ciò causò un acceso dibattito. Esso si risolse con l’accantonamento del piano, ma con l’approvazione da parte del consiglio comunale di una delibera che sanciva inequivocabilmente che le realizzazioni di servizi e di opere di urbanizzazione si sarebbero dovute effettuare non più con il metodo dell’esproprio ma attraverso il metodo della perequazione.

Con la perequazione urbanistica si riconoscono identici diritti edificatori ai proprietari di suoli analoghi. A tutti i suoli con caratteristiche analoghe viene assegnato il medesimo indice di edificazione. I suoli quindi vengono divisi in tre parti: una parte destinata all’edificazione privata, un’altra parte alla realizzazione dei servizi necessari e per un’ultima parte ad ulteriori interventi pubblici. Insomma, la perequazione prevede l’utilizzazione privata di una parte minoritaria dei suoli e la cessione al Comune della parte maggioritaria”.

 

Con  la perequazione quindi si raggiunge il duplice risultato di equità e di efficacia. Equità perché a tutti i proprietari sono riconosciuti pari diritti edificatori. Efficacia perché l’amministrazione comunale potrà acquisire a titolo gratuito, senza più ricorrere all’esproprio, i terreni necessari per le opere di interesse pubblico. Proprio il metodo della perequazione è stato utilizzato nella redazione del nuovo PRG di Catania.

Il problema che adesso emerge potrebbe riguardare l’attuazione dei vari progetti e soprattutto il reperimento delle risorse necessarie per realizzarli.

“Per l’attuazione dei progetti – ha affermato Angelo Greco – si possono utilizzare vari strumenti, che vanno dai protocolli di intesa fino agli accordi di programma. Per il problema del reperimento delle risorse è possibile fare ricorso ai cosiddetti progetti di finanza. L’amministrazione comunale ha già utilizzato questo strumento per il secondo tratto di Viale Alcide De Gasperi, dove verranno creati mille posti auto e 20000 mq di spazi commerciali, e per il parcheggio sotterraneo di Piazza Europa. Ma questo strumento è previsto anche per la realizzazione del porto turistico sotto la stazione ferroviaria, per cui abbiamo già un promotore, e per la realizzazione del piano parcheggi”.   


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