Da giuseppe pizzino, imprenditore e presidente di progetto sicilia, il movimento che ha redatto la proposta di una moneta complementare per la sicilia, riceviamo e volentieri pubblichiamo una chiara analisi del documento di programmazione economica e finanziaria approvato dall'ars.
Il debito della Regione sale verso i 20 miliardi di euro. Ma i nostri 90 eroi stanno a guardare…
Da Giuseppe Pizzino, imprenditore e Presidente di Progetto Sicilia, il movimento che ha redatto la proposta di una moneta complementare per la Sicilia, riceviamo e volentieri pubblichiamo una chiara analisi del Documento di Programmazione economica e Finanziaria approvato dall’Ars.
I nostri magnifici 90 eroi regionali hanno appena approvato il
DPEF 2013/2017 e sono andati tutti in pausa elettorale. E stata una grande prova di responsabilità, erano tutti soddisfatti, tutti concordi, tutti Ignoranti di quanto avevano appena approvato. Nessuno di loro, compreso Crocetta, ha contezza, conosce quanto ha deliberato. Solo Armao, in quanto estensore del documento originale, forse Bianchi per copia incolla, è consapevole del contenuto del documento emanato dallArs.
Sarebbe bastato leggere alcune righe della relazione per comprendere la drammaticità di quanto si apprestavano a condividere: Lo scenario macroeconomico non mostra segnali incoraggianti. Sono ormai cinque anni che la Sicilia vive una spirale di arretramento economico e sociale che va ben oltre la congiuntura e sta diventando un dato strutturale. Una crisi di lunga durata che sta mettendo a dura prova il tessuto economico e sociale.
Lattuale ciclo negativo sta ridisegnando la mappa delle attività imprenditoriali, con il rischio di scomparsa di interi settori industriali. In questo contesto gli elementi di vitalità non riescono a compensare l’arretramento competitivo generale del sistema produttivo, con gravi riflessi sull’occupazione, caratterizzata da una strutturale carenza di occasioni di lavoro, in particolare per giovani e donne. In Sicilia cè stato un vero e proprio crollo della domanda interna.
La Regione paga in questa fase la pesante flessione dei consumi, attribuibile alla contrazione dei livelli di occupazione e dei redditi delle famiglie. A ciò, si aggiunge il grave crollo degli investimenti concentrato soprattutto nellindustria e nelle costruzioni, che giunge a livelli drammaticamente inadeguati. Questi fattori hanno determinato il peggior andamento del PIL. Senza una ripresa del processo di accumulazione capace di rilanciare lo sviluppo, la Regione continuerà inevitabilmente il suo avvitamento di recessione e crisi finanziaria: non a caso le previsioni per il 2012 non sono affatto confortanti, e danno una Sicilia in flessione del 2,7%, con unulteriore caduta dei consumi delle famiglie. Su tali risultati incidono le manovre correttive di finanza pubblica, soprattutto a causa della forte contrazione prevista nella spesa per investimenti. Ecco perché la pur necessaria politica di spending review non può che accompagnarsi ad indispensabili investimenti pubblici.
Come non bastasse lo scenario appena rappresentato, il DPEF certifica che nel periodo 2013/2015 il fabbisogno di risorse finanziarie (deficit) della Regione Siciliana sarà di ‘appena’ sette miliardi e settecento milioni. Due volte lImu sulla prima casa pagata da tutti gli Italiani. Circa 220 milioni il mese di perdite certe senza alcuna copertura finanziaria. Ogni anno dal 2013 al 2015 serviranno ‘appena’ 2,6 miliardi per pareggiare la differenza tra le entrate e le uscite del bilancio della Regione Siciliana. Anche licenziando tutti i 18.000 dipendenti regionali, che costano 1,7 miliardi, mancherebbe ancora da recuperare 900 milioni con altri tagli alla spesa, ma dove farli questi tagli?
Nessuno di loro si è domandato come faranno a coprire questa differenza, dove preleveranno i soldi per pagare le spese, nessuno di loro si è domandato come sarà possibile amministrare la Regione Siciliana se nel prossimo triennio si accumuleranno perdite di tale rilevanza, che sommati alle precedenti per quasi 13 miliardi porterà il debito complessivo della Regione Siciliana nel 2015 a circa 22 miliardi. Se a questo importo togliamo il debito verso le banche e la CDP per 6 miliardi il debito netto verso fornitori, EE.LL., dipendenti, partecipate, CIG in deroga, imprese, sarà di 16 miliardi. Le entrate correnti annuali sono stimate in circa 14 miliardi, questo vuol dire che per pagare il debito complessivo, la Regione Siciliana dovrà impiegare circa un anno e mezzo di entrate, senza sostenere alcuna spesa. Questi sono i numeri approvati e non sono in discussione.
Questi numeri dovrebbero fare tremare le vene ai polsi perché significa che non ci sarà più alcuna liquidità per affrontare sia la spesa corrente tantomeno la spesa in conto capitale, in pratica, nei prossimi mesi non sarà più possibile pagare nulla: Ato, Comuni, fornitori, partecipate, imprese, cig in deroga, nulla. Chiudiu lupimmi!
Battiato stia pure tranquillo perché anche negli altri assessorati hanno rubato tutto, stia pure sereno perché non ci sarà più nulla da rubare né alla cultura né alla famiglia né alle attività produttive, nulla e pure per tanto tempo. Scrive il buon Bianchi/Armao: Ogni azione, tuttavia, deve porsi allinterno di un disegno strategico per laggiustamento strutturale delle performance economiche e degli squilibri di finanza pubblica nella Regione. Il risanamento della finanza pubblica regionale e il processo di aggiustamento economico finanziario della Sicilia dovrà necessariamente avvalersi del supporto dello Stato, attraverso un programma di interventi da definire e da attuare nellambito di una cooperazione rafforzata allinsegna di una rinnovata stagione di leale collaborazione, secondo quanto la recente esperienza della riprogrammazione delle risorse comunitarie per lo sviluppo ci rassegna.
In pratica, dice Bianchi/Armao che se non arrivano i soldi da Roma siamo alla fame, fine analista, grande sintesi e chiaro il programma del Governo: elemosinare a Roma! Così hanno fatto Armao/Lombardo con Monti lanno scorso, così si illudono di fare Bianchi/Crocetta con Bersani questanno. Poveri illusi! Pensano di chiedere allo Stato di devolvere gli incassi dellImu di due anni per pagare il deficit di tre anni della Regione Siciliana, robetta! Chi pensa che Crocetta, con le sue uscite elettorali, sia riuscito a conquistarsi la fiducia delle banche o di Roma resterà amaramente deluso. Le banche leggono i bilanci, leggono il DPEF appena approvato, leggono la relazione della Corte dei Conti, che sta per arrivare, leggono pure il programma di risanamento del Governo, che nel nostro caso non esiste, e di fronte a quanto sopra e in considerazione del rating BBB negativo della nostra Regione non sarà in alcun modo possibile ottenere alcuna forma di finanziamento per pagare le spese correnti.
Roma, dopo le elezioni, chiunque vinca, dovrà rispettare i vincoli di pareggio di bilancio, che non le consentirà di fare elemosine e/o elargizioni pro Sicilia. Chi pensa che Roma, prima di risolvere il dramma ancora irrisolto dei terremotati dellAquila e dellEmilia Romagna, possa soddisfare le pretese di una regione che invece di programmare crescita e sviluppo chiede risorse per il pagamento di sprechi, abusi e privilegi è fuori dal contesto economico e sociale dei tempi che ci apprestiamo a vivere. Nessun prestito dalle banche, nessuna elargizione da Roma. U scieccu unni cadiu so susiri. Questa è la realtà, questi sono i numeri, questi sono gli uomini, che dovranno affrontare questa situazione, nessun programma, nessuna idea, nessuna risorsa.
Viva la campagna elettorale che nasconde la polvere sotto il tappeto, peccato duri poco, poi saremo consapevolmente informati di quello che ci aspetta. Lo so che è unespressione forte ma, sono certo, anche se mi auguro di sbagliare che il sangue scorrerà a fiumi, peggio che in Grecia, peggio che in Spagna. Bisognava essere onesti e chiari con i Siciliani, bisognava che fosse stato detto a chiare lettere quale che era la situazione e quello che stava per succedere. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Solo Progetto Sicilia da oltre un anno esterna, manifesta, comunica lo stato di fatto della situazione economica/finanziaria della nostra Regione Siciliana, da oltre un anno pubblichiamo i numeri del disastro che ci apprestiamo a vivere, ma non ci siamo limitati solo a rappresentare la situazione così come è realmente, abbiamo anche indicato, suggerito, consigliato un percorso alternativo di benessere sociale per tutta la Sicilia e per tutti i Siciliani.
Abbiamo anche indicato come è possibile creare crescita e sviluppo sostenibile in Sicilia, dove investire e dove trovare le risorse necessarie per sostenere questi investimenti, nessuno ci ascolta, non interessa a Crocetta, non interessa ai suoi Assessori non interessa ai nostri 90 magnifici eroi. Loro non hanno contezza di quanto hanno approvato, Loro non conoscono i numeri, Loro non hanno alcun programma.
Progetto Sicilia ha pubblicato un libro che è un programma di crescita e di sviluppo, il fine del programma è il lavoro, lo strumento è un sistema monetario regionale complementare al sistema delle banche centrali europee che consenta di recuperare le risorse necessarie per realizzare piena occupazione in Sicilia, 250.000 nuovi posti di lavoro. Scusate se è poco.
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