Grillo al 25%? Chi lo attacca (Monti) fa il gioco di Berlusconi

di Politicus

A prima vista l’attacco sferrato da Mario Monti al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è sembrato una manifestazione di forza. In realtà, come ora proveremo a raccontare, è una testimonianza di debolezza.

E’ evidente che Monti, Bersani e Casini avvertono due cose. La prima è che Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, nonostante l’ostracismo, guadagna consensi ogni giorno che passa (quasi tutti a spese del Pd). La seconda cosa – che è quella che preoccupa di più il capo del Governo uscente del nostro Paese e il segretario del Partito democratico – è che, con molta probabilità, quando Grillo afferma che ormai il Movimento 5 Stelle è il primo Partito d’Italia dice la verità.

Noi, a differenza di Monti, Bersani e Casini, che hanno chiaro il quadro della situazione (soprattutto con i sondaggi riservati che a loro non mancheranno di certo), non consultiamo sondaggi. Anche perché, come abbiamo più volte scritto sul nostro giornale, preferiamo fidarci del nostro intuito: quell’intuito che, ad esempio, ci ha portato a scrivere, prima del risultato delle elezioni regionali del 28 ottobre dello scorso anno, che il Movimento 5 Stelle, in Sicilia, avrebbe avuto un grande risultato.

I fatti ci hanno dato ragione. I grillini sono la prima formazione politica della nostra Isola. Caso unico nella storia dell’Autonomia siciliana, partendo da zero hanno conquistato 15 seggi a Sala d’Ercole. Impresa che non è riuscita, nel 1959, nemmeno all’Unione siciliana cristiano sociale di Silvio Milazzo, che pure, nella campagna elettorale di quell’anno, riempiva di gente le piazze della Sicilia.

I grillini, oggi, oltre che riempire le piazze di tutta l’Italia, volano come il vento sulla rete internet. Con molta probabilità, Monti, Bersani e Casini debbono aver intuito che il Movimento 5 Stelle è al 20 per cento, forse al 22, forse al 25 per cento. Chissà. E questo li sta facendo letteralmente impazzire di rabbia e di invidia.

Da qui le parole senza senso di Monti. Che ha accusato Grillo di voler fare diventare l’Italia come la Grecia. Con la gente in piazza che protesta. Dimenticando che se i greci, oggi, non hanno nemmeno i medicinali per curarsi (ci riferiamo alle medicine per curare il cancro), ebbene, questo è dovuto alle misure che l’Unione Europea ha adottato contro questo Paese considerato “troppo indebitato”. Sono stati gli speculatori della finanza e l’Unione Europea a gettare nella disperazione la popolazione greca: quell’Unione Europea degli affari e della finanza che Monti personifica e difende.

‘Digiuno’ in materia di cultura politica, Monti, con le sue parole, ha dimostrato di conoscere molto approssimativamente le regole della comunicazione. Per almeno due motivi. In primo luogo, perché un attacco frontale di questa portata, non sorretto da motivazioni plausibili e verificabili è, come già accennato, una manifestazione di debolezza. In secondo luogo, perché la fragilità delle accuse che ha mosso a Grillo sono, in realtà, lo specchio quasi psicanalico della propria ‘anima’ di politico ‘inventato’ e senza futuro. Di fatto, Monti ha provato, in modo goffo e poco lungimirante, a scaricare su Grillo responsabilità che pesano, invece, sull’Unione Europea e, perché no?, anche sulla sua coscienza.

Un clamoroso autogol politico ed elettorale, insomma. Se Monti, non sappiamo consigliato da quale ‘genio’ della comunicazione, ha pensato, con le sue parole riportate da giornali e tv, di convincere gli elettori intenzionati a votare Grillo a non votarlo, beh, ha in realtà ha fatto un buco nell’acqua.

Perché Monti, considerato nell’immaginario collettivo come “l’uomo delle tasse” che ha provato anche a buttare in mezzo la strada una categoria di pensionati (leggere gli esodati), parlando male di qualcuno lo accredita e non lo scredita.

Di conseguenza, il Movimento 5 Stelle non verrà solo votato dagli elettori intenzionati a votarlo ma, grazie alle parole di Monti, verrà votato anche da altri indecisi.

Non solo. Essendo ormai noto a tutti che Monti è alleato di Bersani, Casini e anche di Nicki Vendola, l’errore commesso dal Professore si ripercuoterà anche sul Pd, sull’Udc e su Sel.

In altre parole, la sortita infelice di Monti, indebolendo Pd, Udc e Sel, ha finito con l’avvantaggiare Berlusconi. Qualcuno dovrebbe spiegare a Monti che, a pochi giorni dal voto, quando si è accompagnati da fama non eccelsa, l’unico rimedio per ridurre i danni è il profilo basso e non certo gli attacchi, peraltro senza costrutto, agli avversari. Che, proprio da questi attacchi hanno tutto da guadagnare.

A meno che l’obiettivo non sia quello di avvantaggiare i propri avversari, per esempio il Cavaliere. In questo caso Monti sarebbe un genio…

Dice un vecchio adagio: “Prima o poi il potere si separa dagli stupidi…”.

 

 


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