Napolitania e Indipendentisti siciliani: tutti insieme per liberare il Sud

Se esiste la Padania di Bossi e di Maroni esiste anche la Napolitania, una grande area tra Napoli e dintorni che lotta per la libertà. Insomma, se i leghisti vogliono liberarsi di “Roma ladrona”, perché sono convinti che il Governo centrale foraggia il Sud d’Italia con i soldi del Nord del Paese, i meridionali replicano pan per focaccia, ricordando che quando nel Sud d’Italia c’era già la filosofia in Lombardia pascolavano le mucche.

Se fino a ieri alcuni pensavano che gli indipendentisti fossero solo un retaggio siciliano del separatismo, oggi debbono prendere atto che anche i napoletani cominciano a sognare la libertà del Sud.

Si inserisce in questo filone l’imminente visita del Generale Antonio Pagano, Presidente del “Fronte di Liberazione Nazionale della Napolitania” con gli Indipendentisti del Fronte nazionale siciliano (Fns).

Un comunicato del Fronte nazionale siciliano informa che l’incontro tra il leader della Napolitania e il leader degli Indipendentisti siciliani, Giuseppe Scianò, avrà luogo a Palermo, martedì 5 febbraio, alle 16,00, nella sede dell’Fns (via Brunetto Latini n. 26).

“Sarà un preziosa occasione di confronto politico e culturale sia per le problematiche che saranno trattate, sia per la personalità dell’ospite napoletano, autore di molte pubblicazioni, di alto valore storico e politico, sulla Conquista del Sud”, dice Giuseppe Scianò, da sempre leader degli Indipendentisti siciliani.

Oltre ai dirigenti del Frunti Nazziunali Sicilianu saranno presenti anche i rappresentanti dell’Associazione Culturale “Sicilia-Catalunya”. 

“Questo incontro – aggiunge Scianò nella foto a destra) – tende a dimostrare che la questione meridionale e questione siciliana non sono affatto chiuse. Si tratta, infatti, di questioni sorte con la conquista e l’occupazione della Sicilia e della Napolitania e con la loro riduzione in colonie di sfruttamento da parte dell’armata anglo-piemontese-sabaudo-ungarica camorristica e mafiosa, nel 1860 e negli anni successivi”.

“Oggi – precisa sempre Scianò – riproponiamo le suddette questioni, anche nella considerazione del fatto che lo status di ‘colonie interne’ allo Stato italiano, sia della Sicilia che della Napolitania, sono rimaste fondamentalmente identiche, anche in rapporto ai fatti intanto intervenuti. Sono questioni che riproponiamo con dovizia di argomenti, con maggiore energia, con indignazione e soprattutto con la forza della ragione e del diritto”.

L’esempio di quanta ragione ci sia nella protesta degli Indipendentisti siciliani e dei leader della Napoletania lo abbiamo sotto i nostri occhi proprio in questi giorni con la vicenda scandalosa del Monte dei Paschi di Siena.

Negli anni ’90, con la scusa che le grandi banche erano in ‘sofferenza’, noi meridionali siamo stati privati del nostro sistema di credito di riferimento. In piedi non c’è più nemmeno una grande banca del Sud.

I massoni della Banca d’Italia hanno regalato il Banco di Sicilia e la Sicilcassa alle grandi banche del Centro Nord Italia. Che, grazie al patrimonio di queste due grandi banche siciliane (e del proprio patrimonio: valgano per tutti gli esempi dei cinque grandi hotel che facevano capo a una società del Banco di Sicilia: l’Hotel San Domenico di Taormina, l’Excelsior, il Villa Igiea e Le Palme di Palermo, l’Excelsior di Catania) hanno ripianato i propri debiti.

Oggi che il Monte dei Paschi di Siena è finito in crisi perché ‘alleggerito’ dai politici, la Banca d’Italia e lo Stato hanno erogato un ‘prestito’ di quasi 4 miliardi di euro a questa banca toscana. E lo hanno fatto con i soldi di tutti gli italiani. E lo sapete qual è il bello? Che il Monte dei Paschi restituirà o soldi solo se andrà in attivo, altrimenti non restituirà un tubo! Invece le banche del Sud sono state fatte a pezzi e cedute alle banche del Centro Nord. (foto sopra tratta da varamessina.it)

I soldi dei cittadini del Sud, checché ne dicano i leghisti, sono finiti nelle ‘casse’ del Monte dei Paschi di Siena. Mentre a noi meridionali non è rimasto nemmeno uno straccio di grandi banche.

Anzi, al danno si è aggiunta la beffa. Unicredit, il gruppo che ha inglobato il Banco di Sicilia, ha trasferito la sede sociale dello stesso Banco di Sicilia nel Nord Italia, intascando le imposte che la banca pagava ala nostra Regione. Il risultato è che quello che è stato il Banco di Sicilia paga, adesso, 300 milioni di euro all’anno al Nord. Soldi che sono stati tolti alla Regione siciliana.

Questo ci dice che è giunto il momento di ribellarsi a queste ingiustizie pilotate dallo Stato e dalla Banca d’Italia. Ben vengano gli Indipendentisti . E ben venga la Napolitania. Uniti nella libertà.

 


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