Perché il Mizar sì e il casinò di Taormina no?

In una Sicilia ormai piena di sale giochi, a Mazara del Vallo arriva un nuovo luogo dove scommettere un sacco di soldi. Tutto legittimo, per carità. Come racconta il nostro Giuseppe Messina nel suo servizio, gli indicatori economici oggi ci dicono che i turisti scelgono una meta turistica anche in ragione dell’eventuale presenza di casinò. In fondo, Malta – e questo è ormai risaputo – è meta di tanti turisti anche per la presenza del casinò.

A questo punto, però, chiediamo al Governo nazionale: come mai, per l’apertura di migliaia di sale giochi – adesso, anche, di un grande luogo dove scommettere, come il Mizar di Mazara del Vallo – non ci sono problemi di riciclaggio, mentre il casinò di Taormina non può riaprire per ‘eventuali’ problemi di riciclaggio?

Proprio l’imminente apertura del Mizar di Mazara del Vallo ci fornisce l’occasione per ribadire che il “no” alla riapertura del casinò di Taormina è un fatto politico: una scelta politica ‘colonialista’ di un Governo nazionale che tratta la Sicilia come l’ultima delle colonie. (a destra, la sede del casinò di Taormina, chiuso nei primi anni ’60 del secolo passato)

Il motivo per il quale il casinò di Taormina non deve riaprire è legato al fatto che lo stesso casinò attirerebbe gli appassionati del gioco che, oggi, scelgono i casinò del Nord Italia. Dove – lo dimostrano le inchieste di questi ultimi mesi – la criminalità organizzata ha ormai salde radici. Quindi il rischio dei riciclaggio di denaro sporco è presente in tutta l’Italia. Ma il casinò non si riapre solo in Sicilia.

Tra le tante cose che la Sicilia deve ridiscutere con lo Stato italiano c’è anche l’odioso “no” al casinò di Taormina. Un “no” che, lo ribadiamo, è il frutto di un’opzione colonialista e antimeridionale.

 

 


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