L’Italia, le botte agli studenti e la democrazia azzoppata

L’ottimo zio Vincenzo, se lo accompagnavo in una passeggiata, quando passava davanti ad una caserma, guardando i piantoni davanti alla porta soleva dire: “Li hanno messi lì per non fare entrare la logica”. Purtroppo, col passare degli anni mi sono reso conto che la cosa è ben più grave: sono lì per non fare uscire qualche scomoda verità.

Qualunque cosa succeda dentro quei “limiti invalicabili”, non solo caserme, non solo commissariati o stazioni di carabinieri, a privati cittadini troppo spesso non ha un colpevole, ma è dovuto al caso, è stata una fatale coincidenza, è stato frutto di provocazione etc .. etc.. Un po’ come quando un agente, inseguendo un sospettato, tenendo la pistola in pugno (perché poi), inciampa, cade, e dalla pistola parte accidentalmente un colpo che per una serie di incredibili circostanze sfortunate colpisce a morte l’inseguito. I difensori dell’ordine pubblico fanno quadrato, tendono solidalmente i muscoli, dalla truppa ai graduati, dagli investigatori ai procuratori, dai medici legali agli avvocati di Stato. Il messaggio è forte e chiaro: le forze dell’ordine non si toccano, hanno sempre ragione e la giustizia se la amministrano nel loro foro interno. Guai a chi dall’esterno cercasse la verità. Chi lo farà sarà bollato come provocatore, anti italiano, rompicoglioni e chi più ne ha più ne metta.

Che cosa ci azzecchi tutto questo con la democrazia reale è presto detto. Nulla, proprio nulla. C’è da pensare che lo Stato, la sua coesione, la sua tenuta complessiva, si reggano esclusivamente su di loro, che se venisse a mancare la fiducia in loro la nazione si sfalderebbe. Del resto, gli stessi giornalisti non si sono mai azzardati, loro che si gloriano di essere i guardiani della democrazia, ad affrontare il tema dei guasti nelle e delle forze dell’ordine in una indagine approfondita, in quelli che una volta nel vero giornalismo si chiamavano reportage. Eppure tutti sanno bene che i danni che può fare un poliziotto o un carabiniere corrotto sono incalcolabili (e ne abbiamo avuto prova). “Pericolosissima è l’ingiustizia munita di armi” tuonava Aristotele (questo per dire quanto è antico il fenomeno).

Ho preso spunto per questa riflessione dalle assicurazione del ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, circa la punizione che attende inevitabile i responsabili delle manganellate sui ragazzi durante le manifestazioni studentesche di alcuni giorni fa. Belle parole. Sono le stesse assicurazioni che abbiamo già sentito per i casi Scieri, Cucchi, Giuliani, e tanti altri, una ghiacciata moltitudine di morti senza tomba, i cui familiari e avvocati vengono sballottati qua e là e la cui dignità viene calpestata e vilipesa, probabilmente per difendere qualche tirannello manesco e senza onore che ha approfittato del suo status per dare sfogo alle sue frustrazioni e disonorare la divisa.

Questo, non mi spavento a dirlo ma me ne vergogno, è un Paese parafascista, in cui se qualcuno si permette di levare la voce contro un comportamento palesemente violento di componenti delle forze dell’ordine scatena le oche in Campidoglio: tutte le forze politiche, a cominciare dall’estrema destra (ed è comprensibile, la stupidità vi pesca a piene mani), alla sinistra (che fu di lotta e che ora è solo di governo), è un coro univoco di elogi, di distinguo, di “l’esercito non si tocca, i carabinieri nemmeno, la polizia poi…”. E chi li voleva toccare? Si è soltanto stigmatizzato il comportamento di un carabiniere, un poliziotto, un soldato e si è chiesto l’accertamento della verità . E’ terrorismo? E’ antipatriottismo?.

Tutti i Paesi hanno gravi deficit di democrazia. Vi sono istituti all’interno del loro sistema istituzionale che per loro definizione sono un vulnus ai diritti costituzionali. Vediamoli. I servizi segreti. Ci sono uomini sconosciuti in mezzo a noi (magari i nostri vicini di casa, che ci salutano cortesemente, che accarezzano i nostri figli), che in realtà fanno lavori sporchi per conto dello Stato democratico e repubblicano. Chi controlla i loro limiti d’azione se lavorano sotto copertura? E’ o non è una contraddizione illogica?

E poi, i fondi riservati. Ci sono organismi dello Stato democratico che maneggiano denaro, fiumi di denaro pubblico, senza rendere il conto ai cittadini dell’uso che di quel denaro, fornito attraverso le tasse, è stato fatto.

Il segreto di Stato. Se il governo vuole, qualunque accertamento della verità può essere intercettato opponendo il segreto di Stato. E così, per sintetizzare, un uomo che non conosciamo può comprare un fucile con i nostri soldi, uccidere un qualunque cittadino nel superiore interesse dello Stato che a sua volta può bloccare l’inchiesta opponendo il segreto di Stato. Questo che sembra la trama di un film può succedere ogni giorno. E’ già successo, succederà ancora. Che fine ha fatto, un esempio tra tutti, il giovane Piazza? Che fine hanno fatto gli agenti che sventarono l’attentato dell’Addaura a Giovanni Falcone?

Questa immunità, questa intoccabilità è la concausa (la causa principale è la miseria morale della politica del secondo dopoguerra e che oggi è diventata incontenibile e irreversibile) che ha fatto diventare mafia camorra e ndrangheta da fenomeno di costume, (vi ricordate Pascalone e’ Nola e Pupetta Maresca, i contrabbandieri di sigarette) a fenomeno delinquenziale di livello internazionale. Dalle sceneggiate nei vicoli alla trattativa con lo Stato, tra uguali.

Quello stesso Stato che teneva e tiene un Parlamento fatto anche di collusi, di indagati, di mediatori e faccendieri, di condannati, difendendoli a spada tratta. Andreotti, senatore a vita della Repubblica democratica fondata sul lavoro, non è stato condannato per collusione con la mafia solo perché il reato, accertato, è andato prescritto. Una accolita così deve tenersi buoni quelli che hanno il compito di perseguire i loro delitti, e, per la par condicio, anche i militari.

Perché, di fronte a questo scempio, il braccio armato dello Stato non dovrebbe cedere nei suoi punti umanamente più deboli? E ancora, se il Comandante generale della Guardia di Finanza si fa portare le spigole fresche usando per fini personali l’aereo di Stato, perché un maresciallo non dovrebbe chiudere un occhio se il suo pescivendolo ogni tanto si dimentica di fargli lo scontrino? E se è così,perché non se può parlare?

 


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