Rynair? Non può fare all’Italia quello che l’Italia fa alla Sicilia…

Ryanair? Deve pagare le imposte in Italia. Basta furbizie. Lo dice il Governo del  nostro Paese. E tra poco lo ribadirà il Parlamento con una legge.Insomma: gli irlandesi della compagnia aerea non debbono fare allo Stato italiano quello che lo Stato italiano fa alla Sicilia.  

Insomma: lo stesso Stato che nega alla Sicilia la territorializzazione delle imposte, prevista dall’articolo 37 dello Statuto speciale (parte integrante della Costituzione), chiede a Ryanair, la compagnia di volo low cost, di versare i tributi in Italia e non in Iralanda, dove ha la compagni aerea tiene sede legale (e dove il prelievo è ampiamente sotto il 20% degli utili).

La richiesta è contenuta  nel comma 1 dell’articolo 38 del decreto sviluppo.  La norma, che passerà  all’esame del Senato, fissa con precisione cosa debba intendersi per “base aerea” specificando che essa si ha in presenza di «locali e infrastrutture dove si esercita in modo stabile e continuativo l’attività di trasporto aereo avvalendosi di lavoratori dipendenti».

Ryanair ha sempre sostenuto di non avere un solo dipendente in Italia, che il suo personale sarebbe qui solo “di passaggio”. La questione è controversa.

 Mentre le altre compagnie aeree estere che hanno una postazione italiana assumono dipendenti secondo regole italiane (come Lufthansa Italia, Air France Italia), Ryanair fa firmare i contratti a Dublino dove la tassazione sugli stipendi è mediamente intorno al 12% mentre da noi è al 37%.

La Procura di Bergamo ha già contestato alla compagnia 13 milioni di euro di evasione fiscale.

Ma quello che ci sembra interessante sottolineare è la coerenza dello Stato italiano. Che, quando vuole, gli argomenti li trova. E, quando non vuole, fa orecchie da mercante. Come nel caso della Sicilia. Nella nostra Regione operano industrie e banche che, però, hanno sede sociale in altre regioni italiane. 

Nel caso delle industrie chimiche è una beffa: lasciano in Sicilia tanto inquinamento e pagano le imposte nel Nord Italia, per lo più in Lombardia. Un’ingiustizia che lo Stato italiano tollera. Cosa, questa, che è stata contestata qualche giorno fa, in Tv, dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Da qui il suo impegno per far pagare a questi gruppieconomici le imposte in Sicilia. 

C’è anche una beffa targata Banco di Sicilia. Le banche del Centro Nord Italia, con l’appoggio della Banca d’Italia, si sono impossessate delle nostre banche. Nel caso del Banco di Sicilia per un po’ hanno continuato a tenere la sede sociale nella nostra Isola. Poi Unicredit che ha riscosso grande ‘successo’ con i subprime, ha deciso di togliere dalla Sicilia la sede sociale. Portandosela a Milano. Facendo perdere alla Sicilia decine e decine di milioni di imposte.

Beffa su beffa, lo Stato ruba alla Sicilia , come vi abbiamo raccontato qui, la maggior parte delle imposte e dei tributi, che secondo la Costituzione, dovrebbe restare all’Isola.

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