Record di fischi per il governo Monti. Fabbriche di fischietti per uscire dalla crisi?

In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, l’unica via d’uscita sono le idee innovative. Quelle che riescono a sfidare un mercato in continua evoluzione e sempre più competitivo. Quelle che riescono a sfidare il crollo dei consumi che ha bloccato l’economia.

In Italia, ad esempio, cresce n maniera esponenziale, la domanda di fischietti. Avete letto bene. Lo strumento a fiato che produce un fischio acuto (o un sibilo) attraverso la compressione di un flusso d’aria.

Questa potrebbe essere una idea imprenditoriale vincente: produrli e distribuirli attraverso una rete di vendita capillare. Anche all’estero, dove il mercato non è ancora saturo.

Analisi di marketing , infatti,  concordano sulla nuova opportunità di business, basata su una semplice osservazione di fatti e comportamenti: non c’è ministro del governo Monti che non sia  sonoramente fischiato ogni volta che si presenta in pubblico. 

Non si contano le occasioni che hanno visto al centro di sonoro dissenso la ministra del lavoro, Elsa Fornero. Ma, anche gli altri non hanno nulla da invidiare. Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ne sa qualcosa. Ma anche quello alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e alla Cultura, Lorenzo Ornaghi,  non scherzano (nei giorni scorsi al teatro Eliseo di Roma, in occasione degli stati generali della Cultura, entrambi sono stati celebrati da un coro di protesta).

Ma non è tutto. Il dissenso rumoroso ha accolto anche la ministra dell’Interno, Anna Cancelleri, a Rimini, ad esempio, al Palazzetto dello Sport, incontrando gli studenti.

Lo  stesso premier, Mario Monti, è stato sonoramete fischiato davanti alla Bocconi, a Milano. Tafferugli inclusi.

Insomma il governo dei non eletti, della macelleria sociale, espressione dei poteri finanziari europei, sta segnando il record dei fischi ricevuti.

Trasformare la crisi in opportunità significa anche rispondere alla domanda degli italiani, che chiedono sempre più strumenti a fiato per contestare, a colpi di fischi, la politica di un esecutivo che li sta stritolando nel nome delle caste targate Ue.

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