La Gesap? Comandano gli uomini di Diego Cammarata (con Roberto Helg)

Immaginate una società per azioni dove i soci – che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi – finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori – che alla fine sono nominati dai soci – si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Vi sembra una follia, vero? Specie se i soci, alla fine, sono soggetti pubblici. In questo caso a ripianare il ‘buco’ di 4,5 milioni di euro saranno gli ignari cittadini. Saranno loro, in questo caso, i ‘cornuti e mazziati’.

Ebbene, a questo punto potete smetterla di immaginare questo scenario come fantasioso e prendere atto che si tratta di una realtà. Tutto quello che abbiamo descritto succede a Palermo. E, precisamente, all’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ già Punta Raisi. Qui opera la Gesap, società che gestisce i servizi aeroportuali.

Di questa società LinkSicilia si è occupata più volte. Questa è una società dove succedono le cose più strane. Dove proliferano i consulenti esterni. Dove alcuni servizi vengono ‘appaltati’ a ditte esterne. E dove gli amministratori comandano più dei soci che ‘cacciano’ i soldi.

Sono storie incredibili che possono succedere solo a Palermo. I soci della Gesap sono la Provincia di Palermo (oltre il 40 per cento delle azioni), il Comune di Palermo (30 per cento delle azioni), la Camera di Commercio, sempre di Palermo, con il 23 per cento circa delle azioni e il Comune di Cinisi con il 3,5 per cento circa delle azioni (sono presenti, poi, tanti piccoli azionisti).

I consiglieri di amministrazione sono cinque. Due li esprime la Provincia, due il Comune e uno la Camera di Commercio. Perché, oggi, in Gesap, c’è tutto questo ‘casino’? Semplice: perché l’ex Sindaco di Palermo, Diego Cammarata – quello che è ‘scappato’ lasciando il Comune con i ‘buchi’ di bilancio – prima di ‘scappare’ ha nominato i due consiglieri di amministrazione della Gesap.

I due consiglieri di amministrazione della Gesap nominati dal Comune, in combutta con il consigliere di amministrazione nominato dalla Camera di Commercio (Roberto Helg), di fatto contro i due consiglieri nominati dalla Provincia regionale di Palermo, governano (male, molto male) la Gesap.

Ormai sono quattro mesi che, negli uffici dell Gesap, la ‘guerra’ va avanti. Cammarata presiedeva una giunta comunale di centrodestra. Non avrebbe dovuto nominare i due consiglieri di amministrazione della Gesap che spettano al Comune, se è vero che esiste il cosiddetto spoil system (oggi il Comune di Palermo, è noto, è amministrato da una giunta di sinistra). (a destra, un’immagine sorridente di Roberto Helg tratta da qds.it: noi, però, non ci troviamo nulla da ridere…)

Ma Cammarata non conosce lo spoil system: ha nominato Antonio Cognata Sovrintendente del Teatro Massimo (incasinando il Teatro Massimo); e la stessa cosa ha fatto alla Gesap. Le polgtrone prima di tutto, direbbe l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. 

In teoria anche il presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, dovrebbe essere di centrodestra. Ma – logicamente, questo Avanti non ce lo dirà mai – anche lui è letteralmente nauseato della gestione portava avanti dai due consiglieri di amministrazione nominati da Cammarata che gestiscono la Gesap insieme a Roberto Helg.

Gestiscono è una parola grossa: perché in realtà, alla Gesap, a gestire tutto è il direttore generale, Carmelo Scelta, protetto dai due consiglieri i amministrazione nominati da Cammarata e da Roberto Helg.

Qualche mese fa i soci – cioè chi tira fuori i soldi – hanno deciso di togliere tutti i poteri al direttore generale. Ma due giorni fa – come abbiamo scritto noi di LinkSicilia – i ‘soliti noti’, ovvero i due consiglieri nominati da Cammarata e Roberto Helg, contravvenendo alle indicazioni dei soci, hanno restituito tutti i poteri al direttore generale.

Siamo all’incredibile. Sì, proprio all’incredibile. Perché l’amministratore delegato della Gesap, Dario Colombo, nominato dalla Provincia regionale di Palermo, era assolutamente contrario alla restituzione dei pieni poteri al direttore generale. Ma non ha potuto far nulla, visto che, pur essendo stato nominato amministratore delegato, non ha ancora le deleghe. In tutto questo l’altro consigliere di amministrazione nominato dalla Provincia regionale di Palermo, Domenico Di Carlo, si è dimesso.

Tutto quello che sta succedendo, nell’assoluto disinteresse di tutti, è incredibile. Perché, in tutto questo, la gestione della Gesap è fallimentare. Ci sono, lo abbiamo ricordato, 3 milioni di euro di debiti (più un altro milione e mezzo di euro di debiti di un’altra società interamente controllata da Gesap). In totale, 4,5 milioni di debiti. 

Debiti che, alla fine, verranno pagati con i soldi degli ignari cittadini siciliani. E dai lavoratori, che rischiano la Cassa integrazione. I quali, giustamente, non ci stanno e, se finiranno in Cassa integrazione, minacciano di bloccare l’aeroporto di Palermo. Un atto estremo: ma forse l’unico per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sfascio della Gesap.

Pensavamo di esserci liberati di Cammarata. Ci siamo sbagliati. La sua presenza ‘aleggia’ ancora al Teatro Massimo (eccome se aleggia!) e alla Gesap.

Quando finirà tutto questo ‘bordello’ a Palermo?

 

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Immaginate una società per azioni dove i soci - che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi - finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori - che alla fine sono nominati dai soci - si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Immaginate una società per azioni dove i soci - che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi - finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori - che alla fine sono nominati dai soci - si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Immaginate una società per azioni dove i soci - che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi - finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori - che alla fine sono nominati dai soci - si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Immaginate una società per azioni dove i soci - che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi - finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori - che alla fine sono nominati dai soci - si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Immaginate una società per azioni dove i soci - che alla fine sono quelli che ci mettono i soldi - finiscono per diventare i ‘sottoposti’ agli amministratori. Immaginate una società per azioni dove gli amministratori - che alla fine sono nominati dai soci - si ribellano agli stessi soci, cioè ai loro padroni, e con i soldi dei loro ‘padroni’ fanno quello che vogliono. Chiamano, ad esempio, un bel po’ di consulenti e producono un ‘buco’ di bilancio di 3 milioni di euro. Un ‘buco’ che, ovviamente, dovrà essere ripianato dai soci. Che così saranno, come si direbbe dalle nostre parti ‘cornuti e mazziati’.

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]