Una tempesta sembra abbattersi nel settore della formazione professionale ancor prima di indirizzarne l'azione di governo con l'imminente nomina dell'assessore al ramo da parte di rosario crocetta, neo presidente della regione siciliana. Tema: la cassa integrazione. Proviamo a tradurre in ragionamento le sollecitazioni raccolte nei giorni scorsi.
Formazione, il mangia-mangia della Cassa integrazione
Una tempesta sembra abbattersi nel settore della formazione professionale ancor prima di indirizzarne l’azione di governo con l’imminente nomina dell’assessore al ramo da parte di Rosario Crocetta, neo presidente della Regione siciliana. Tema: la Cassa integrazione. Proviamo a tradurre in ragionamento le sollecitazioni raccolte nei giorni scorsi.
Intanto cominciamo col descrivere lo stato dell’arte sull’argomento. E lo facciamo partendo proprio da chi manifesta chiaro interesse all’ammortizzatore sociale nel settore della formazione professionale. Infatti, mentre una parte del mondo sindacale scende in piazza per rivendicare il finanziamento degli ammortizzatori sociali in Sicilia per il 2012, nel settore della formazione professionale, da qualche altra parte, si studia l’impatto dello strumento nel sistema formativo regionale per meglio comprenderne eventuali effetti distorsivi. Peraltro, una parte dei lavoratori ha fortemente contestato, sin dall’introduzione, tale strumento. Al punto tale che per introdurlo il Governo regionale si è inventato una legge regionale, la n. 10 del 7 giugno 2011.
Erano i tempi in cui Mario Centorrino, assessore tecnico alla Formazione professionale del Governo guidato da Raffaele Lombardo, si distingueva per le sue scorribande in via Ausonia (sede dell’assessorato regionale al ramo). Oggi sta pagando e salato queste “liberta’” con addebiti corposi da parte della Procura della Corte dei Conti. Questa dell’estensione della Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) al settore della formazione professionale ha destato e continua a destare non poche perplessità in molti ambienti.
Nel mondo politico, per esempio, diverse sono state le iniziative parlamentari volte a chiarire la portata del fenomeno tutto siciliano. Nello specifico, alcune interrogazioni parlamentari presentate a Roma hanno inteso impegnare il Governo nazionale ad intervenire per effettuare i dovuti controlli sullapplicazione e sulla legittimità della Cassa? integrazione agli Enti di formazione siciliani. Soggetti, gli Enti formativi, caratterizzati, almeno nel principio ispiratore, da una struttura giuridica senza finalità di lucro in quanto istituiti secondo il dettato della legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976. Previsione normativa, ancora oggi in vigore, che sancisce, nel quadro normativo regionale di sistema, linapplicabilità al settore della Formazione professionale della legge istitutiva della Cigd.
Eppure sono state spese già diverse decine di milioni di euro nel 2012. Ed altre richieste, in queste ore, sono filtrate da ambienti sindacali fortemente impegnati su questo versante. La questione allora qual è? Per rispondere si rende necessario fare un passo indietro ed accostare due diversi modelli formativi siciliani. Prima dell’avvento del duo scintillante come Mario Centorrino e Ludovico Albert (dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale) il settore era regolato dalla legge regionale 24/76 e gli Enti formativi erano legati alla Regione siciliana dal vincolo fiduciario. In regime di sovvenzione i maggiori debiti prodotti dall’attività formativa degli Enti (somme cosiddette extra budget) trovavano copertura in sede di rendicontazione finale, previa autorizzazione alla spesa con successivo decreto di “integrazione del finanziamento”.
In buona sostanza, gli Enti tendevano al pareggio di bilancio potendo l’amministrazione regionale caricarsi il maggior costo sostenuto dagli stessi Enti formativi. Oggi con l’Avviso 20/2011 “la pacchia è finita”, niente più sovvenzione, ma vige il regime della “convenzione” ed il costo è standard con parametro unitario di finanziamento (uguale per tutti). Però, l’introduzione repentina e senza transizione del nuovo sistema ha provocato scompensi nei bilanci di tantissimi Enti formativi. E se si pensa che molti Enti formativi hanno ereditato dagli anni precedenti debiti per mancate rendicontazioni, la domanda nasce spontanea: come sono stati ripianati i bilanci in rosso?
Un mistero che abbisognerebbe di specifica attenzione per meglio comprenderne i contorni. Qualche cultore della materia si è spinto oltre fino a considerare la Cassa integrazione guadagni in deroga lo strumento sostitutivo dell’integrazione di finanziamento.
Che la Cigd rappresenti per taluni Enti formativi un viatico per la copertura dei buchi di bilancio per dissennate gestioni precedenti? Tutto è possibile, a noi spetta solo il compito di informare il lettore interessato di possibili scenari.
Ancora una volta il settore della formazione professionale è al centro di aspre polemiche. Attendiamo con pazienza di conoscere il nuovo inquilino di via Ausonia a Palermo.