Mafia, macché sbadati, questi dirigenti regionali!

Il dirigente generale del dipartimento regionale Attività produttive, Francesco Nicosia (foto sotto, a destra tratta dasolcoct.coop), e il dirigente del Servizio Vigilanza, Carmelo Ricciardo, sono così sbadati da lasciare “libero” l’Irsap (l’Istituto per le attività produttive che, con la riforma del settore, ha sostituito i Consorzi Asi) di non costituirsi, il 10 ottobre scorso, al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro un’impresa vicina alla mafia, “Italcop srl”. Nicosia e Ricciardo devono proprio essere con la “testa tra le nuvole” sse non si sono nemmeno accorti della scadenza dei termini – il 6 ottobre – per raccomandare allo stesso Irsap di opporsi al Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) contro un’ordinanza del Tar che riguarda, anche stavolta, un’azienda vicina alla mafia, la “Galvano srl”. Che distratti, questi nostri dirigenti regionali!

Eppure l’ex assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, nel giorno delle sue dimissioni, aveva “avvisato” che la mafia avrebbe ottenuto favori dal Governo regionale… Venturi, in una nota del 24 settembre di quest’anno, indirizzata al proprio al dirigente generale, aveva impartito una precisa direttiva con la quale disponeva al dipartimento Attività produttive ed al Servizio “Vigilanza enti” di adottare opportune azioni e specifiche ispezioni, ai sensi dell’art. 12, comma 2, l.r. 8/2012, per verificare se l’Irsap attuava iniziative puntuali ed idonee a tutela delle revoche che l’ex commissario dell’Asi di Agrigento, Alfonso Cicero, aveva adottato contro le imprese raggiunte da informative antimafia “tipiche” ed “atipiche”.

Si ricorda che, nel corso della gestione commissariale, Cicero aveva revocato alcuni lotti industriali ed un appalto di circa 5 milioni di euro contro una decina di imprese insediate nella zona industriale di Agrigento “vicine” a Cosa nostra. Precisazione, quest’ultima, frutto di un’informative della Prefettura. Inoltre, Venturi, con la citata nota invitava il suddetto dipartimento ad assumere le medesime iniziative anche in ordine ai licenziamenti effettuati da Cicero nei confronti di 3 dirigenti dell’Asi di Agrigento, cacciati via per gravissime violazioni di legge.

Tra le numerose e gravi violazioni contestate da Cicero all’ex direttore generale Asi, Antonino Casesa, ed all’ex dirigente responsabile area tecnica Asi, Salvatore Callari, vi sono anche quelle di non avere svolto un’attività ‘trasparente’ contro le aziende colluse ed in odore di mafia raggiunte dalle predette informative prefettizie, come confermato da un’ispezione elaborata in modo dettagliato da un funzionario regionale di nota esperienza professionale acquisita in numerose perizie giudiziali relative a diverse inchieste contro la mafia, incaricato ad effettuare all’Asi di Agrigento una specifica verifica delle iniziative assunte dagli ex vertici consortili.

I risultati di questa ispezione, che risale al giugno scorso, dovrebbero trovarsi nelle stanze del dirigente generale del dipartimento Attività produttive e del Dirigente del Servizio vigilanza dell’assessorato regionale. E’ utile ricordare che il dirigente generale del dipartimento Attività produttive, è Francesco Nicosia, nominato dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo con D.P. Reg. 6586 del 03/10/2012, in violazione alla legge “bloccanomine”. Inoltre, Nicosia è stato nominato senza tenere conto dei motivi di opportunità che l’assessore Venturi ha sollevato a Lombardo e denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo.

Venturi, oltre ad evidenziare l’illegittimità della nomina di Nicosia per diverse violazioni di legge, ha dichiarato che Nicosia aveva ricoperto per circa 12 anni il ruolo di componente di una commissione di collaudo per i lavori di consolidamento dell’area industriale Aragona-Favara. Lavori progettati dalla Sirap, società molto nota per essere stata colpita da numerose e gravi vicende giudiziarie.

Tali lavori sono stati eseguiti dagli imprenditori Salamone e Vita, anch’essi molto noti per essere stati invischiati in gravi vicende giudiziarie. Per di più, Nicosia in passato era stato uno stretto collaboratore dello staff del gabinetto dell’ex assessore regionale, Vincenzo Lo Giudice, agrigentino, condannato in Cassazione a 10 anni di carcere per mafia.

Venturi, denunciava, tra l’altro, che i dirigenti licenziati dell’Asi di Agrigento, soltanto dopo 2 giorni della designazione di Nicosia a dirigente generale, avevano chiesto al dipartimento Attività produttive la revoca degli atti di licenziamento adottati da Cicero. Va aggiunto, poi, che tutti i dirigenti licenziati erano già dipendenti in servizio ai tempi in cui Nicosia ricopriva l’incarico nella commissione di collaudo all’Asi di Agrigento.

Infine, se vogliamo ricordare la recente disponibilità ottenuta da Piero Re, coordinatore dell’Asi di Agrigento, dell’avvocato Franco Gallo ad occuparsi degli affari legali dell’Asi, il quadro è oltremodo “inquietante”, considerato che Gallo è un dirigente dell’Asi di Gela che non svolge alcun compito per via di un provvedimento disciplinare. Gallo, infatti, è coinvolto in vicende giudiziarie per avere assunto un dipendente che aveva trascorso 9 anni di carcere e “interdetto” ai pubblici uffici.

Le preoccupazioni dell’ex assessore Venturi, a questo punto, sono le preoccupazioni di tutti…

 


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