Formazione, stabilizzazione di precari sotto le elezioni

Proseguono le polemiche sulla possibile stabilizzazione dei contrattisti dislocati presso gli Uffici periferici del dipartimento regionale Lavoro. Ad alzare la voce sono ancora una volta gli operatori degli Sportelli multifunzionali. Ricordiamo che sono oltre 1.800 i lavoratori impegnati negli Sportelli che hanno voluto testimoniate tutta la loro rabbia attraverso una lunga lettera inviata alla nostra redazione. Nota nella quale si anticipa un’azione giudiziaria forte e decisa sul fronte della stabilizzazione ingiusta ed inaccettabile del personale dei Centri per l’Impiego.

A parere di chi scrive, la lettera, la Regione siciliana avrebbe inficiato la procedura di stabilizzazione. E lo avrebbe fatto attraverso l’individuazione di criteri di arruolamento di questo personale, gran parte del quale pervenuto nei ruoli della pubblica amministrazione da cooperative, associazioni onlus, dal privato sociale. Le solite clientele. (a sinistra, una metafora del clientelismo, foto tratta da ilgraffionews.wordpress.com)

Sul fronte della denuncia per danni erariali, il personale degli Sportelli sarebbe pronto a depositare presso l’organo di controllo contabile (Corte dei Conti) una memoria dettagliata. Del resto, non è la prima volta che il Governo regionale, presieduto dal mai dimissionario Raffaele Lombardo, provveda a stabilizzare “specifiche” platee di personale. E’ accaduto nel 2010 con la stabilizzazione di 6.500 contrattisti regionali. Potrebbe trattarsi, quindi, di un’operazione di natura politico-elettorale che starebbe procedendo secondo una evoluzione amministrativa non proprio fluida, almeno a parere degli operatori degli sportelli. Vediamo di capirci qualcosa.

Intanto diciamo subito che il progetto iniziale era tutt’altro. Infatti nell’originaria idea l’amministrazione avrebbe voluto provvedere alla riduzione del numero dei Centri per l’Impiego (Cpi) per provincia, nonché delle Unita operative (Uo) interne ai singoli Cpi. Cosa che aveva messo in agitazione, dirigenti, funzionari ed operatori degli Uffici periferici del dipartimento regionale Lavoro. Ma la “sana” politica è intervenuta per bloccare sul nascere un progetto che avrebbe fatto saltare numerose posizioni apicali, facendo scomparire varie poltrone. Posti di comando, per capirci. Ma non solo.

Il ‘ridisegno’ degli uffici attraverso forme di accorpamento avrebbe provocato forti riduzioni di spesa a carico della parte variabile della busta dei lavoratori interni ai Centri per l’Impiego (Cpi). Infatti, molte sono le indennità che compongono il salario di dirigenti e funzionari.

Il moltiplicarsi di posizioni apicali, si sottolinea nella lettera, è stato favorito dalle loro rappresentanze sindacali. Basti ricordare l’improvvisa istituzione dell’Ufficio regionale del lavoro, con due sezioni una per la Sicilia orientale e una per la Sicilia occidentale. Inutili servizi che erano l’esatta fotocopia degli Uffici provinciali del lavoro (Upl). Un’operazione politica rispondente soltanto alla necessità di collocare i dirigenti che dovevano fare spazio ai loro successori.

Oggi la gestione di Anna Rosa Corsello (nella foto a sinistra tratta da regione.sicilia.it)), nota “yes woman” portavoce di Raffaele Lombardo, pare sia incentrata su altro, rassicurando, così, tutti i dirigenti degli Uffici periferici dell’amministrazione regionale. Vi chiederete: come? Facile. Pare che la Corsello, su precise indicazioni del presidente della Regione siciliana, abbia escogitato un sistema di valutazione degli obiettivi numerici raggiunti dalle singole U.O. “a prova di bomba”. Un meccanismo consistente nell’attingere, anzi nell’attribuirsi, quale premialità, gli obiettivi che gli Sportelli multifunzionali comunicano mensilmente ai Centri per l’Impiego mediante una snervante e ripetitiva procedura di inoltro di inutili tabulati dove i servizi devono essere rappresentati più volte, al fine di moltiplicarne i risultati.

Altresì corre voce che la stessa Corsello procederà a deliberare, sulla continuità (3° anno) delle attività degli Sportelli, in base a meri numeri fuoriuscenti dalla conta del sistema di monitoraggio Caronte Fse. Cos’è il sistema Caronte? Si tratta di una stupida, grezza, ma sicuramente costosissima, piattaforma telematica in cui gli addetti all’assistenza tecnica dell’assessorato regionale Famiglia, Politiche sociali e Lavoro sono soliti apportare modifiche improvvisamente senza avvertire i fruitori e senza chiarire il criterio di contabilizzazione delle attività. Ergo si opera con assenza di controllo e di contraddittorio. Anzi, si tratta di uno strumento nelle mani del nucleo di valutazione esterno e di nomina governativa.

Infatti, attraverso questo infernale meccanismo il nucleo di valutazione di 2° livello potrà decidere non solo la prosecuzione o meno delle attività per il terzo e ultimo anno, ma anche “la meritata o meno” erogazione del saldo del primo anno, del secondo acconto del secondo anno, e forse del primo acconto del terzo anno. Pazzesco.

Peraltro, tutto questo accade alla fine della seconda annualità, con dieci mesi di servizio già erogato e messo nella disponibilità dei Cpi. Lavoro prodotto esclusivamente dagli Sportelli multifinzionali. Un elefantiaco mostro creato ad hoc per salvaguardare i dirigenti politicizzati degli Uffici periferici del dipartimento regionale lavoro. Ovviamente tutto a danno degli operatori degli Sportelli multifunzionali.

Nella lettera trasmessaci infatti si sottolinea come l’amministrazione attiva abbia “criminalmente” lasciato che una platea di incolpevoli lavoratori ogni giorno si accingessero a fare il proprio dovere, anticipando spese e costi, rinunciando alle ferie estive per garantire il presidio e la presenza continuativa nell’arco dei dodici mesi dentro i Cpi. In tal modo il personale di ruolo si è potuto organizzare nelle settimane più difficili di agosto le proprie ferie, massacrandosi inutilmente nell’accontentare i vari dirigenti o facenti funzione dei 65 Centri per l’impiego dell’Isola.

Un lavoro massacrante, quello degli operatori degli Sportelli multifunzionali, volto solamente a soddisfare le richieste sempre più pressanti e numerose dei dirigenti di servizio. Interessati, questi ultimi, a “fare numeri” sul territorio, al fine di giustificare la esigenza di tenere in vita un simile e improduttivo apparato.

Questa strategia, di chiara ispirazione politica preelettorale, ha lo scopo di spianare la strada a due diretti e conseguenziali atti:

1) definire l’esatto ammontare di unità di personale da dedicare, previa stabilizzazione, alle attività attualmente svolte dagli operatori degli Sportelli Multifunzionali, riformandone il timing, peraltro “ridicolo”, assunto negli avvisi 1 e 2 per ciascuna azione. Qual è la conseguenza? Sicuramente, quella di rimpiazzare gli operatori degli Sportelli, oltre 1.800 con una platea di circa 1.000 soggetti. Lavoratori da arruolare ancora tra i precari che non sono entrati nella tornata di agosto 2010.

2) confermare l’attuale architettura dei Cpi, circa 65, giustificandone l’utilità. E sempre per parlare di Sportelli, la Corsello, che è profumatamente pagata per mantenere i privilegi del suo dipartimento che annovera oltre 1600 addetti, pronta a difendere i suoi vassalli a qualunque costo, pare abbia maturato l’idea di predisporre un bando per esternalizzare i servizi di collocamento. E’ spontaneo chiedersi come mai questo cambio di strategia. Forse una maniera per stabilizzare gruppi di lavoratori “interessanti” più di altri? E’ solo un caso che lo si faccia nel pieno di una tornata elettorale?

I soliti pasticci siciliani. Ricordiamo che ogni elezione regionale è stata portatrice di ‘infornate’ di precari. Ci risiamo?

 


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Proseguono le polemiche sulla possibile stabilizzazione dei contrattisti dislocati presso gli uffici periferici del dipartimento regionale lavoro. Ad alzare la voce sono ancora una volta gli operatori degli sportelli multifunzionali. Ricordiamo che sono oltre 1. 800 i lavoratori impegnati negli sportelli che hanno voluto testimoniate tutta la loro rabbia attraverso una lunga lettera inviata alla nostra redazione. Nota nella quale si anticipa un'azione giudiziaria forte e decisa sul fronte della stabilizzazione ingiusta ed inaccettabile del personale dei centri per l'impiego.

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