A pochi mesi dallurlo disperato di Dark Demonia (2005, Talexi), Isabella Santacroce ritorna sugli scaffali delle librerie italiane con lo struggente "Zoo"
Zoo – Isabella Santacroce
ZOO
Autore Isabella Santacroce
Editore Fazi Editore
Pagine 125
Costo 12,50
Zoo racconta una famiglia, padre, madre e figlia. Zoo è amore e perversione, purezza e incesto. Un padre innamorato della figlia, una figlia innamorata della madre. Ho conosciuto la protagonista di questa storia, ho voluto raccontarla. Con tutto il dolore e la dolcezza, l’amore e l’odio, con calma feroce, in silenzio.
Isabella Santacroce
Non hanno nomi i protagonisti di questa storia, solo io, papà, mio padre, mamma, mia madre. Non possiedono orologi al quarzo indicanti lora, il giorno, il mese, lanno. Investiti frontalmente dalle loro stesse esistenze lungo unautostrada deserta, alla ricerca di unanima randagia. Lo zoo non chiude mai. È aperto sette giorni su sette. Ventiquattro su ventiquattro. Si accettano prenotazioni. Nessuna riduzione. Biglietto intero. Prego, accomodatevi. Gabbie arrugginite. Escrementi, vomito, puzza. Pezzetti di cibo qua e là, case popolari per formiche e insetti. Impossibile avvicinarsi di più. Cè un fossato. Occorre fidarsi dei propri occhi, di ciò che riesco a vedere. Integrare con la fantasia, con lorrore. Da lontano. Distacco. Dove sono le chiavi? Come si entra, come si esce? Quelli ali sanno ancora volare? Isabella Santacroce scrive di parole, pensieri e confessione a lei donate. Isabella Santacroce racconta il battito irregolare della notte, i cambi marcia di auto che vanno di fretta, il singhiozzio di lastre di vetro che lacrimano pioggia. Isabella Santacroce dipinge con lo stesso inchiostro la passione, la repulsione, la pietà, linvidia, la violenza, laffetto, linganno, lincesto. Il suo è un punto di vista a rallentatore, che si sofferma, che indugia, sulle persone, sulle cose, sulle porte, sulle pareti, sulle ombre. Un monologo che cambia taglia, che cresce per poi tornare indietro, ora maglietta da bambina, ora gonna adolescenziale. Leggere Zoo è come indossare una maschera di cuoio nero, terribilmente soffocante ma allo stesso tempo deliziosamente protettiva. La verità va nascosta. La verità è dolorosa . La verità fa schifo. A proposito, non cè nessun lucchetto, la gabbia è aperta, basta solo spingere. E sei fuori.
Ho paura, una paura che si chiude su se stessa, mi prende, piegandosi mi schiaccia. La paura è il corpo in cui abito, non ci sono finestre. Non so bene quando, in che giorno, in quale ora, minuto, secondo, a un tratto mi ritrovo là dentro. Nel suo odore, nel suo paesaggio, steccati altissimi. Posso correre, sfidare il vento, posso superare tutto ma non lei. Lho addosso, è la mia nuova gabbia.
Isabella Santacroce è nata a Riccione. Zoo è il suo settimo libro dopo Fluo (Castelvecchi), Luminal (Feltrinelli), Lovers, Revolver e Dark Demonia (Mondadori).