Formazione, l’atto di diffida alla Regione scatena un pandemonio

Un vero e proprio terremoto: sono gli effetti provocati dell’articolo pubblicato ieri dal nostro giornale ed intitolato “Formazione, mille lavoratori diffidano la Regione”. La redazione è stata assalita da telefonate, decine e decine di lavoratori interessati a sottoscrivere l’atto di diffida. Tantissimi i commenti all’articolo. Sono tutti segnali di quel malessere che avevamo nelle scorse settimane raccolto e più volte riportato nei nostri quotidiani articoli sulla formazione professionale.

Ci fanno sapere i promotori che sono stati prorogati i termini della sottoscrizione in tutte le province siciliane fino al 30 settembre 2012. Un vero e proprio successo, una campagna a difesa dei diritti dei lavoratori della formazione professionale vessati da un governo regionale che con la “riforma epocale” ne ha calpestato gli “elementari diritti” riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalle leggi regionali.

Ospitiamo ben volentieri, sull’argomento, diversi commenti e spunti che aiutano a chiarire i motivi dell’iniziativa giudiziaria. Il commento postato da Mario richiama proprio alcuni aspetti della vicenda. “La problematica posta dai lavoratori con l’atto di diffida non è soltanto giudiziaria, ma investe tutta la politica che, in atto, partecipa alle elezioni regionali. Infatti, la palla passerà dal Governo dimissionario a quello subentrante. Pertanto, è opportuno che, gli aspiranti Presidenti della Regione nel predisporre il loro programma abbiano ben chiara la vicenda FP (Formazione Professionale), altrimenti si ritroveranno anche loro nei guai prima ancora di iniziare il loro mandato! La politica tutta rifletta bene, anche perché molti di noi sono allergici alle cosiddette ‘Raccomandazioni-rassicurazioni”.

Ed ancora lo stesso commentatore indica i nuovi termini per l’adesione all’atto stragiudiziale di diffida e costituzione in mora della Regione siciliana relativa al Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) 2013 ed all’applicazione della legge regionale 6 marzo 1976, n.24. “In considerazioni delle continue e pressanti richieste di adesione e partecipazione concernenti la diffida in oggetto meglio descritta, si comunica che, il termine per eventuali adesioni in tutte le 9 province è prorogato fino al 30/Settembre/2012. Si invitano pertanto i colleghi che volessero aderire, ad inviare i dati richiesti alla mail del proprio referente provinciale. Tale decisione, al fine di consentire la partecipazione a tutti quelli che condividono l’iniziativa.”

Infine Mario ci tiene ad esprimere al riguardo alcune precisazioni. “Il Governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo ha commesso degli errori madornali i cui risultati ed effetti negativi produrranno certamente un contenzioso altissimo. Sicuramente i governanti pensavano di avere a che fare con un’armata brancaleone e spalleggiati da OO.SS. (organizzazioni sindacali) compiacenti hanno proceduto ad azzerare “TUTTO”. Lo hanno fatto attraverso il cosiddetto ‘Riordino Amministrativo’ il quale , furbescamente e in violazione di una pluralità di leggi regionali, avrebbe loro consentito lo sterminio degli operatori (in parte riuscito). Un Governo serio e che si adopera per la collettività in primis applica le leggi vigenti attraverso il documento di programmazione economica (finanziaria). Sulla legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 il Governo Lombardo non può addurre nessuna scusa stante che, la formazione professionale è un servizio pubblico “OBBLIGATORIO” e pertanto, i Prof 2012 e 2013 andavano obbligatoriamente programmati e finanziati. Erano altre le voci e capitoli della finanziaria che dovevano essere eventualmente penalizzate. In pratica, la Regione siciliana sulla omessa applicazione della legge regionale n.24/76 non può difendersi davanti a nessun organo giudiziario”.

“Ed inoltre, in relazione alle frequenti esternazioni del Dirigente Generale alla istruzione e formazione professionale, Ludovico Albert (gettito da 250.000,00 euro all’anno in barba alla spending review) sul tema della l.r. n. 24/1976, si sottolinea quanto segue. Così dispone l’art 28 dello Statuto Siciliano (R.D.L. n.455 del 15/03/1946 convertito in Legge Costituzionale n. 2/1948): “le leggi regionali sono inviate entro 3 giorni dall’approvazione al Commissario dello Stato che, entro i successivi tre giorni, può impugnarle davanti all’Alta Corte”. La Legge regionale n. 24/76 è stata approvata in data 6 marzo 1976, pubblicata in Gazzetta Ufficiale della regione Siciliana (G.U.R.S.) n. 13 del 9 marzo 1976 ed è entrata in vigore dopo quindici giorni dalla pubblicazione”. Dunque, a norma dello Statuto siciliano, la legge n. 24/76 è costituzionale, non più soggetta ad impugnativa e fa parte dell’ordinamento giuridico vigente; probabilmente chi sostiene la incostituzionalità della legge 24/76 e la sua attuale impugnabilità da parte del Commissario dello Stato si rifà allo Statuto della Repubblica Cisalpina!”.

Queste le considerazioni di Mario. Siamo disponibili a fornire lo spazio per le repliche di chi fosse interessato. Ma andiamo avanti con altre testimonianze. Pappo per esempio ha dichiarato “non ho saputo niente facciamo dei tavoli raccolta firme in ogni provincia”. Loredana, invece, ha dichiarato: “Io ho aderito senza pensarci su, abbiamo perso troppo tempo, ma non perdiamo la nostra dignità di lavoratori onesti! Aderite in tanti, più siamo e più sortiremmo gli effetti di quei diritti e di quella considerazione che ci è stata negata da troppo tempo”.

La temperatura si alza sempre più nel settore della formazione professionale. L’iniziativa che nasce fuori dagli schieramenti sindacali ne è la testimonianza. Ai sindacati di categoria viene contestato di avere abbandonato la “lotta di classe” per aver intrapreso l’attività commerciale. Un ruolo da “padrone” che poco si addice allo statuto ed alla loro mission.

Siamo convinti che sono saltati gli equilibri che hanno retto per oltre trent’anni il sistema formativo e gli eventi seguono la direttrice di una nuova composizione, di una nuova pesatura dei poteri interni al settore. E la politica cosa fa? Per l’ennesima volta perderà, con ogni probabilità, l’opportunità di decidere cosa fare. Troppo impegnati elettoralmente per scegliere con chi stare.

Seguiremo gli sviluppi dell’atto giudiziario convinti come siamo di fornire un servizio ai tanti lettori, che ringraziamo per la quotidiana fiducia che ci rinnovano.


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