E se fossero daccordo, come sempre avvenuto negli ultimi anni? la domanda se la pongono i tanti osservatori di cose politiche siciliane. Di scena non è tanto il divorzio tra il presidente della regione siciliana (ormai dimissionario), raffaele lombardo, e lonorevole lino leanza, quanto il passaggio di questultimo nelle file delludc siciliana.
Sfida DAlia-Leanza, chi vince si prende il partito
E se fossero daccordo, come sempre avvenuto negli ultimi anni? La domanda se la pongono i tanti osservatori di cose politiche siciliane. Di scena non è tanto il divorzio tra il presidente della Regione siciliana (ormai dimissionario), Raffaele Lombardo, e lonorevole Lino Leanza, quanto il passaggio di questultimo nelle file dellUdc siciliana.
Non che Lino Leanza suoni male tra gli ex democristiani dellUdc: anche Leanza, alla fine, è un prodotto della diaspora democristiana catanese. Anche se piuttosto libero, da sempre: in grado di dire no a Giuseppe Firrarello, altro grande ex democristiano della Sicilia orientale. E, magari, di candidarsi in un partito e fare bingo, come fece, per lappunto, nel 2001, quando, se non ricordiamo male, Lino Leanza venne eletto nelle file del Ccd dopo aver rotto proprio con Firrarello che era già il leader di Forza Italia e – così si diceva – lo aveva quasi-fregato escludendolo dalla lista degli azzurri.
Oggi Lino Leanza è passato con lUdc, partito che in Sicilia è capitanato dal Senatore Giampiero DAlia, fedelissimo di Pierferdinando Casini. AllUdc Leanza è arrivato dopo aver rotto con lMpa di Lombardo. Da qui la domanda delle domande: ma è vera rottura? O i due ne stanno combinando una delle loro, magari a spese di DAlia?
Come finirà lo vedremo con le prossime elezioni regionali. Caricandosi Lino Leanza, è chiaro che Casini ha, di fatto, creato le condizioni per una sfida dentro il suo partito in Sicilia. Perché Leanza, a quanto si sussurra, sta preparando una squadra di candidati forti da piazzare nellUdc in quasi tutti i nove collegi.
Per il partito di Casini, è chiaro, questa sarà una sfida salutare: sempre per la regola aurea che un partito, in campagna elettorale, è tanto più forte quanto più competitive sono le liste, ovvero quanto più forti sono i candidati allinterno di una lista.
NellUdc siciliana, dopo la caduta di Totò Cuffaro e lallontanamento degli ex ministri Calogero Mannino e Saverio Romano, il leader, come già ricordato, è DAlia. Il quale, adesso, dovrà dimostrare la sua forza. In che senso? Facendo eleggere più parlamentari regionali di Lino Leanza, che, a propria volta, si accinge alla grande sfida con lintenzione di battere proprio DAlia, provando portare a Sala dErcole più deputati dellattuale coordinatore del partito nellIsola. Ci riuscirà?
Di certo è stato lo stesso Casini – che ne trarrà solo benefici – a benedire questa sfida. E chiaro che se a Leanza dovesse riuscire il colpaccio, di fatto il leader dellUdc siciliana diventerebbe lui. Questo gli consentirebe di scegliere gli assessori nel caso di vittoria alle regionali di Rosario Crocetta (appoggiato, ricordiamolo, da Pd e Udc). E di avere voce in capitolo anche sulle elezioni politiche nazionali.
E se Lombardo, sottobanco, gli dovesse dare una mano? Sarebbe in perfetto accordo con il personaggio: con Leanza si fa spazio in caso di vittoria di Crocetta; con Giovanni Pistorio – che in queste ore tratta con il Pdl e con Gianfranco Micicchè – sarebbe comunque dentro in caso di vittoria del centrosinistra.
Un fatto è certo: le liste delUdc siciliana saranno molto competitive. A Roma, dalle ormai imminenti elezioni regionali, si aspettano un grande balzo in avanti.