Catania, la 3Sun si rimangia gli accordi: dipendenti sotto scacco

L’hanno presentata come una iniziativa industriale che avrebbe incrementato l’occupazione e rilanciato il polo hi-tech di Catania. Hanno dichiarato che la domanda per i loro prodotti era in costante crescita non solo in Europa, ma in tutti i Paesi del Mediterraneo. Obiettivi ed impegni importanti per i quali hanno ricevuto 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici stanziati dal Cipe.

Impegni che, però, non sono stati onorati. All’improvviso, infatti,  hanno scoperto che c’è troppa concorrenza, che le cose non vanno bene come speravano, e che, quindi, non solo non possono aumentare il numero dei dipendenti,  ma devono rivedere le condizioni economiche con quelli che già hanno.  I precari restano precari (con la spada di Damocle del licenziamento che pende sulla loro testa)  e per tutti i dipendenti all’orizzonte si profila una sforbiciata sui contratti.  Parliamo della 3Sun, “la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici d’Italia” sorta all’ombra dell’Etna su iniziativa è di Stm, Enel e Sharp.

La Cgil ha  già lanciato l’allarme sulle condizioni e sul futuro dei precari.  Adesso, a protestare sono quei dipendenti che costituiscono il nucleo  di tecnici altamente specializzati, il core team , su cui gli azionisti hanno puntato per fare partire la fabbrica.  Arrivano tutti dalla Stm e sono stati assunti dalla 3Sun con la garanzia che le loro condizioni lavorative non sarebbero state degradate. E, invece, l’azienda sta facendo retromarcia. Leggiamo la denuncia di questi lavoratori che raccontano come sono stati cooptati e quello che sta succedendo ora:

“The Core Team”; “Core”, che sta per cuore. I primi: il gruppo di tecnici esperti sapientemente selezionati dalle multinazionali STMicroelectronics, Micron e Numonyx, quelli che faranno partire la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in Europa. Con questa convinzione e due valigie contenenti entusiasmo ed esperienze tecniche decennali, siamo partiti per il Giappone. Scopo: imparare tutto e subito per avviare la produzione a Catania della 3SUN joint venture tra STMicroelectronics – ENEL GREEN POWER – SHARP .
Messe da parte le paure e le notti insonni per decidere di dimettersi da “Mamma” STMicroelectronics, è cominciata così la nostra avventura, adesso odissea.
Qualcuno ci aveva definiti “pazzi”. Scusate, ma perché rinunciare a questa sfida? In fondo il passaggio prevede il mantenimento dell’anzianità e quindi delle stesse condizioni contrattuali e di tutti i diritti acquisiti nel tempo in STM, così come è scritto nell’accordo che abbiamo firmato.
Ebbene, a poco più di sei mesi dall’avvio della produzione, senza neanche un grazie per tutta l’attività di cantiere e di start-up, con richiesta di sforzi e sacrifici sempre maggiori e di rinuncia alle ferie, la 3SUN ci dà il ben servito.
Questo è il menu fisso che l’azienda ha messo sul tavolo:

  1. Abolizione delle condizioni ereditate da STMicroelectronics
  2. Riduzione percentuale delle maggiorazioni turno e degli straordinari ai minimi contrattuali
  3. Riduzione della flessibilità dell’orario di lavoro
  4. Lavoro a 21 turni ed eliminazione delle festività.
  5. Estensione del turno compensativo alla domenica.
  6. Premio produzione condizionato all’accettazione dei precedenti punti.
  7. Gli stessi che ci avevano promesso che la 3SUN non ci avrebbe mai fatto rimpiangere la nostra scelta, oggi ci definiscono “Privilegiati immotivati” .

In un periodo di crisi economica e finanziaria come quello attuale, certe aziende vogliono approfittare della situazione per cambiare in peggio le condizioni dei lavoratori. Riteniamo inaccettabile che tale politica attacchi i diritti acquisiti dei lavoratori, maggiormente in una realtà produttiva nata grazie anche a finanziamenti pubblici”.

Insomma sono arrabbiati e non a torto.  “C’è una trattaiva in corso e le rsu  stanno  chiedendo fermamente il rispetto degli accordi di provenienza” dice a LinkSicilia Giuseppe Testa, delegato Ugl.  Sul caso il silenzio assoluto del ministero dell’Economia e della Regione siciliana. Che pure potrebbero intervenire per chiedere conto e ragione di come sono stati investiti i soldi pubblici.

 

Affaire fotovoltaico, la farsa della 3Sun: precari catanesi a casa e niente assunzioni


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L'hanno presentata come una iniziativa industriale che avrebbe incrementato l’occupazione e rilanciato il polo hi-tech di catania. Hanno dichiarato che la domanda per i loro prodotti era in costante crescita non solo in europa, ma in tutti i paesi del mediterraneo. Obiettivi ed impegni importanti per i quali hanno ricevuto 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici stanziati dal cipe.

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