Come abbiamo più volte documentato sul nostro giornale - e come hanno più volte ribadito tanti protagonisti degli enti storici che operano in sicilia nella formazione professionale - la gestione di questo settore, da parte del governo della regione, sta suscitando aspre polemiche.
Formazione tra affari & clientele
Come abbiamo più volte documentato sul nostro giornale – e come hanno più volte ribadito tanti protagonisti degli Enti storici che operano in Sicilia nella formazione professionale – la gestione di questo settore, da parte del governo della Regione, sta suscitando aspre polemiche.
Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo e, soprattutto, lassessore al ramo, Mario Centorrino, cercano in tutti i modi di magnificare una riforma del settore che, indubbiamente, cè, ma non è quella descritta dal governo.
Molti Enti formativi storici sono stati messi da parte. Ma, al contrario di quello che vogliono far credere Lombardo e Centorrino, nella gestione di questo settore non è cambiato molto. Lunico cambiamento sostanziale – del quale il presidente della Regione e lassessore regionale alla Formazione professsionale non parlano – riguarda i titolari degli Enti formativi che dovrebbero gestire i 286 milioni dellAvviso 20. Ammesso e non concesso, ovviamente, che la Corte dei Conti non lo impugni, visto che manca ill cofinanziamento da parte della Regione e alla luce, sopratutto, del cosiddetto costo standard, che consentirebbe agli Enti di tenersi una parte dei soldi nel caso in cui i corsi – eventualità assai probabile – dovessero costare meno dello stesso costo standard: e questo sa un po di assurdo, trattandosi, appunto, di denaro pubblico.
Ma, a parte questi problemi, è interessante notare la novità introdotta dallattuale governo. Se i vecchi Enti storici della formazione professionale rispondevano, in parte, alla politica e ai sindacati, gli Enti selezionati dallattuale Governo regionale rispondono, per oltre l80 per cento dei casi, direttamente alla politica (sindacati compresi).
Mentre nel resto dItalia si discute di ridurre i costi della politica, in Sicilia succede qualcosa di incredibile: gruppi di parlamentari, nazionali e regionali, sono diventati i proprietari degli Enti di formazione professionale. Niente più mediazione con gli Enti formativi storici, in molti casi fatti fuori. E, invece, gestione diretta da parte dei parlamentari e dei loro galoppini.
Addirittura, ci sono società dove si ritrovano i parlamentari, soli o a gruppi. Con il Governo regionale che, guarda caso, nel selezionare gli Enti migliori sceglie proprio quelli di proprietà dei parlamentari. In pratica, con i 286 milioni di euro del Fondo sociale europeo la politica siciliana – chi più chi meno – si prepara a gestire le ormai imminenti elezioni regionali.
Il tutto con una tranquillità e una sfacciataggine che non ha eguali nel passato di questo settore. Dove le mangiuglie (leggere greppie) non sono mai mancate. Ma dove una cosa del genere non si era mai vista. Per vederla, abbiamo dovuto aspettare l’arrivo degli ‘autonomisti’ di Lombardo, del Pd e della Cisl.
La fretta di arraffare questi 286 milioni di euro da parte della partitocrazia truffaldina siciliana è tale che lo stesso governo ha dimenticato un piccolo particolare che gli è costato un po di voti. Per finanziare, con i 286 milioni di euro dellAvviso 20, gli Enti formativi che ormai, come già accennato, fanno capo direttamente ai parlamentari nazionali e regionali, il governo ha sbattuto in Cassa integrazione oltre 8 mila lavoratori degli Enti formativi messi fuori. Ma ha dimenticato di approntare i soldi – per la parte che compete finanziariamente alla Regione, circa 10 milioni di euro – per consentire agli oltre 8 mila dipendenti degli Enti formativi rimasti senza lavoro di percepire la Cassa integrazione.
Il risultato è che, da gennaio di questanno, i nuovi disoccupati della formazione – cioè i già citati oltre 8 mila dipendenti degli Enti formativi definanzati (la definizione è dellassessore Centorrino) – sono senza Cassa integrazione.
Direte: e i sindacati non dicono nulla? Esattamente. Perché anche loro, con i loro Enti di formazione, aspettano la panella dellAvviso 20. Quindi tacciono. Un grande esempio di coerenza sindacale e di strenua difesa dei lavoratori…
Infine, una considerazione e una notazione.
La considerazione: che succederà se la Corte dei Conti dovesse bloccare lAvviso 20? Come affronteranno la prossima campagna elettorale i partiti e certi sindacati, con riferimento, soprattutto, al Pd, allMpa e alla Cisl?
La notazione: solo per attivare la Cassa integrazione per gli oltre 8 mila dipendenti della formazione professionale il Governo della Regione, come già accennato, avrebbe dovuto versare 10 milioni di euro. Ma non ha trovato questa somma. Poi, però, scopriamo che, nella nuova legge finanziaria (camuffata da legge semplice ma, di fatto, una nuova finanziaria omnibus) che mercoledì prossimo andrà in discussione allArs, Governo e Assemblea regionale siciliana al gran completo vorrebbero ripristinare tutti i fondi (in parte già impugnati dal commissario dello Stato) della tabella H: e cioè oltre 50 milioni di euro, che in buona parte sono clientele allo stato puro.
Ma come: i soldi per attivare la Cassa integrazione per i lavoratori della formazione professionale – 10 milioni di euro – non ci sono e poi spuntano quasi 60 milioni di euro per la tabella H? Ma…
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