Il gruppo di Torino si è esibito lo scorso 16 dicembre nel locale catanese, appena fuori città. Faceva freddo, e fuori ansimava il vento. Allinterno, il caldo artificiale delle stufe, tentava di riscaldare i presenti
I Perturbazione ai Mercati Generali
Ci sono parole, e cè musica. Volano verso te, come un petalo di una qualche rosa, sconosciuta chissà dove e chissà quando, si poggiano sulle tue mani, che le attendono in silenzio, come una luce, come una lacrima, come un rosario parlato dal cuore. Ci sono parole, e cè musica, e cè un soffio che dal silenzio le accompagna, e che giunge verso te, e ti ruba le parole. O forse, te ne sussurra così tante, che a volte non ricordi. E questo accade quando avviene un incontro; questo accade quando tu divieni musica.
Faceva freddo, e fuori ansimava il vento. Allinterno, il caldo artificiale delle stufe, tentava di riscaldare i pochi, pochissimi presenti. Il palco, illuminato da una luce velata, era come, nel buio della sala, un alito di calore; e gli strumenti attendevano, lassù, come la gente: erano scrigni aurei, erano custodi di poesia. E per circa unora, lhanno serbata, e accarezzata. Poi, dalla piccola stanza sulla sinistra, la band si presenta: lintro di Chiedo alla polvere è lavvio che ti aspetti, Tommaso raggiunge, affrettandosi, gli altri. E tutto il resto, sono parole e musica. Cè una dolce attenzione, fra gli spettatori, che, come abbracciati dal torpore, ascoltano in silenzio, senza scomporsi, senza proferire parola. Qualcuno canta, lo fa con il cuore.
I Perturbazione alternano saggiamente brani dai loro ultimi due lavori, alla tenue Quando si fa buio, segue Animalia prima, e la coinvolgente Mi piacerebbe poi. Larpeggio de La rosa dei 20 si propaga nellaria, come un amico che hai incontrato spesso, Canzone allo specchio è un mesto atto di coscienza, un viaggio che, di passo in passo, attraversa il passato ed irrompe nel presente. I ragazzi scambiano qualche battuta con il pubblico, parlano della Sicilia, del loro lungo viaggio, poi lasciano nuovamente che sia la musica a confidarsi, nellintimità dellevento. Senza una scusa viene prolungata, sospesa sul filo delle chitarre, che aiutano, insieme a splendidi fiori di luce, ad impreziosire latmosfera, a renderla incantevole. E la premessa al brano che li ha resi celebri, la splendida, candida Agosto, che cattura, rapisce la gente. La dolcissima, taciturna dichiarazione damore Seconda persona, poi Genova per noi, omaggio a Paolo Conte, e ancora la dimessa Spalle strette, fino ad Il campione ed il perdente conducono per mano lo spettacolo, la cui profonda intensità non tende a spezzarsi, o affievolirsi. Sono infatti due fra le canzoni più energiche a proseguire, Fiat lux, ed il secondo singolo tratto da Canzoni allo Specchio, Se mi scrivi. Lepilogo sembra essere allinsegna di In Circolo, e raggiunge sicuramente il vertice emozionale dellintera performance, regalando il trittico Iceberg, Arrivederci addio, Per te che non ho conosciuto, durante la quale quei petali, quelle parole e quella musica, sembrano davvero diffondersi tuttintorno, ed avvolgerti. Tommaso scende dal palco, e fra a gente, circondato dalla quiete, disegna nellaria invisibili funambolismi, pennella la poesia:
Senti comè tiepido il tramonto
senti come laria ti accarezza
Se tutto questo cielo stesse in una cartolina
vorrei spedirla a chi ho lasciato solo
I Perturbazione abbandonano il palco, ma la fame di bellezza è troppa, e cè ancora tanta voglia di donare ed ascoltare. Quattro gocce di blu, Dieci anni dopo, e la meravigliosa I complicati pretesti del come, sono gli ultimi tratti che completano il quadro di una serata ammaliante. Un quadro di petali di rosa, soffi di vento, parole e musica. La musica dei Perturbazione. E la tua.
Scaletta:
Chiedo alla polvere – Quando si fa buio – Animalia – Mi piacerebbe – La rosa dei 20 – Canzone allo specchio – Senza una scusa – Agosto – Seconda persona – Genova per noi – Spalle strette – Il campione ed il perdente – Fiat lux – Se mi scrivi – Iceberg – Arrivederci addio – Per te che non ho conosciuto —bis— Quattro gocce di blu – Dieci anni dopo – I complicati pretesti del come