DALLA TRIBU' DI ZAMMU'/ Vale ci racconta la sua serata "alternativa" Tra canni di cavaddu e un concerto dell'autore della mitica Mi stuppai 'na Fanta, che per lei è proprio rock. E per voi?
Anche Brigantony è rock??
Dopo una tipica veloce cena catanese in giro a base di panino ca canni i cavaddu, i miei amici propongono una serata alternativa, diversa dal solito, che ricorda i bei tempi, quando cantavano tutti insieme a squarcia gola in macchina o durante qualche gita fuori porta le canzoni del loro beniamino…
Ieri sera non potevano assolutamente (me compresa ahimè! in quanto ero un po restia ad andarci ) perdersi il concerto del loro idolo in piazza Bonadies, prima del prossimo in Sud Africa a Johannesburg o Giòannesbugg (scegliete voi !) dove una comunità di ben 30.000 siciliani lo attende con fervore: BRIGANTONY IN TOUR (o Brigantoni?! questo resterà ancora un mistero ). Iu ca nun naiu scola, ma giratu u munnu: America, Auschralia (SCH per rendere meglio la pronuncia catanese della T!), Svizzera, Gemmania, mi manca sulu lAfrica! Invece ci su cristiani ca sturianu na vita iè poi non ottrepassano mancu u strettu i Messina! (io, ovvero studentessa universitaria di lingue che sogna sempre di viaggiare, stavo per suicidarmi!!! Non ho fatto neanche 1/10 dei viaggi che ha fatto lui! Va bè ma ancora fortunatamente ho una vita davanti )
Dopo lapertura con i gruppi spalla, bè più che gruppi erano i classici cantanti siculo-napoletani (anche questo resterà un mistero perché non ho mai capito da dove vengono questi famigerati cantanti) e le loro dediche a Ninuzzu, me mugghieri e me figghiu, arriva lui! Tutti i bambini stanno dietro il palco ansiosi di vederlo, toccarlo e salutarlo (scene così calorose e affettuose che non si vedono neanche agli MTV Music Awards). Da notare una specie di organizzatore-body guard-manager-ci penso io anziano con i capelli bianchi e un bel codino, che allontanava i bambini disubbidienti che stavano sotto il palco per ammirare questa specie di mito-divo che coinvolge con la sua musica e riunisce circa tre generazioni di catanesi e siciliani sparsi per il mondo.
La serata si apre al ritmo di Mi stuppai na fanta, ma divertenti, più che le famose canzoni, sono stati i suoi racconti, le sue reminiscenze adolescenziali di quando ancora viveva nel suo amato quartiere cifalota. E mentre lui cantava in piazza allinizio di via Galermo, succedeva di tutto: fila interminabile di macchine come sempre, vigili del fuoco con la sirena accesa compresi: Talia cu cè! Filippu u pumperi! e quindi la serata va avanti con A sucalora, Ma se il caldo arriva, la melodica Bedda (che gli è venuta in mente un giorno tanti anni fa mentre stava imbiancando un tetto ebbene si: Brigantoni ha fatto pure limbianchino!), A sasizza, A banana, e un miscelato di canzoni così come lha definito lui, cioè un medley dei suoi vecchi successi.
Lappello che infine Brigantoni rivolge ai giovani catanesi è il seguente: Vi prego non fate morire u nostru dialetto. Pigghiatevi na chitarredda, vi fate imparare quattru accoddi du maestru e vi mittiti a cantari comammia. Chi lo sa, macari un gionno ci sarà i nuovo Brigantoni!
E noi, come lui, ce lo auguriamo -Brigantoni a parte- che il nostro dialetto continui a vivere.
PS: Impeccabile la scenografia e il palco: quattro drappi neri annodati a metà con delle note musicali stampate color argento luccicoso molto glamour!)