Intesa tra le tre città siciliane, le relative ex province e le Camere di Commercio di riferimento per incentivare la crescita di un'area omogenea di due milioni di abitanti. Si punta allo sviluppo infrastrutturale e al turismo con l'idea di ampliare il circuito degli investimenti di programmazione europea e di coesione, anche superando la Regione Sicilia
Si riuniscono i membri del Distretto sud-est «La burocrazia regionale il freno ai territori»
«Ci comporteremo come una Regione, pur non essendolo. Perché siamo unarea con una popolazione di due milioni di abitanti e produciamo circa l’80 per cento del prodotto interno lordo siciliano», afferma il sindaco Enzo Bianco. È questa la linea adottata verso la Regione Siciliana dai soci fondatori del distretto sud-est che questa mattina si sono incontrati presso il centro polivalente San Leone di Catania. All’incontro hanno partecipato i sindaci dei Comuni capofila dell’iniziativa. Il primo cittadino di Catania Enzo Bianco, e i colleghi di Siracusa e Ragusa Giancarlo Garozzo e Federico Piccitto. Insieme a loro anche i rappresentanti delle rispettive ex province e delle tre Camere di Commercio di riferimento.
I temi trattati durante l’assemblea sono stati quelli relativi all’organizzazione del distretto e ai comportamenti da tenere nei confronti della Regione Sicilia. In ultimo si è discusso di un piano strategico di progettualità comuni. Ad avanzare la richiesta di adesione sono state anche le città di Piazza Armerina e di Taormina e il distretto, affermano gli addetti ai lavori, ha avviato di recente anche una collaborazione con l’università degli studi di Catania.
Il distretto sud-est nasce con la firma di un protocollo durante la visita catanese del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso febbraio e sancisce un interesse di collaborazione tra i territori di Catania, Siracusa e Ragusa con gli obiettivi comuni della crescita e della valorizzazione delle proprie risorse. «Fino a poco tempo fa un’iniziativa del genere era una cosa inimmaginabile ma, visto che il denaro a disposizione è sempre meno, bisogna coalizzarsi», commenta Garozzo. E la crescita, secondo i sindaci del distretto sud-est siciliano, passa soprattutto attraverso lo sviluppo infrastrutturale di aeroporti e ferrovie.
«Una delle nostre idee è relativa alla possibilità di creare un circuito di turismo naturale attivando una ferrovia sui vecchi tratti già esistenti tra Catania, Siracusa, Ragusa e Caltagirone – spiega il sindaco Bianco – Senza però dimenticare l’importanza degli aeroporti di Catania e di Comiso». Sembra che alcuni progetti siano già vicini alla fase operativa ma i membri fondatori del distretto rimangono tuttavia sul vago. È già pronta comunque un’organizzazione realizzata attraverso tre comitati. Uno istituzionale, uno tecnico-scientifico e un altro organizzativo.
Sull’idea del gioco di squadra finalizzato alla concessione di fondi di investimento per progetti comuni all’area del distretto insiste anche il vicepresidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello. «Avendo messo insieme le istituzioni e le Camere di Commercio che operano in in unarea omogenea, abbiamo ampi spazi per valorizzare il territorio e per attrarre più di prima quegli investimenti che – afferma il dirigente – spesso vengono centralizzati dalla Regione Sicilia». I fondi sono quelli comunitari relativi alla programmazione europea e i fondi per lo sviluppo e la coesione. Per ottenerli – dialogando con Bruxelles e Roma – i Comuni del distretto avranno facoltà di superare la Regione Sicilia, con la quale promettono comunque di voler instaurare un confronto produttivo. Nonostante «spesso la burocrazia regionale ha frenato lo sviluppo di questi territori», conclude Bianco.