«San Berillo sia parte attiva del suo futuro» Festa itinerante in attesa del nuovo progetto

«Il quartiere San Berillo aprirà le sue porte a tutti e a tutte. Racconterà, attraverso i suoi abitanti, storie che sono state dimenticate o rimosse dalla nostra corta memoria». Storie del quartiere a luci rosse di Catania, ieri come oggi. Storie di un’intensa attività di botteghe e artigiani. Storie di continue promesse di riqualificazione, con progetti che mirano a snaturare il volto della storica zona etnea ancora oggi. Ma anche idee e progetti per valorizzare davvero il quartiere, con la sua convivenza multietnica e le sue troppe case abbandonate. Sono gli ingredienti della festa itinerante Porte aperte a San Berillo, la sera di venerdì 18 luglio, organizzata e animata dal comitato degli abitanti insieme a diverse associazioni cittadine. «Il nostro metodo è quello di stimolare l’attività dei residenti ma aprirla alla città, non tenerla chiusa all’interno», spiega Andrea D’Urso del comitato.

Così nasce l’idea della festa che attraversa una parte del borgo cittadino. L’inizio è previsto per le 20 in via Pistone, con una performance a sorpresa nel cortile al civico 20. Alle 21.30 partono i tre reading itineranti per le vie del quartiere, accompagnati da altrettante rappresentazioni teatrali: sulla scena urbana andranno due brani tratti dal libro Davanti alla porta di Francesco Grasso – meglio noto come Franchina, storica operatrice sessuale della zona – e un breve pezzo teatrale di Turi Zinna.

La festa continuerà, dalle 23, con la musica in via Carro: note senegalesi dal vivo seguite da Balla balla San Berillo, la seconda edizione del dj set all’aria aperta. Nella vicina via Stramondo, al civico 22, saranno intanto in mostra una quarantina di vecchie foto del quartiere nella raccolta La memoria di San Berillo – dai fondi Santi Puglisi e Carlo Marino e Luigi ed Enzo Martinez, «gli archivi dei più grandi fotografi della Catania storica che hanno immortalato il quartiere dal suo inizio fino allo sventramento e alla ricostruzione», spiega D’Urso. Alle foto del borgo passato si accosteranno quelle più attuali di Visioni per San Berillo 07/2014; una raccolta di scatti di diversi fotografi da varie parti della Sicilia sulle scene vita quotidiana nel quartiere. 

Lungo il percorso, diversi punti di ristoro accompagneranno i partecipanti alla festa: i bar dell’Officina Zeronove in via Opificio 12 e quello all’aperto in via Carro; e i locali Salvia e zenzero, Binette e Mada in via Pistone. Tutte attività della zona, a cui si aggiungeranno le specialità preparate dalla comunità colombiana, ma anche gli oggetti creati dagli artigiani senegalesi. Con la partecipazione del sarto ufficiale della comunità africana in città che confeziona i vestiti tradizionali. «Una maniera di riappropriarsi di un pezzo di Catania e costruire un’idea alternativa di quartiere, senza voler nascondere la polvere sotto il tappeto», spiegano dal comitato.

Un rischio troppo spesso subito da San Berillo, l’ultima volta con un piano di riqualificazione affidato dall’amministrazione Stancanelli a due consulenti esterni. «L’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo ci ha promesso di richiedere la revisione del progetto», racconta D’Urso. Promessa che, stando alle notizie che trapelano dall’assessorato, sembrerebbe essere stata mantenuta. Ma la seconda versione del piano sarebbe anche peggio della prima, con una serie di sventramenti e costruzioni moderne previsti. Un progetto che l’amministrazione non sarebbe disposta ad accettare. «Al momento quello che noi sappiamo è che non c’è un dialogo che coinvolga il quartiere – conclude D’Urso – Ci sono tecnici che parlano con altri tecnici della politica».


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Letture, rappresentazioni teatrali, musica e cibo. Tutto animato dagli abitanti dello storico borgo etneo, oggi ancora a luci rosse ma soprattutto multietnico. Un momento per riappropriarsi del proprio quartiere, nel corso degli anni oggetto di diversi progetti di riqualificazione che mirano a stravolgerne il volto. Come il piano proposto da due consulenti esterni all'amministrazione Bianco, peggiore del precedente voluto da Stancanelli

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