Inaugurato un ciclo di incotri-studio per l'analisi del fenomeno della corruzione nelle pubbliche amministrazioni al fine di applicare le giuste azioni per la prevenzione del fenomeno. Università, Comune e Procura a lavoro insieme per passare da una dichiarazione di intenti a un'azione concreta
Corruzione, tra prevenzione e repressione Unica lotta di Procura, Università e Comune
«La lotta alla corruzione tra repressione e prevenzione». È questo il nome dell’iniziativa organizzata dal comune di Catania. Un primo incontro a cui ne dovrebbero seguire altri e che mette insieme Comune, Università e Procura della Repubblica di Catania, nel tentativo di un’azione preventiva per la lotta al fenomeno della corruzione che vada oltre i piani anticorruzione obbligatori per legge.
«Lo strumento giudiziario da solo non è sufficiente a far emergere il fenomeno», spiega Antonella Liotta, segretario generale del Comune etneo. «E’ un fenomeno che crea un danno addirittura non misurabile in merito ai costi della nostra economia, oltre ad abbattere la tutela in tutte le attività», continua. Alti i livelli di corruzione nel nostro Paese e poiché abbraccia vari settori della società, con consequenziali ripercussioni ad ogni livello, attraverso il ciclo di incontri-studio inaugurato oggi, il comune di Catania vuole applicare «un approccio poliedrico che coinvolga tutti», come afferma Liotta.
«La corruzione rischia di affondare il nostro Paese e noi stiamo avviando un’azione preventiva capace di creare efficienza e trasparenza», afferma il primo cittadino Enzo Bianco. «Abbiamo deciso di agire in modo preventivo, seguendo soprattutto tre principi spiega il sindaco – vogliamo che ci sia maggiore attenzione soprattutto in alcuni settori, in modo che si possano abbattere i margini della corruzione, ma anche che non ci sia discrezionalità per l’assegnazione di incarichi nella pubblica amministrazione e una riduzione dei tempi che vuole dire anche uno snellimento della burocrazia».
L’obiettivo, dunque, è cercare di andare oltre il semplice strumento astratto. «Abbiamo avviato questo partenariato con il Comune grazie al contributo di persone qualificate ed esperte», afferma il rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro. «Siamo chiamati a garantire un futuro migliore alle nuove generazioni attraverso un approccio scientifico delle analisi dei meccanismi di gestione dell’amministrazione per individuarne i punti deboli. Bisogna quindi uscire dalla logica dell’adempimento dei piani anticorruzione per utilizzarli come strumento operativo», sostiene il rettore.
Anche il procuratore capo della città Giovanni Salvi è convinto che quello di oggi «non è il solito convegno, ma l’inizio di un percorso di trasparenza contro la corruzione avviato dal Comune di Catania». Due, infatti, secondo Salvi, sono i livelli su cui operare per sconfiggere il fenomeno: da una parte occorre operare «in modo efficiente con tempi e modi controllabili; dall’altro c’è l’intervento penale, ma chiaramente non può essere applicato a tutte le problematiche», sostiene. Ed è proprio sul primo livello che si è avviata un’azione concertata.