Dopo la scelta del Comune di Catania di chiudere al traffico veicolare il passeggio a mare cittadino per una domenica al mese, a partire dal 1 giugno, i commercianti di viale Artale Alagona e viale Ruggero di Lauria insorgono. A preoccupare i lavoratori per una possibile diminuzione dei guadagni sono soprattutto l'assenza di parcheggi sufficienti e i problemi legati alla viabilità. Mentre alcuni stanno già pensando di ricorrere alle vie legali
Lungomare pedonale, il no dei commercianti Un imprenditore: «Vogliono farci chiudere»
Durante la manifestazione Catania bike festival di fine aprile un gruppo di cicloattivisti etnei aveva lanciato all’amministrazione comunale di Catania la provocazione di chiudere al traffico dei veicoli a motore – per una domenica ogni mese – il lungomare cittadino. La richiesta, formalizzata poi in una petizione che aveva visto oltre mille firmatari, è stata accolta dalla giunta del sindaco Enzo Bianco che ha deliberato la chiusura di 2,5 chilometri di strada tra viale Artale Alagona e viale Ruggero di Lauria. «Un provvedimento sperimentale che durerà solo d’estate dalle 9 alle 20 e partirà domenica 1 giugno», aveva affermato l’assessore alla Viabilità Saro D’Agata. Immediata la soddisfazione degli attivisti per la battaglia vinta. I commercianti le cui attività si trovano nella porzione di strada interessata, invece, hanno presto espresso forte disappunto attraverso le associazioni di categoria come Ascom, Confesercenti e Fipe. A preoccupare gli imprenditori è la possibile diminuzione di clientela – e quindi la perdita economica – dovuta soprattutto agli eventuali disagi di viabilità e parcheggio per i fruitori.
Così, mentre i cittadini entusiasti annunciano un flashmob – «A partire dalle 10.45 posizioniamoci sulle strisce blu lato mare e proviamo a formare una lunghissima catena umana tenendoci per mano!», scrivono sulla pagina Facebook Lungomare liberato – il clima nella zona è teso. «Restituire il lungomare ai catanesi è importante ma una pedonalizzazione alla quale non corrisponde un’offerta di eventi o spettacoli che incentivino il cittadino a passeggiare è una follia», spiega il titolare di Cioccolato caffè Alessandro Leone. Una mancanza di programmazione gastronomica o culturale a cui, secondo l’imprenditore, si legano i problemi di parcheggio, viabilità e pulizia. Su quest’ultimo punto, però, il Comune di Catania è già corso ai ripari: sono stati avvistati infatti operatori ecologici intenti alla pulizia del quartiere. E l’azienda metropolitana trasporti di Catania, intanto, ha previsto una navetta gratuita Sanzio-Europa-Ognina. Ma restano altri nodi.
«Il parcheggio Europa è l’unico disponibile nelle vicinanze – aggiunge Leone – E, oltre ad essere troppo piccolo, è anche a pagamento». Qualche allusione relativa al rilancio – e quindi all’aumento di clientela – che otterrebbe il parcheggio in seguito alla manovra di chiusura del lungomare cittadino è stata avanzata negli scorsi giorni dal presidente di Ascom Catania Giovanni Saguto. Il dirigente ha scritto in un comunicato indirizzato alla stampa: «Solo il parcheggio Europa…?». E i commercianti profetizzano: «Ci sarà una proliferazione di parcheggiatori abusivi».
A lamentare possibili disagi economici già a partire dalla prima domenica di pedonalizzazione sono tutti gli imprenditori del lungomare. Saro Saraniti, titolare del distributore di benzina Agip, afferma: «Per me la perdita di denaro sarà grandissima perché una pompa di benzina incastrata in un’area pedonale non serve a nulla». Meno catastrofiche ma pur sempre negative le previsioni della Confesercenti Catania. Il presidente onorario Enza Lombardo ha infatti affermato che gli incassi della domenica «si potrebbero abbassare anche del 15 percento o addirittura del 20». Caustico il commento della titolare della tabaccheria al civico 7 di viale Artale Alagona. La negoziante – che preferisce rimanere anonima – afferma: «Vogliono farci chiudere bottega come se già non subissimo da anni gli effetti della crisi».
I commercianti del lungomare etneo temono dunque il peggio e stanno già cercando di correre ai ripari. Marco Genovese della pasticceria e gelateria Ernesto racconta: «La Fipe ha messo in allerta l’avvocato Giovanni Lota perché – spiega l’imprenditore – se domenica 1 giugno ci dovessimo accorgere di aver guadagnato il 20 percento in meno rispetto alla domenica precedente, allora potremmo procedere per vie legali».