Il candidato alle elezioni mottesi ha perso la competizione per soli tredici voti. Un margine talmente minimo da non mettere in sicurezza la vittoria di Anastasio Carrà (eletto con due civiche e Articolo 4). Ma per Daniele Capuana la tornata avrebbe potuto avere un risultato ben diverso se il Partito democratico avesse assegnato il simbolo: «Avremmo potuto approfittare del trend positivo delle europee»
Elezioni a Motta, la critica di Capuana «Con il Pd compatto avremmo vinto»
«Se il Pd fosse stato compatto, avremmo vinto». Due giorni dopo lo spoglio, non scema la delusione di Daniele Capuana, candidato sindaco a Motta Sant’Anastasia. La sua discesa in campo era stata quella annunciata da più tempo, con un grande lavoro di coordinamento di gruppi di lavoro e la formazione di ben sei liste (il numero più alto in queste amministrative). Ma nella tarda sera di lunedì le urne hanno consegnato un risultato diverso e forse più bruciante: solo tredici voti lo separano dal vincitore, Anastasio Carrà. A pesare sul risultato, sostiene Capuana, è stato la scelta del Partito democratico di non affidare a nessuno il simbolo. La vicenda, consumatasi a un mese dalle elezioni, ha visto protagonisti Daniele Capuana e un altro candidato, Danilo Festa, ex presidente della sezione mottese e votato dall’assemblea del partito.
«È un peccato», afferma con amarezza l’ex candidato. «Avremmo potuto approfittare del trend positivo delle europee», spiega riferendosi alla buona performance del centrosinistra anche in Sicilia. «La non disponibilità del simbolo ha pesato», insiste. Eppure Capuana ha contato sull’endorsement pressoché immediato del gruppo dirigenziale del Pd, giunto pochi minuti dopo la comunicazione dell’uscita di scena del simbolo del partito e continui messaggi di vicinanza del sindaco di Catania Enzo Bianco. Poco, ai fini della conta delle schede. «Gli elettori si sono sentiti liberi di votare altro».
Una flebile speranza è racchiusa nella verifica dei verbali dello spoglio. Con un margine così risicato, la prospettiva di un ribaltamento del risultato non è irreale. «Sono state riscontrate irregolarità in sei sezioni su nove», prosegue Capuana. Dall’ufficio elettorale del Comune mottese, però, le indicazioni sono diverse: «Sono normali verifiche, succede a ogni elezione». Capuana invece parla di «omissioni, correzioni e annotazioni a matita. Stiamo valutando se presentare ricorso». Ottenendo anche l’appoggio di Giampiero D’Alia, ex ministro per la Semplificazione e presidente regionale dell’Udc: «Il fatto che siano state riscontrate numerose irregolarità nei verbali e che conseguentemente siano stati convocati per chiarimenti i presidenti di sei sezioni su nove e i loro rispettivi segretari – afferma DAlia – lascia fortemente turbati specialmente nel caso di una consultazione elettorale il cui esito è appeso ad un pugno di voti». Sullo stesso tasto batte anche il segretario provinciale del Pd, Enzo Napoli. «Considerato lo scarto minimo tra i due candidati a sindaco, è assolutamente opportuno che si proceda ad un più attento esame degli stessi verbali e, nel rispetto delle prerogative di legge, persino delle stesse schede di voto». Una risposta arriverà non prima di venerdì. Solo allora sarà possibile avere un quadro completo della situazione e – di conseguenza – delle possibili reazioni.