La squadra di rugby di Librino ha presentato una richiesta protocollata all'assessorato al Patrimonio per avere in gestione l'impianto occupato il 25 aprile del 2012. Da anni vanno avanti i contatti con le amministrazioni, ma le attese e le speranze dell'associazione sono state puntualmente deluse. «Adesso sappiamo almeno chi è il nostro vero interlocutore ma, considerati i precedenti, se anche l'assessore fosse mio padre non mi fiderei», spiega il presidente Stefano Curcuruto
I Briganti e l’assegnazione del San Teodoro «Da otto anni nessuna risposta dai politici»
Il prossimo 25 aprile i Briganti Rugby di Librino festeggeranno il secondo anniversario della liberazione del Campo San Teodoro. Una grande struttura, con palestre, spogliatoi, due campi, delle bellissime tribune in cima a una collinetta dalla quale la vista si allarga sul quartiere e fino al mare. Costruito per le Universiadi del 1997, abbandonato e mai ultimato. Al momento della loro fondazione, nel 2006, i Briganti si diedero due obiettivi: allontanare i ragazzi e i bambini di Librino dalle strade attraverso il rugby e riqualificare il San Teodoro, aprendolo al quartiere e facendolo diventare la sede delle loro attività sportive. Una missione che non si è fermata con l’occupazione del 2012. Ma che continua anche attraverso le vie istituzionali. Il 13 marzo scorso il presidente Stefano Curcuruto ha presentato una richiesta protocollata al Comune di Catania per avere in gestione ufficialmente la struttura. Destinatari della missiva sono il sindaco Enzo Bianco, la direzione dell’Economato e del Patrimonio e l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, da cui il campo dipende.
«La via istituzionale non si è mai chiusa – spiega Curcuruto – Altre volte le richieste erano state informali, in passato abbiamo anche depositato settemila firme, stavolta, grazie anche al lavoro avviato con la precedente amministrazione, sappiamo almeno chi è il nostro interlocutore, cioè l’assessorato al Patrimonio a cui appartiene l’impianto». Le difficoltà nel gestire una struttura così grande sono molte, servono risorse economiche e fisiche. Per questo i Briganti, nel caso di un’eventuale risposta positiva da parte dell’amministrazione, lasciano le porte aperte ad altre squadre e gruppi. «Ben vengano col tempo altre società sportive che vogliano usare la struttura e che facciano da supporto. Non abbiamo certo aperto per poi richiudere», sottolinea il presidente.
I contatti con la nuova amministrazione, che ha mostrato interesse a capire e trovare una soluzione alla vicenda, sono stati mediati da Fabio Pagliara, l’esperto del sindaco per lo sport. Ma i tentativi, le mezze promesse, le speranze e le attese svanite a pochi metri dal traguardo, come nell’ultima campagna elettorale, hanno resto i Briganti estremamente prudenti. «Da otto anni vado dietro a tutti i politici, quindi, anche se l’assessore fosse mio papà, non mi fiderei – ammette Curcuruto – Da parte nostra continueremo a fare pressing sull’amministrazione per non far morire questa richiesta».