Interventi mirati al decoro urbano e alla riqualificazione degli immobili abbandonati, anche tramite l'esproprio. Nell'infinito confronto sul piano regolatore cittadino e sul regolamento edilizio, che manca da 79 anni, si inseriscono le idee della Confcommercio. L'assessore all'urbanistica Di Salvo afferma: «Vogliamo le stesse cose», ma frena sulla possibilità di intraprendere azioni coattive verso chi è inadempiente
Confcommercio, proposta di nuovo Prg Dehors pubblici, esproprio di beni degradati
«L’ultimo piano edilizio in città risale a 79 anni fa e l’amministrazione Bianco vaglierà con attenzione l’idea della Confcommercio etnea». Con queste parole Salvatore Di Salvo, assessore all’Urbanistica e al Decoro urbano del Comune di Catania, apre la conferenza stampa in cui l’ente di via Mandrà ha presentato la propria proposta di regolamento. Da introdurre contestualmente al nuovo piano regolatore generale, di cui la città è in attesa dagli anni ’60, nonostante una bozza quasi definitiva presentata nella scorsa sindacatura di Raffaele Stancanelli. Un piano che, secondo il vicedirettore della Confcommercio locale Francesco Sorbello, «raccoglie le istanze dei cittadini, degli ordini professionali e delle associazioni di categoria».
La normativa ha l’obiettivo di restituire al capoluogo catanese sicurezza e decoro urbano attraverso interventi tecnici e amministrativi che interessino la collettività e incentivino le attività commerciali, «consacrando Catania come città metropolitana», spiega Sorbello. Le operazioni di aggiustamento del piano edilizio proposto vanno nella direzione del recupero e della riqualificazione di immobili abbandonati e dell’integrazione tra patrimonio artistico e modernità. «Ci sono troppi palazzi fatiscenti e in disuso, soprattutto nel centro storico, e bisogna attivarsi per toglierli dal degrado e restituirli alla cittadinanza – continua Sorbello – senza ulteriori colate di cemento». Altro obiettivo del regolamento è l’agevolazione delle attività commerciali attraverso la creazione di dehors pubblici e la facilitazione della burocrazia edilizia con l’istituzione dello Sportello unico.
L’indicazione fornita dell’ente catanese per le imprese ha alla base l’idea di un trattamento particolareggiato a seconda che l’area da rimodulare sia di natura economica, turistico-recettiva o sociale. «Per questo tipo di iniziative – continua Sorbello – il nostro regolamento prevede anche azioni coattive nei confronti di privati che posseggono immobili degradati e pericolanti da oltre dieci anni per almeno il 90 percento della volumetria». Il regolamento esposto dal vicedirettore Sorbello prevede, dunque, l’esproprio a prezzo simbolico dell’immobile abbandonato all’inerzia del privato. Frena l’entusiasmo l’assessore Di Salvo: «Di sicuro non strapperemo gli edifici a nessuno soprattutto nel caso in cui un privato non possa sostenere economicamente la spesa di messa in sicurezza – e continua – senza contare che in merito c’è una particolare giurisprudenza».
«In materia urbanistica Catania può prendere tanto da quanto presentato ma bisogna valutare bene e siccome non c’è tempo da perdere, già la settimana prossima porterò il documento in giunta – spiega Di Salvo – felice di sapere che gli ordini professionali e l’amministrazione vogliono le stesse cose per questa città». E conclude: «Lo sviluppo economico di Catania passa attraverso la ripresa edilizia».