È iniziato giovedì sera il rito organizzato in occasione del solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno, all'istituto Boggio Lera di Catania. Coinvolti diecimila studenti di 50 scuole di ogni ordine e grado, 30 associazioni culturali e di volontariato e oltre 500 artisti. Affascinati da luce e ombra molti dei partecipanti, ma non tutti si dicono d'accordo, in difesa della cristianità
Il Rito della Luce arriva al Boggio Lera «Si veicola un falso messaggio»
I corridoi sono ricoperti da teli e reti bianche, piccole candele galleggianti sono in ogni dove e si alternano a composizioni fatte di sale, pietre, rami e ovviamente candele, piccoli e grandi musicisti, ballerini e cantori. Tutti sono vestiti di bianco. Appare molto diverso dal solito il liceo scientifico Boggio Lera di via Vittorio Emanuele. Da giovedì infatti è sede della quattro giorni dedicata al Rito della Luce, organizzato dalla fondazione Fiumara D’Arte fondata e diretta da Antonio Presti. In occasione del solstizio d’inverno, il 21 dicembre, il rito già proposto nelle scuole di Librino l’anno scorso, si sposta quest’anno in centro città e per l’occasione la scuola cambia forma. «Un evento che vuole rappresentare una macchina universale per restituire emozioni, unesperienza non soltanto artistica ma dalla forte valenza etica, civile e morale. La luce è vita, cultura, futuro», afferma Presti.
Diecimila gli studenti di 50 scuole di ogni ordine e grado di Catania e provincia, 30 le associazioni culturali e di volontariato e oltre 500 artisti coinvolti tra performer, poeti, musicisti, danzatori, gruppi etnici, associazioni, teatri e compagnie teatrali.
La scuola si presenta in penombra, dato che è illuminata solo da candele, e sebbene sia ospitata in un grande edificio storico dai tetti alti, così addobbata sembra più piccola. Tramite un percorso obbligato che inizia da via Quartarone e che attraversa il cortile centrale, il padiglione Pino, il padiglione Santa Barbara, il corridoio centrale e finisce al primo piano dell’edificio, si può assistere a performance di studenti musicisti o ballerini o di artisti professionisti. In molti invitano a fare silenzio, soprattutto passando tra le aule o i corridoi in cui è in corso l’esibizione. Come sulla scala del portone d’ingresso principale, al civico 346, chiuso perché proprio lì una decina di persone è impegnata in una sessione di yoga ripetendo in continuazione il mantra Om. Oppure sulla scala monumentale dell’altro portone d’ingresso, quello al civico 348, in cui c’è una suonatrice d’arpa al centro, alcune ragazze – in bianco come vestali – siedono sui bordi laterali, e altre due – come cantori – stanno alle spalle della musicista.
«Una bella esperienza che ci ha fatto stare tutti insieme anche fuori dal tempo scolastico normale», affermano due studenti della terza C del Boggio Lera, Samuel e Shi. Contente di avere partecipato anche due piccole studentesse della scuola Mayorana, entrambe di nome Martina. «Abbiamo scritto delle poesie e le abbiamo recitate davanti a tutti, ci siamo sentite importanti», dicono insieme. Anche le loro mamme, Concetta e Agata, sono piacevolmente colpite da ciò che hanno visto. «Mi ha trasmesso tranquillità», dice una, «un silenzio che a casa non c’è con i bambini piccoli», aggiunge l’altra. «Mi hanno molto colpito le candele, mi danno un senso di pace», dice poi un’altra compagna, Giulia. «È tutto molto suggestivo», le fa eco la mamma Graziella.
Ma se qualcuno si dice affascinato dalla trasformazione dell’istituto per accogliere l’idea di Antonio Presti, qualcuno ne è colpito negativamente. «Si è usata la competenza di tutte le fasce d’età dei bambini per veicolare un messaggio falso. È un rito pagano che cela dottrine occulte e il peggio è che lo fanno proprio nel periodo natalizio», afferma la signora Chiara. Ne fa quindi una questione di difesa della dottrina cattolica lei, che, con la sua amica Claudia, era presente giovedì sera perché il figlio di una delle due ha partecipato in quanto studente di una delle scuole coinvolte. «Nessuno dentro sa spiegare cosa è il Rito della luce, ma è un rito degli illuminati che si contrappone alla vera luce che è Dio», dichiara Claudia. Non nega poi che avrebbe preferito che il figlio non partecipasse, «perché qui si cercano adepti attraverso una simbologia magica, ma è stato praticamente obbligato perché lo facevano tutti», dice.
Il figlio diciassettenne arriva qualche minuto dopo e approfittiamo per chiedergli la sua opinione in merito. «Mi è piaciuto lavorare insieme ai miei compagni, una bella esperienza comune, ma da spettatore devo dire che non mi ha trasmesso nulla di particolare», sostiene. Il Rito della luce al Boggio Lera si svolge dal 19 al 22 dicembre, dalle 18.30 alle 22.