L'ultimo capitolo della vertenza, che vede i sindacati da un lato e i vertici dell'Azienda ospedaliera dall'altro, sembra aver trovato un punto d'incontro. Le famiglie avranno un contratto di locazione. Il Sunia: «Continueremo a seguire la vicenda»
Via Gallo, annullato sfratto inquilini dai locali del Policlinico «Proposto contratto d’affitto che include debiti pregressi»
«Seguiremo le famiglie passo dopo passo in questa vicenda che ha visto un grande lavoro sindacale. Un grande apprezzamento da parte nostra va alla prefetta Carmela Librizzi, che ha convocato l’incontro a cui abbiamo partecipato insieme all’Azienda ospedaliera del Policlinico». Giusi Milazzo, segretaria regionale del Sunia, si dice soddisfatta per la trattativa raggiunta con i vertici del Policlinico che vede al centro le famiglie residenti tra via Gallo e via Sant’Elena nei locali di proprietà dell’ospedale. Nell’accordo raggiunto in occasione dell’ultimo tavolo coordinato dalla prefetta del capoluogo etneo è stato evitato lo sfratto, che era fissato per il prossimo 22 luglio. Inoltre è stato raggiunto l’accordo per un canone mensile che oscilla tra i 480 e i 530 euro che, oltre alla locazione, prevede anche gli oneri pregressi chiesti dall’azienda. «Ci siamo confrontati con le famiglie e abbiamo cercato di definire un piano di rientro con una rateizzazione spalmata in 360 mesi, che equivarrebbero a 30 anni – spiega Milazzo – Le famiglie saranno chiamate prossimamente per firmare il contratto d’affitto. In questa trattativa nessuno delle parti ha voluto fare un passo indietro, con il Policlinico che rivendicava queste somme che erano scaturite da una sentenza del tribunale. Tuttavia, è stata eliminata la richiesta di fidejussione che avrebbe impedito qualsiasi accordo».
Un punto di incontro arrivato dopo diversi capitoli in cui gli inquilini hanno visto minacciare lo sfratto dagli immobili del quartiere Antico Corso. Negli anni Novanta hanno occupato questi locali, di proprietà del Policlinico, allora in disuso da parte del nosocomio. L’azienda ospedaliera li aveva ereditati negli anni ’70 da un privato. Nel 2006 ha chiesto che quegli appartamenti venissero sgomberati dalle famiglie, che dal canto loro hanno sempre sostenuto di aver ristrutturato dei locali che altrimenti sarebbero andati perduti. La vicenda è arrivata anche nelle aule di tribunale, dove in due gradi di giudizio i giudici hanno dato ragione al Policlinico. L’ospedale in questi anni ha continuato a chiederne lo sgombero, con l’ombra dello sgombero da dover evitare, avanzando agli inquilini la richiesta di pagare gli arretrati dovuti all’occupazione dell’immobile accumulati.
Nell’ultimo periodo il Sunia, accogliendo le istanze degli inquilini, si è preso carico della questione, insieme alla sigla sindacale anche il Comitato etica casa lavoro, nel corso di alcuni incontri col Policlinico, hanno avanzato le loro proposte, che però non sono state accolte. Adesso, invece, quest’ultimo passaggio che sembra trovare un punto di convergenza tra le parti. Quella di potere avere un regolare contratto, dopo anni di occupazione e di lavori svolti all’interno degli stabili, era una delle principali richieste degli inquilini. «Certo, la cifra mensile richiesta può apparire inizialmente alta – conclude Milazzo – ma dobbiamo considerare che all’interno ci sono gli arretrati e le quote erariali. Aspettiamo che i cittadini vengano chiamati nei prossimi giorni per firmare i contratti. Noi continueremo a seguire la questione». Le famiglie avrebbero acconsentito all’accordo.