Si è chiusa ieri sera la dodicesima edizione della mostra per cinema breve che si è tenuta come da tradizione ad Acireale. La giuria, guidata dall'iraniano Babak Karimi, ha premiato il cortometraggio della giovane Daria Belova. Nella categoria animazione si afferma l'inglese Head over heels di Tim Reckart, la storia di una coppia che vive nella stessa casa: lui sul pavimento, lei nel soffitto. Riconoscimenti anche al croato Someone might drop a cigarette butt e allo slovacco ýHviezdaý (The star)
Magma Festival, vince il tedesco Ballet Story La routine interrotta di una scuola di danza
Una scelta difficile, ma alla fine il premio Lorenzo Vecchio del Magma Festival 2013 va al cortometraggio tedesco Ballet Story, della giovane Daria Belova. «La qualità e la varietà dei film in concorso hanno reso complessa la decisione sui vincitori – ha dichiarato il presidente di giuria Babak Karimi – avremmo voluto premiare un numero di opere maggiore di quelle previste dal concorso. Manifestazioni come questa – ha aggiunto – svolgono un ruolo fondamentale perché sempre meno l’industria cinematografica presta attenzione al formato breve».
La serata finale della dodicesima edizione della mostra di cinema breve che, anche quest’anno, si è tenuta ad Acireale, si è svolta ieri sera. Ballet Story, il corto vincitore, racconta in nove minuti la routine di una scuola di danza, interrotta quando la protagonista Sophie si accorge di un ragazzo solo sulla strada. L’evento innesca un vortice di aggressività e dolore. Il video ha colpito la giuria – presieduta da Karimi e composta dall’attrice Irene Ferri e dal direttore del Glasgow Short Film Festival, Matt Lloyd – «per la densità e la profondità dello sguardo, la raffinatezza e lessenzialità delle inquadrature e del montaggio, e per la delicatezza della recitazione. Nonostante le influenze della regista siano evidenti – si legge nella motivazione – la sua padronanza del racconto cinematografico, del tutto personale, fa ben sperare per la carriera futura».
Nella categoria dei corti di animazione, invece, la scelta è caduta sull’inglese Head over heels di Tim Reckart. Una simpatica storia in cui marito e moglie continuano a vivere da separati nella stessa casa: lui sul pavimento, lei nel soffitto e il loro matrimonio rimane sospeso in equilibrio. «Il controllo della tecnica – ha giudicato la giuria – consente ai personaggi di argilla di prendere vita. Il corto riesce così a raggiungere un risultato che solitamente i film recitati dal vivo non raggiungono, e realizza una brillante metafora visiva per le sfide che si presentano in qualsiasi relazione a lungo termine».
Miglior corto narrativo è stato proclamato il croato Someone might drop a cigarette butt di Josip Viskovic. Il breve racconto di una coppia, Darko e Jasna, che aspetta un figlio e continua a vivere a casa del padre alcolizzato di Darko. Premiato «per la capacità di trasmettere con grande semplicità un senso di amore per le cose, e di regalare allo spettatore unimmagine irresistibile, al culmine della sua femminilità». Infine tra i documentari vince lo slovacco ýHviezdaý (The star), di Andrej Kolencik. La storia di Jan Slovak, un saldatore di 55 anni, che finisce per fare teatro seguendo la sua grande passione per la recitazione. Un racconto, secondo la giuria, «apparentemente bizzarro, dietro cui però si rivela un senso di famiglia e di amore molto forte».
Si chiude così un’edizione che ha visto partecipare 37 cortometraggi, selezionati tra i 630 iscritti al concorso da 56 paesi. Appuntamento al prossimo anno.