Il candidato unico del centrosinistra incontra parte dell'associazionismo cittadino per tracciare insieme quello che dovrà essere il percorso del suo governo e non risparmia frecciate al centrodestra
Miceli lancia i punti del programma partecipato «Decentramento, ambiente e programmazione»
Prosegue spedita a Palermo la campagna elettorale per le Comunali del candidato del fronte progressista Franco Miceli, che nel pomeriggio ha incontrato quasi duecento persone ai cantieri culturali della Zisa per discutere insieme delle linee guida di quella che potrebbe essere la sua azione al governo della città. Presente all’incontro il solo Paolo Petralia Camassa tra i membri della giunta uscente. E proprio all’esperienza decennale di Leoluca Orlando, Miceli dedica parole diplomatiche, che non rompono né con chi chiede un taglio netto col passato né con chi guarderebbe volentieri alla continuità amministrativa. «Si è chiusa una fase molto lunga – dice il candidato – il nostro compito è aprirne una nuova. Riscriviamo insieme le nuove scelte che dovranno caratterizzare il governo della città, non ci fossilizziamo su temi come continuità o discontinuità».
E per scrivere le nuove scelte le linee guida sono il decentramento, come ha già sottolineato in occasione della presentazione della lista Progetto Palermo, perché «ognuna delle otto circoscrizioni ha più abitanti di molti capoluoghi di provincia ed è assurdo che a Palermo si continui a guardare tutto con occhio accentratore», ma anche ambiente e programmazione. «Nell’arco del tempo dovremo creare le condizioni perché a Palermo si avvii una transizione ecologica in cui il tema dell’ambiente sia centrale nella vita della città – spiega Miceli – Dobbiamo mettere a posto delle cose, tra cui la capacità di lavorare per programmi. Questa mancanza non è più tollerabile, perché ci porta a fare interventi sulla città che sono o episodici o contingenti, mentre c’è bisogno di incanalare risorse pubbliche e private in una stessa direzione. Non c’è mai stato un rapporto tra programmazione e bilancio del Comune. E diverse realtà strategiche nella nostra città non riescono a fare rete, penso per esempio all’università, con cui il Comune dovrebbe collaborare in maniera costante, non riunirsi per parlare di massimi sistemi».
Infine, prima di dare avvio al dibattito, a cui hanno partecipato anche esponenti dell’associazionismo cittadino, Miceli non manca di esprimere una notazione politica. «I colleghi del centrodestra stanno discutendo su come dividersi le poltrone in base a equilibri politici locali e nazionali – conclude – ma nessuno che abbia ancora parlato di Palermo. Non era mia intenzione fare il sindaco, mi è stato chiesto e ho deciso di dedicare i prossimi cinque anni alla città».