9 maggio: festa dell’Europa. “Un sogno diventato realtà”

A distanza di poco più di mezzo secolo dalla dichiarazione redatta a Parigi da Robert Schuman, già Ministro francese degli Affari Esteri, oggi si festeggia il 55° anniversario di questa dichiarazione, atto di nascita dell’Unione europea, per ricordare quello che fino ad ora ha segnato il processo di unificazione politica, economica e culturale europea.
Il Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME) ha organizzato nell’aula magna della facoltà di Scienze Politiche di Catania il convegno dal titolo “Giornata dell’Europa. Incognite e sfide per l’Unione a 25” a cui hanno partecipato Giuseppe Vecchio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Massimo Palumbo dell’Ufficio per l’Italia del parlamento europeo, Giorgio Napolitano, Presidente del CIME, Filadelfio Basile, Segretario Generale del CIME, Alessandro Battisti e Alessandro Forlani, Senatori della Repubblica, Rocco Buttiglione, ex Ministro per le Politiche Comunitarie e attuale Ministro dei Beni Culturali, Raimondo Cagiano de Azevedo e Gian Piero Orsello dell’Università “La Sapienza” di Roma, Sergio Pistone dell’Università di Torino e Dario Velo, Presidente dell’Associazione Universitaria di Studi Europei (AUSE).

Dagli interventi delle autorità partecipanti al convegno è emersa l’attenzione sull’idea di una Europa unita, nata negli anni Cinquanta, le cui ragioni appartengono a uno spirito nuovo dopo il flagello della Seconda Guerra Mondiale e lo spettro di una terza guerra mondiale che angosciava l’Europa del secolo scorso.
“L’iniziativa di oggi è una festa, un momento di gioia e riveste un grande interesse perché rinnova in noi il sentimento di appartenenza e adesione a un processo di straordinaria importanza che deve essere sempre alimentato dai valori di pace, democrazia e libertà”, queste le parole citate dal preside Giuseppe Vecchio per introdurre il convegno.
“Questa giornata è diventata un simbolo europeo che, insieme alla moneta unica, alla bandiera e all’inno, costituisce l’identità dell’Unione Europea. Per questa occasione nei vari paesi membri dell’Unione vengono organizzate oggi cerimonie di festa, con lo scopo di avvicinare l’Europa ai cittadini e ai popoli che ne fanno parte. Il 9 maggio dovrebbe essere più che una data di riferimento, una festa che si aggiunge alle feste nazionali degli Stati membri senza sostituirle” aggiunge Massimo Palumbo.
Napolitano sottolinea l’importanza fondamentale che riveste il mondo accademico per far conoscere l’evoluzione dei processi storici, ed in questo caso dei processi europei degli ultimi decenni: “l’università è stata finora il solo luogo che ha fatto conoscere ai giovani la storia e dà una opportunità di confronto di opinioni. L’uomo, e più nello specifico il cittadino europeo – continua Napoletano- deve affermarsi ed esplicarsi come attore globale e soggetto centrale”.

Si è poi parlato delle tappe principali dell’integrazione europea a partire da uno dei suoi fondatori (il sopraccitato Schuman) che poggia su due pilastri principali: sulla volontà di ripudiare la guerra, e quindi sul desiderio di costruire un futuro di pace, e sull’idea di libertà e democrazia, cioè la concezione del rapporto tra stato e società basato su un rispetto reciproco fra le diverse nazioni. Da questa concezione nuova di ricostruzione nasce nel 1951 la “Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio” (CECA). Successivamente, nel corso degli anni si passa ai vari trattati: Roma (1957), Maastricht (1992), Amsterdam (1997) e Nizza (2001). Gli anni Novanta in particolare sono contrassegnati dal “Trattato di Maastricht” che ancora oggi detta la gestione dell’economia degli stati fissando obiettivi comuni: nascita CE, unione politica e moneta unica.
“L’Europa nasce con un obiettivo –afferma Rocco Buttiglione- mai più la guerra in Europa. E’ possibile fare politica estera sulla pace che non si fonda sul possesso di un potere militare. Bisogna saper fare appello alla coscienza dell’altro, bisogna essere capaci di investire risorse per delle prospettive di sviluppo”. Buttiglione fa riferimento alle due aree principali più vicine all’Europa, i Balcani e il Medio Oriente, verso la quale l’Europa ha una grande responsabilità e sulle quali bisogna agire al più presto per evitare ulteriori situazioni drammatiche.

E’ stata inoltre evidenziata la presenza di incognite e sfide dell’Unione a 25. Il primo interrogativo che ci si pone oggi è l’esito del processo di rettifica della Costituzione europea e quindi i risultati dei referendum nei vari paesi membri, come quello che avrà luogo il prossimo 29 maggio in Francia. Una delle possibile sfide è invece il rilancio dell’economia europea, grazie alla quale si spera nell’ulteriore possibilità di sviluppo attraverso i processi di globalizzazione e nella formazione di una “eurocittadinanza”. “L’Europa è la prima potenza commerciale a livello mondiale e si prevede un allargamento ad altri futuri paesi membri, come accadrà nei prossimi due anni per Romania e Bulgaria, ma non si conoscono ancora i tempi. Essa è lo strumento per guidare verso la globalizzazione” afferma Alessandro Battisti. “Intanto –come sostiene Raimondo Cagiano- per molti di noi questa giornata rappresenta un sogno che è diventato realtà”.
L’essenza della nascita di questa unione sta racchiusa in una celebre frase citata da Jean Monnet nel 1952 che aiuta a capire meglio il destino passato, presente e futuro dell’Europa: “Noi non coalizziamo Stati, uniamo uomini”.

Per maggiori informazioni sull’Unione europea visitate:

http://www.europa.eu.int/

http://www.politichecomunitarie.it

http://www.cide.it

Valeria Arlotta

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