Dopo la polemica scoppiata tra Beppe Grillo e la consigliera comunale M5s bolognese Federica Salsi, ospite nel programma Ballarò, si discute all'interno dei gruppi locali della possibilità per i membri di partecipare ai talk show. La maggioranza è contraria. «In tv è tutto preconfezionato, senza possibilità di discutere con la gente. Noi preferiamo lavorare», dice Gianina Ciancio, neo eletta deputata siciliana. Per loro, il presente è online
5 stelle, a Catania sondaggio sui talk-show «La nostra comunicazione è su Internet»
«Domani sera non voglio partecipare alla vostra trasmissione, non parteciperò perché non voglio essere esposto come una bestia strana alla vostra fiera di paese, non voglio essere la marionetta del vostro teatrino surreale». L’effetto Federica Salsi, nel MoVimento 5 stelle, si è subito fatto sentire. Dopo la partecipazione della consigliera comunale M5s di Bologna alla trasmissione di Rai3 Ballarò e la reprimenda di Beppe Grillo sul suo blog (con conseguente isolamento della reietta), si discute all’interno dei gruppi locali a 5 stelle sulla possibilità di comparire in tv. Il primo no, ancora a Ballarò, è arrivato da Daniele Farsetti, del MoVimento 5 stelle di Arezzo. «Il vostro invito dovrebbe risultare ridicolo in primo luogo a voi stessi scrive alla redazione del programma io un umile consigliere comunale che si occupa quotidianamente di buche, di scuole senza riscaldamento e nomine indigeribili nelle partecipate messo a confronto con il ministro dellEconomia Grilli». Posizione che sembra condivisa anche dai gruppi locali, tra cui quello catanese.
Un’ironica ansia da prestazione quella di Farsetti che si dice non in grado «di pontificare sullo scibile umano, passando da una supercazzola allaltra, senza in realtà capire nulla di ciò che di dico ma facendolo a favore di camera con quella faccia intelligente, che la sempre più lunga di tutti gli altri, che fa tanto audience». E che piace tanto ai conduttori in tv, secondo i movimentisti. «Chiunque sa che i giornalisti televisivi sono lì per grazia ricevuta (e stipendio ricevuto) dai loro editori rincara la dose su Facebook lo stesso Beppe Grillo E che i loro editori sono i partiti insieme alle lobby che li sostengono». Un sistema che il MoVimento è nato per combattere e non per esserne protagonista, nonostante il successo elettorale che lo ha portato ad essere la lista più votata in Sicilia alle appena trascorse consultazioni regionali.
«Oggi abbiamo tutti i riflettori puntati su di noi commenta Benedetto Amata, del M5s Catania E’ questo il momento per lanciare i nostri strumenti alternativi di comunicazione». Cioè l’uso di Internet. Dirette online basate solo su servizi come Youtube e Google Plus, possibili con pochi mezzi e a costo quasi zero. «Una comunicazione interattiva, dove la gente può commentare e fare domande in diretta aggiunge Gianina Ciancio, la più giovane deputata all’Ars eletta a Catania tra le file del MoVimento Questo non è sottrarsi al confronto, come spesso ci viene rimproverato. A noi sono i talk show che stanno stretti, dove tutto è preconfezionato e i politici da palco lottano a chi sa pungolare di più». Senza discutere dei reali problemi e, soprattutto, puntando più alla disinformazione degli spettatori. «Parlano per ore di problemi che hanno creato loro continua la neo onorevole regionale siciliana Noi siamo stanchi di parlare, vorremmo cominciare a lavorare».
E la maggioranza dei membri sembra essere d’accordo. In un sondaggio lanciato nel meet up catanese, su 65 votanti solo 29 si sono detti favorevoli alla partecipazione del M5s a programmi televisivi. Nonostante il potenziale del mezzo. «Per raggiungere chi non usa Internet serve il contatto fisico, la presenza sul territorio spiega Gianina Ciancio Piuttosto che perdere un’ora di tempo in tv, preferisco tenere aperta una sede e fare formazione per portare online chi ancora non c’è». D’altronde, secondo Amata, è la stessa gente a chiederlo: «I cittadini sono stanchi non solo della politica, ma anche di questa informazione pagata dallo Stato». «Lo stesso sistema conclude Ciancio che noi cerchiamo di rivoluzionare».