«Un bel dono ricevuto nel 2014», contenuto in una legge regionale passata inosservata. In base a questa una quota dell'imposta sulle persone fisiche dovrà essere dedicata alle «forme di democrazia partecipata», spiega Mirko Viola, creatore dei laboratori di cittadinanza attiva. E che propone all'amministrazione guidata da Enzo Bianco un incontro sul tema
2015, Catania Source chiede un anno partecipato Viola: «Il 2% dell’Irpef alle azioni dal basso, usiamolo»
Fine anno, tempo di bilanci. Possiamo dire di aver ricevuto un bel dono nel 2014. Una frase, poche parole contenute in una legge regionale passata quasi del tutto inosservata. In base ad essa, il 2 per cento della quota di gettito regionale Irpef trasferita ai comuni siciliani a titolo di compartecipazione deve essere speso «con forme di democrazia partecipata, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune».
In definitiva, attraverso la legge regionale numero 5 del 31 gennaio 2014, il legislatore siciliano fa obbligo ai Comuni di iniziare la strada del bilancio partecipato, rendendo gli elettori protagonisti della destinazione di una parte, seppur piccola, delle somme disponibili per i propri Comuni. Finalmente!
Lo aspettavamo da tempo. Gli oltre 170 partecipanti lo scorso anno ai laboratori di cittadinanza attiva del progetto Catania Source avevano di fatto inaugurato un processo di democrazia partecipata nel Comune di Catania al fine di trasformare i problemi in opportunità di cambiamento ed avevano finito col presentare al Sindaco, a conclusione del progetto il 9 giugno di quest’anno, oltre 30 proposte vestite con gli istituti di partecipazione popolare previsti dal titolo IV del nostro Statuto comunale, ossia gli strumenti a disposizione del cittadino per intervenire attivamente nei processi decisionali intrapresi dall’Amministrazione.
Oggi, grazie al suddetto strumento normativo (al quale, peraltro, hanno già fatto ricorso alcuni comuni siciliani), queste proposte (alle quali non mancheranno di aggiungersene altre) potranno essere ridiscusse e rielaborate per essere finalmente applicate e divenire realtà.
Per fare ciò, sarà necessario informare e coinvolgere tutte quelle realtà che operano nel nostro contesto urbano, come pure la nostra Amministrazione (alla quale avremmo diversi quesiti da porre concernenti, in ultima analisi, l’ammontare del fondo destinato al processo partecipativo per il triennio 2014-2016 e l’eventuale supporto organizzativo e logistico che la stessa intende dare allo svolgimento di questo importante momento di democrazia).
In quest’ottica, il team del progetto Catania Source organizzerà al più presto un nuovo workshop dedicato proprio alla condivisione ed alla scelta delle «azioni di interesse comune» che l’amministrazione potrà intraprendere con questo fondo.
Ancora una volta potremo dare ai nostri concittadini la possibilità di dire la loro rendendoli protagonisti delle decisioni che riguardano la nostra comunità cittadina.Ancora una volta avremo il piacere di elaborare insieme e di condividere proposte passibili di tradursi in decisioni attuabili, efficaci ed innovative.
Mirko Viola, ideatore del progetto Catania Source