Ore 14:30. Prefettura di Catania. La sala stampa è vuota quando ci accingiamo a prendere posto. Di dati,ovviamente, ancora nemmeno lombra.
Pian piano cominciano ad arrivare anche altri giornalisti di altre testate ed emittenti.
Un iniziale nervosismo si diffonde quando i dati riguardanti alcune sezioni di Catania tardano, ma il tutto sfuma al momento dellarrivo delle percentuali provinciali.
Il pomeriggio passa così: un caffé preso al volo al bar dellangolo, una battuta con i colleghi, il rumore della stampante che allegramente butta fogli su fogli per la nostra gioia.
E poi cè lui, il telefono. Quello che prendiamo al volo non appena una pagina con dei nuovi numeri salta fuori; non lo molliamo fino a quando anche lultima cifra non viene dettata. Lo stringiamo forte, nervose, quando non ci ricordiamo cosa voglia dire quellincomprensibile sigla che capeggia una colonna. Lo mettiamo giù stizzite quando la linea fa i capricci o quando è occupata. Allaltro capo la Redazione pazientemente copia i dati, non senza qualche momentanea crisi dovuta alle sigle o allimpostazione delle tabelle da mettere on-line.
Ma i padroni incontrastati della lunga maratona in Prefettura sono loro: i numeri. Un tecnico (un santo a dire la verità, vista la pazienza con la quale sopportava lirruenza di noi poveri inviati) riceve direttamente dal Viminale i dati, che vengono subito messi a nostra disposizione.
Una, dieci, cento volte abbiamo acciuffato quei fogli bollenti per far partire la ricerca febbrile delle percentuali, dei seggi mancanti, delle tendenze provinciali. Quelle tabelle ci sono diventate amiche e ci hanno permesso di aggiornare costantemente il resto della Redazione. Ci hanno mostrato curiosità (tutti gli uomini aventi diritto al voto di Ramacca -tranne uno- hanno votato), minuzie (più del 20% delle schede a Catania sono state dichiarate nulle), informazioni utili per capire quale fosse la tendenza generale anche nel resto dItalia.
Arrivati a sera inoltrata gli occhi si rifiutano di seguire la sequenza numerica, la voce inizia a dare segni di incertezza e la stanchezza prende le redini in tutta la sala stampa. Il colpo di grazia viene dal sistema generale che si rifiuta (vuoi per capricci informatici, vuoi per sovraccarico) di stampare gli ultimi aggiornamenti. Ma ormai siamo troppo stanche per sopportare oltre e nonostante la torta gentilmente offerta dalla Dirigente della sala stampa- a mezzanotte e mezza circa veniamo prelevate per far ritorno in redazione e finalmente a casa.
Condannato a dodici anni di reclusione. Il giudice dell'udienza preliminare (gup) del Tribunale per i…
A Palermo sono state fatte 195 le multe a chi guidava un monopattino elettrico senza…
Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio e Vito Accardo, ma anche Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono…
«La regola dei tre giorni». Era quella applicata dai malviventi, e già nota a chi…
Un pranzo in famiglia si è trasformato, a Catania, in una lite tra padre e figlio…
Il giudice del lavoro del tribunale di Catania ha condannato l'Inail a riconoscere la malattia professionale da…