Siracusa, domenica il nuovo sindaco ma niente consiglio Il riconteggio durerà settimane, «una situazione assurda»

Lunedì prossimo i siracusani avranno un nuovo sindaco, questo è certo. Per la composizione del Consiglio comunale, invece, si dovrà ancora attendere almeno alcune settimane. È questa la conseguenza della situazione che si è venuta a creare a causa di verbali incompiuti o non corretti consegnati all’ufficio elettorale comunale da alcuni presidenti di seggio. Nelle ultime due settimane, infatti, l‘aula consiliare di palazzo Vermexio è stata trasformata in un grande seggio. È lì che, all’indomani del primo turno dello scorso 10 giugno, sono stati portati i plichi con le documentazioni di tutte le sezioni. Ed è lì che la commissione elettorale centrale si è insediata per il riconteggio. A mancare, in particolare, erano i dati in una sezione per la scelta del sindaco, in cinque per l’indicazione dei voti di lista e in nove per le preferenze dei candidati al consiglio comunale.

La conta, però, non sta riguardando solo le sezioni in cui sono state riscontrate lacune nell’estensione dei verbali ma, come deciso dal presidente del tribunale di Siracusa Antonio Maiorana, sono stati riconteggiati i documenti di tutte le 123 sezioni di Siracusa. La commissione ha già concluso il ricalcolo delle preferenze espresse per il voto ai candidati sindaco e, adesso, sta ancora lavorando per i voti alle liste. Per i voti ai singoli candidati consiglieri comunali si dovrà ancora aspettare. Un conteggio rinviato a dopo il ballottaggio di domenica prossima che lascia in bilico la composizione del Consiglio comunale. 

«Ho vissuto queste due ultime settimane con un’ansia incredibile – spiega a MeridioNews Pamela La Mesa, candidata nella lista Siracusa Futura a sostegno del candidato sindaco Fabio Moschella – perché con i miei attuali 308 voti conteggiati mi ritrovo ancora sul filo del rasoio, è questione di due o cinque voti di differenza con altri aspiranti consiglieri». A ridosso della domenica del ballottaggio, insomma, è ancora lontana la composizione dell’aula consiliare. «Al di là delle emozioni di incertezza e di rabbia dei singoli candidati in bilico, a pagare sarà soprattutto la città che dovrà attendere ancora settimane prima di avere un consiglio comunale operativo. Non è mai successa una cosa del genere ed è una situazione assurda».  

In questi giorni fuori dall’aula Vittorini, all’interno della quale si stanno svolgendo le operazioni di riconteggio, esponenti politici e rappresentanti di lista attendono di capire chi verrà eletto e chi sarà escluso dall’assise anche solo per un pugno di voti. «La porta della stanza – dicono – rimane aperta, ma dentro non è possibile stare». Nei giorni immediatamente successivi al primo turno, i presidenti dei seggi che non hanno compilato correttamente i verbali o che li hanno lasciati in bianco sono stati convocati. Soltanto uno di loro però è stato ascoltato e, di fronte alla richiesta di delucidazioni, ha risposto che «si è trattato solo di una questione di distrazione determinata dalla stanchezza dovuta anche all’ora tarda». In alcuni casi, il lavoro all’interno dei seggi è durato anche più di 24 ore consecutive. 

«La tanta confusione che si è creata – prova a chiarire La Mesa – è da collegare anche al fatto che ben 31 presidenti hanno rinunciato e sono stati sostituiti all’ultimo momento, addirittura anche sabato pomeriggio. I sostituti – sostiene – sono andati a ricoprire un ruolo così delicato arrivando impreparati e senza nessuna delucidazione in merito alle operazioni da svolgere». I presidenti sostituti pescati dall’albo gestito dalla corte d’Appello di Catania, alcuni dei quali anche alla loro prima esperienza, non sarebbero stati pratici di meccanismi e procedure. A questo sarebbe dovuta la mancanza di dati o la compilazione con indicazioni parziali dei verbali.

Il rallentamento è stato evidente già nella mattinata del lunedì successivo al voto. «Da siracusana mi vergogno di questa ennesima unicità negativa della mia città – lamenta La Mesa – Una soluzione per evitare che questo accada ancora in futuro potrebbe quella di chiudere le scuole alla conclusione del voto e procedere con lo spoglio l’indomani, dopo qualche ora di riposo e una buona dose di caffé. Alla luce di questa confusione – si chiede – quali sorprese ci si dovrà aspettare dal riconteggio?». 

Gli addetti dell’ufficio elettorale centrale, dunque, sono ancora a lavoro per controllare i verbali in loro possesso e verificare l’esito del voto anche nelle tabelle di scrutinio inserite nei plichi portati a palazzo Vermexio. L’ufficio elettorale centrale, infatti, non può riconteggiare le schede, possibilità concessa solo ai giudici amministrativi. Tutti i presidenti e gli scrutatori delle 123 sezioni elettorali, intanto, sono stati riconfermati automaticamente per il ballottaggio del 24 giugno. E da più parti politiche è stata già paventata l’ipotesi di un ricorso


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