Scongiurata l'ipotesi dell'abbattimento del presidio della legalità, dopo l'atto col quale l'ente si appropria delle aree limitrofe e della stessa struttura. Una vicenda iniziata 15 anni fa, con l'allora sindaco Rosario Crocetta. L'esponente dell'attuale giunta Francesco Salinitro ammette: «Ci sono stati errori di procedura»
Gela, il Tribunale abusivo acquisito dal Comune Assessore: «Fondi dal governo per risarcimento»
Nessuno lo vuole chiamare abusivo. Ma il Tribunale di Gela, il presidio della legalità fortemente voluto dall’allora sindaco Rosario Crocetta, ha rischiato grosso. Ieri sera il consiglio comunale all’unanimità, col voto di 21 presenti su 30, ha votato l’atto che consente di acquisire tutte le aree limitrofe al tribunale, oltre alla stessa struttura. Una situazione emergenziale che era stata dettata dalla sentenza dello scorso aprile del Consiglio di giustizia amministrativa, che aveva paventato persino il possibile abbattimento.
La vicenda risale a quindici anni fa, quando la giunta comunale guidata proprio dall’attuale presidente della Regione individua un’area, di fronte alla raffineria dell’Eni, di proprietà delle famiglie gelesi Calafiore e Sciascia. Per consentire l’esproprio e realizzare il tanto agognato tribunale, l’amministrazione usa il grimaldello della pubblica utilità, riconoscendo dunque un indennizzo che secondo i privati è troppo basso. È il motivo per cui le due famiglie ricorrono al Tribunale amministrativo regionale: sia in primo che in secondo grado i giudici danno loro ragione, stabilendo che le procedure di esproprio sarebbero illegittime. Dal giorno della sentenza del Cga si sono succeduti gli incontri in prefettura per scongiurare il paradosso dei paradossi, ovvero che le ruspe potessero buttar giù il luogo, reale e simbolico, dei contrasti ai reati e all’illegalità.
«Intanto il Tribunale non è mai stato abusivo – ribadisce l’assessore all’Urbanistica Francesco Salinitro -. Di certo ci sono stati errori di procedura, ma sono cose che ci stanno in un’operazione complessa come quella. La situazione è stata sanata così come richiedeva il Cga, che indicava due cose fondamentali: il prezzo e la procedura sanante. Secondo l’articolo 42 del Testo unico degli espropri, il consiglio comunale ha valutato la pubblica utilità dell’opera e conseguentemente l’acquisizione dell’immobile».
Se la giunta comunale tira un sospiro di sollievo, la partita di certo non è chiusa. Adesso, come stabilito sempre dalla sentenza, serve risarcire i proprietari del terreno. «Dobbiamo pagare loro un milione e 700mila euro – continua Salinitro -. Già oggi mi sono messo in contatto col ministero della Giustizia, sta al governo metterci a disposizione i fondi che stanno dentro le rimanenze della Cassa depositi e prestiti». Sui tempi di questo ulteriore passaggio l’assessore si mostra ottimista: «Entro l’anno si chiude tutto, ma posso dire che in 30 giorni a partire da ora le famiglie saranno risarcite».
La vicenda del Tribunale di Gela e della sua definizione di abusivo, sempre respinta dalla classe politica locale, è stata raccontata e seguita a livello nazionale. Anche Fiorello, nella sua quotidiana edicola, ci aveva ironizzato su. Ma l’assessore gelese respinge le accuse. «La polemica è stata pretestuosa – conclude -. È accaduto anche a Treviso ma guarda caso si parla solo della Sicilia. Al di là di chi ha sbagliato, c’è la volontà di garantire la continuità amministrativa. E comunque un Tribunale a Gela serviva, perchè è un luogo che contribuisce a elevare il livello di percezione della legalità».